Torna a grandissima richiesta La segagione del marmo: la fortunata e divertente rubrica di Marco Germelli, dalla quale è già stato tratto un libro di successo che rivela preziosità sommerse e sconosciute nel centro di Carrara. Lo avevamo lasciato alle prese con i muri, con la rubrica Carrara Graffiti che a breve diventerà il suo secondo libro e alla quale saranno connesse nuove e spassose passeggiate alternative nel centro storico della città del marmo, e lo ritroviamo di nuovo davanti a un muro. Sconosciuto, degradato, orendo, appunto: la versione carrarina di orrendo, ovviamente senza la doppia per potenziare il significato di bruttura. Ma come sempre accade con Marco Germelli, si scopre un nuovo angolo di osservazione e si trovano tesori anche in mezzo al degrado. E allora seguiamo il nostro mentore geniale e originalissimo in questo nuovo viaggio alla ricerca del bello. Che, come ci spiega lui, è sempre ovunque.
Sono presenti in ogni città. Talmente presenti, che nessuno presta loro reale attenzione, bensì non se ne cura, e, dantescamente, “guarda e passa”. Parlo dei cosiddetti “Muri orendi” (la mancata doppia “r” è voluta, per corroborarne la bruttura): pareti sovente malconce, cadenti, fatiscenti, divorate da erbacce e gramigne infestanti, spesso poste in angoli di transito del tutto privi di qualsivoglia interesse o attrattiva.
E, a furia di considerarli tanto insignificanti, spesso non ci accorgiamo minimamente che possono contenere anch’essi delle meraviglie. Proprio come, ai tempi della corsa all’oro, erano fiumi luridi e traboccanti di fanghiglia putrida, a celare, fra i loro schifosi flutti, luccicanti e preziose pepite.
Se gradite un esempio concreto, eccovelo puntualmente servito al tavolo: lungo la Via Carriona a Carrara, poco dopo (o poco prima, dipende da che direzione giungete) l’antica iscrizione marmorea che indica il “Tiro a Segno Nazionale“, potrete rinvenire uno di quei muri. Orendo, certo, ma, se poco fa ricordavamo il “guarda e passa” dantesco, beh, proviamo a ribaltarlo in “passa e guarda”.
Passate, dunque, di lì. E guardate. Guardate bene.

Manco a farlo apposta, consumato e consunto, ma inequivocabilmente “lui”, ecco emergere dai sassi, come un Alien nell’omonimo film, nientemen che un Alighieri in persona. E, con lui, poco più in là, ecco un altra figura umana, a propria volta incastonata nel muro e colta nell’atto di leggere un buon libro.

E, ancora, pure in guisa di un sol tutto con l’orrida muraglia, ecco una Madonnina che porta in braccio il bambinello, anche se, dal punto di prospettiva da cui la guardiamo, potrebbe sembrare, piuttosto, una donna locale che è andata “p’r erbi”, dato il ciuffo di vegetazione spontanea che le è spuntato in grembo.
Sia quel che sia, ricordatevi di questo importante principio, molto taoista: “Anche là dove c’è bellezza, ci può essere un pizzico di bruttezza (tipo quando attraversate uno dei tanti posti belli che abbiamo a Carrara, e, malauguratamente, pestate una cacca). Allo stesso modo, pure nella bruttezza può esserci un pizzico di bellezza”. Una saggezza, questa, lasciatemelo proprio dire, concreta come un muro.
Per quanto orendo😅.