Tutto iniziò con un numero di telefono dal famigerato prefisso:144. Erano linee erotiche o “Party line” a tariffazione particolare, pubblicizzate anche sui reti televisive private tipo Telecapodistria o Telemontecarlo, con le quali si poteva avere una lunga discussione, principalmente con ragazze che soddisfacevano i bisogni sessuali degli utenti. Quando però arrivava la bolletta del telefono erano dolori perché i conti erano salatissimi. Col passare del tempi i prefissi 144 venero sostituiti dagli 166, e oggi sopravvivono con gli 899. Dall’altra parte del capo si immaginava di avere la ragazza dei propri sogni, che potesse esaudire ogni particolare capriccio. Si doveva per forza lavorare di fantasia e nessuno si immaginava che in realtà l’interlocutrice era una ragazza come tante altre che veniva pagata a percentuale, per cui più il desiderio era prolungato, più la bolletta cresceva e più guadagnava. Non solo studentesse in cerca di guadagnare qualche spicciolo in più, ma anche la classica casalinga di Voghera che, mentre sbatteva le uova per fare una frittata, si sorbiva le peggio porcate dello sconosciuto tizio dall’altra parte. Fu un fenomeno duraturo che lasciò il segno perché mise a nudo non solo la solitudine di alcuni maschi, ma anche i loro desideri nascosti che non trovavano appagamento nelle comuni relazioni di ogni giorno. I tempi passarono e le tendenze si allinearono alle nuove tecnologie crescenti: internet su tutti, ed ecco che, eredi di quelle chat erotiche potremmo definire preistoriche, nacquero le chat, dapprima in forma scritta poi, con la velocizzazione delle trasmissioni dati, anche in video. Questo fu il preambolo storico della nascita di una piattaforma, oggi, famosa per aver dato risalto, secondo me anche troppo, a personaggi che hanno fatto del loro corpo un assegno circolare con le gambe: sto parlando di Onlyfans.




L’idea di questa portale venne a Tim Stokely, un imprenditore britannico, che inizialmente aveva pensato ad un luogo dove poter accedere a file, video e materiali digitali a pagamento. Una sorta di mecenatismo digitale aperto però a tutti. Ma il mercato del porno è come una piovra con mille tentacoli che arrivano un po’ dappertutto ed infatti, con una velocità impressionante, lasciate perdere le uova da sbattere, le casalinghe di Voghera si sono buttate a capofitto in questa nuova avventura, saturando letteralmente ogni angolo della sessualità umana. Non me ne vogliano le casalinghe iriensi, è solo un modo di dire, infatti oggi su Onlyfans troviamo donne e uomini di tutte le età, che fanno cose che a volte non riusciamo nemmeno a immaginarci, con dei guadagni stratosferici. Oggi non c’è trasmissione televisiva, radiofonica o podcast che non dia voce ad uno o una di queste nuove imprenditrici digitali, protagonisti di una rinnovata edizione di prostituzione virtuale. Io non condanno la prostituzione sia ben chiaro: alla fine, ognuno di noi, maggiorenne e consenziente, è libero di fare cosa vuole del proprio corpo, specie se dall’altra parte del video c’è qualcuno disposto a pagare una barca di soldi, pur di vedere soddisfatte le proprie esigenze. Semmai è un problema morale che però necessiterebbe di più ampi spazi per essere affrontato. I più critici hanno classificato questa nuova esperienza erotica come la morte delle relazioni personali in favore di quelle virtuali, prive di affetto e qualsiasi forma di scambio di sentimenti veri. Forse hanno ragione ma se pensavate che sia stato raggiunto il culmine ella “perversione sessuale”, vi state sbagliando di grosso perché, come ho detto prima, i tempi corrono a velocità supersoniche e con essi gli sviluppi tecnologici, tanto che, se da una parte si stanno già sperimentando robot umanoidi capaci di fare tutto e sicuramente anche qualcosa legato al sesso, l’intelligenza artificiale sta lentamente guadagnando il suo spazio. Con questo nuovo servizio, si possono fare davvero un sacco di cose, risparmiando tempo e risorse in ogni campo di impiego, quindi indovinate anche dove? Nell’intrattenimento erotico. Se chiedete a programmi noti come ChatGpt, Gemini o Grok di fornirvi del materiale porno, inteso come video o immagini create artificialmente, troverete problemi perché è come se esistesse una sorta di filtri di protezione, tuttavia, sono già disponibili intelligenze artificiali dedicate che creano materiale audiovisivo porno senza alcuna restrizione. Qui nascono seri problemi, come già sono stati resi pubblici dalle cronache recenti, dal momento che la creazione di immagini pedo pornografiche o che coinvolgono persone ignare di tutto sfugge totalmente ad ogni controllo, ingarbugliando ancor di più una situazione già complicata di per sé. Ora però sorvoliamo questi problemi e dirigiamoci direttamente a quella che è la nuova tendenza erotico virtuale del momento, si chiama OhChat e promette di rivoluzionare ancora una volta l’ambiente dell’ autointrattenimento. Lanciata nel 2024, l’idea è molto semplice, la piattaforma crea copie digitali di personaggi famosi ed al costo di un abbonamento nemmeno troppo alto che va dai 4,99 ai 29,99 dollari, l’utente finale può sollazzarsi col suo clone preferito 24 ore al giorno soddisfacendo ogni suo capriccio. Pioniera e star del momento è la britannicaKatrina Amy Alexandra Alexis, in arte Katie Price, attrice (chi non ricorda il famosissimo “Sharknado 5”), cantante, modella, autrice di ben sei autobiografie dai titoli esplosivi come “Si vive solo una volta” oppure “Amore, rossetto e bugie” e di ben undici romanzi dei quali non posso non citare “Angelo”, “Cristallo”, “Angelo scoperto” (sarà la continuazione del primo) “In nome dell’amore” e “Esaudisci il mio sogno”, vincitrice della quindicesima edizione del “Grande fratello” versione UK. Ebbene lei gestisce un personaggio virtuale di nome Jordan, una biondona dagli occhi da cerbiatta e un seno che sfida le leggi della fisica, di cui lei va super fiera, forse anche per la montagna di soldi che le sta facendo guadagnare, tanto da aver dichiarato in un’intervista alla CNN che “la mia versione digitale è spaventosamente affascinante ed è proprio me”. Io sono andato a dare un’occhiata e, mi sbaglierò, ma a me sembrano un tantinello diverse, poi fate voi, basta digitare i nomi sul motore di ricerca e farsi un’idea personale. Per farmi perdonare dalle casalinghe di Voghera volevo chiudere scrivendo qualcosa in loro favore e invece mi è venuto in mente di raccontarvi i risultati di una brevissima ricerca che ho fatto cercando i riscontri per questo articolo. Il primo sito web della storia, info.cern.ch è stato creato il 20 dicembre del 1990 da Tim Berners-Lee al CERN in Svizzera, ad oggi ne sono stati creati più di 1,5 miliardi di cui, attualmente, solo 200 milioni sono considerati attivi, ovvero vengono aggiornati o almeno visitati regolarmente. Di questi 200 milioni si stima che solo il quattro per cento rivesta carattere prettamente pornografico, una percentuale bassa si potrebbe dire ma se la tramutiamo in numeri significa circa 8 milioni di siti pornografici, una macchina da soldi con cifre spaventose affrontata soltanto da una parola piccola di otto lettere: moralità.