Scrittori lo si diventa per passione, per l’amore che si può provare nei confronti delle parole ed anche perché si hanno molte cose da raccontare. Filippo Bini, è uno scrittore ed anche un grande appassionato di musica, quella che lo accompagna nella stesura dei suoi romanzi. Laureato in economia, con formazione universitaria a Bologna, tra i suoi interessi ci sono anche lo sport, la lettura, il cinema, la politica, i fumetti : vere e proprie passioni che hanno determinato anche il suo stile di vita. Al suo attivo ha già due romanzi, l’ultimo lo sta presentando in questo periodo ed è già a lavoro per terminare il terzo. Un’onda creativa lo ha colpito, corre senza sosta verso la realizzazione dei suoi sogni.
Cosa rappresenta per lei Bologna?
Ha tutte le carte in regola per essere la città che più mi rappresenta: accoglienza, efficienza, multiculturalismo, moderna ma con un occhio ben saldo sulle tradizioni (artistiche e culinarie in primis). Poi c’è la questione di cuore, perché Bologna è stata la casa della mia formazione personale in ambito universitario e di tante esperienze di vita.
Mi parli del protagonista, Bruce Halfod: quanto c’è di lei nel personaggio?
Bruce è un occhio esterno ai difetti italiani, ma anche alle virtù. Si tratta di un giovane criminologo di origini inglesi, che studia in Italia e si sente, a poco a poco, bolognese e ne apprezza anche i tanti lati positivi. Il personaggio mi rispecchia in parte, soprattutto nella ricerca della logica nei ragionamenti, per la forte avversione alle ingiustizie e per la passione musicale (rock e metal in primis). Ovviamente, non mi rappresenta la sua tendenza all’alcolismo e in generale la sua scarsa propensione a seguire le regole.
Che evoluzione ha avuto il tuo stile narrativo rispetto al primo romanzo?
In realtà, ho mantenuto gran parte del mio background di scrittore istintivo, che segue il proprio flusso narrativo. Spesso non penso a nulla, tutto è molto improvvisato (non me ne vogliano i puristi delle tecniche narrative), tanto che persino a scuola non facevo la malacopia durante i temi di italiano. La lettura è sempre stata parte della mia vita e l’ho sempre trovata una grande fonte di arricchimento personale; avere alle spalle una lunghissima esperienza di libri letti credo sia di fondamentale importanza. Per quanto riguarda invece la stesura del terzo romanzo e per le opere future, ho messo nel mio bagaglio un corso di scrittura molto intenso.
L’aspetto noir del suo ultimo romanzo è maggiore rispetto al primo romanzo, in particolare emerge il tema della droga…
Premetto che mi piace fondere diversi generi, dal giallo classico, al thriller fino al noir, perciò scelgo sempre un aspetto noir nei miei romanzi e qui ho posto il focus sulla piaga della droga per denunciarne gli effetti deleteri sulla popolazione. Va detto che è un problema non solo delle grandi città, ma riguarda tutto il territorio, piccole province comprese.
Ci sono articoli di giornale all’interno del romanzo: perché questa scelta?
Credo aiutino a spezzare la lettura e riassumano in parte lo stato di avanzamento dell’indagine di polizia. Inoltre, come lettore ho sempre apprezzato i libri illustrati.
Nel romanzo lei parla anche degli studenti che fanno l’Erasmus:come mai?
Facciamo un piccolo spoiler: “Al prezzo della morte” inizia con un omicidio di un ragazzo venuto in Italia per studiare tramite il progetto Erasmus. Si tratta di un mondo, quello Erasmus, che ho imparato a conoscere ed apprezzare durante i miei anni universitari e ho quindi voluto metterne nero su bianco alcuni aspetti di virtù e debolezza.
Parlaimo di Konrad Spielemberg: unpersonaggio buffo, quasi da fumetto…
Vengo dal mondo della lettura dei fumetti – Tex e Dylan Dog su tutti-, per cui ho voluto tratteggiare un personaggio che sembra uscito da questo universo fatto di vignette e didascalie.
Quali sono i suoi progetti futuri?
Ho terminato da poche settimane la stesura del terzo romanzo e vorrei pubblicarlo in tempi non troppo lunghi. Poi ci sarebbe un sogno nel cassetto, ovvero quello di una trasposizione cinematografica dei miei libri. Ho ricevuto un interesse da parte di un regista e chissà che questo progetto non vada in porto