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Diari Toscani

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

“Civico 30” (sesta parte) di Silvia Meacci

DiDiari Toscani

Lug 31, 2022

Bianca

“Ah, finalmente siete venuti a trovarmi! Ci sentiamo tanto sole, noi, sapete? Tu ti chiami Tommaso, vero? E a te, piace il mio vestito? Schön, ne? Me lo sono messo per quando arriverà Pietro. Perché arriverà. Oh, sì se arriverà il mio Pietro! Devo farmi bella per lui! Silvia, mi aiuteresti ad alzarmi dalla sedia? Venite di là. Vi voglio presentare la mia amica. Non abbiate paura. È simpatica. Un momento di attenzione, ecco, prendiamo questa candela, così vediamo meglio. Ragazzi, vi presento Liselotte. Liselotte, loro sono Silvia e Tommaso. Noi abbiamo il cuore zerrissen, lacerato, distrutto. E noi ci dobbiamo consolare, vero Lotte? Rina fa tutto per noi e ci porta quello che a noi è mancato, quello che la gente comune ha. Noi non vogliamo più argenteria, codici miniati, pizzi, bastoni da passeggio, gioielli. Li diamo agli altri in cambio di una vita normale. Volevamo Pietro. Volevamo oggetti quotidiani, volevamo una famiglia, giochi e bambini. Entrate, seguitemi! Bene, così, dai, non fate i timidi. Venite con me, bitte. Che dici, Liselotte, glielo facciamo vedere ai bambini il nostro tesoro? Komm, via, via, ma che fate? Adesso esitate? Non è il momento di andare dalla mamma, ora. Eh no. Tja, avreste dovuto pensarci prima, ora no! Restate qui, con me! Ragazzino, poggia il portacandela lì, sul mobile. Ecco, adesso tiriamo il cordone della tenda sipario e… guardate! Ecco il nostro tesoro!”.

Silvia

La contessa è sul divano. La sua voce di rana ci fa trasalire. È come se ci aspettasse. Ha un fare gentile, la tedesca, come la chiama mia madre. Veste molto elegante! Però è svitata. Ci ha presentato la sua amica Liselotte. Io credevo che si trattasse di una vecchia signora come lei e invece no, è una bambola! È Michela, la bambola parlante. Ce l’ho anch’io! Funziona con le batterie e i dischi che le inserisco nella pancia. Però la sua Michela è uguale a lei, ha i suoi capelli, gli stessi occhi, indossa lo stesso abito! Scommetto che se l’ è fatto cucire apposta, uguale, uguale. Mi avvicino ancor di più a Tommaso e lo tiro con forza per la manica.

“Tommaso, andiamocene! Signorina Bianca, per favore, noi vorremmo tornare giù, andare dalla mamma”.

La contessa ormai non mi ascolta più. Parla a raffica. Con noi, con la bambola. Poi scosta un tendone pesante e ci porta nel suo mondo. Una grande sala si delinea davanti a noi. I miei stivali di gomma sono davanti a tutto. L’ombrello giallo e tanti altri ombrelli! “Il fortino! Il fortino è qui! Vedi, Tommaso?”. E ancora giocattoli, bambole, un’automobilina rossa Torpeauto, dei biberon, un passeggino. Ci sono anche delle pistole e un’arma più grande, tipo mitra. Pile di gettoni telefonici, guanti di gomma, un catino Moplen come abbiamo noi per lavare i panni. Polvere. Dischi, mangiadischi. Un pouf. Cartocci di cibo andato a male, vasetti di miele, un telefono Grillo, fili da elettricista, cappelli, fiaschettini di vino, bottigliette mignon di liquori, belline belline. Borse, ciucci, riviste “Mani di fata”. Quaderni, righelli, svariati orologi da tavolo, una radiolina, pantofole gialle e rosse. Una sciarpa della Juventus, magliette da tennis e mutandoni di lana. Insetti, vermiciattoli, mosche. Una calamita con la foto di un bambino e la scritta “Guida piano, ricordati di me”. Un annaffiatoio verde, scatole di biscotti ammuffiti, tanti jeans. Sono persa. La contessa sorride e ci spinge delicatamente più avanti mentre noi vorremmo scappare. ” Vi piace? Schön, ne? Dice con la sua voce di rana.

Tommaso è più spaventato di me e ripete: “Il fortino, il mio fortino…”. Bianca ci blocca dolcemente con le braccia, lo sguardo fisso nel vuoto.

Prima parte

Seconda parte

Terza parte

Quarta parte

Quinta parte

Illustrazione di Morena Perfigli classe III A liceo artistico Gentileschi di Carrara