Non ho mai saputo resistere al fascino dei Vicoli dell’Arancio nella Carrara vecchia. Sarà per il loro esser stati, all’epoca, zona di postriboli e localacci di malaffare, sarà per la loro particolare conformazione geografica ed architettonica, sarà, sarà quel che sarà, del nostro amore che sarà… Fatto sta che entrarci dentro equivale, per me, ad avventurarsi in un universo al confine tra il girone dantesco ed un mondo di fiaba. Ed infatti, ecco, lì davanti al piccolo tunnel che porta alla Via del Plebiscito, sul coperchio di un porta contatori condominiale, nientemen che un Ircocervo. Questo termine definiva, in origine, una mitologica creatura, ibrido fra un caprone ed un cervo. Tuttavia, tale definizione si è progressivamente persa, nei secoli, ed il termine è passato a significare, metaforicamente, una cosa inconcepibile, assurda, irreale. Aristotele, negli “Analitici Secondi“, utilizza l’immagine dell’Ircocervo per sostenere che è possibile sapere cosa si intende con l’espressione in sè stessa, ma non risalire all’essenza dell’ircocervo, ovvero sapere cosa realmente sia.
Ed allora, penetrate nella penombra del tunnel che porta a Via del Plebiscito, di cui dicevamo sopra. Sarebbe troppo facile, per una rubrica che si occupa di graffiti apuani, soffermarsi sul mirabile murale che troverete in loco, realizzato, a suo tempo, per denunciare la malagestione della montagna da parte dell’industria marmifera locale. Vi invito ovviamente a recarvi ad ammirarlo, qualora non lo abbiate già fatto, ma anche a guardare sul muro dirimpetto ad esso. Lì scorgerete una colorita espressione vernacolare toscana: “Dacci la stiaccia” in riferimento palese alla “schiacciata” o “focaccina” che viene realizzata nel forno che, proprio lì sotto, spalanca il proprio uscio agli astanti.
Se però lo modifichiamo un pò, potrebbe suonare come “Dacci la Be-stiaccia”, in riferimento, piuttosto, all’Ircocervo da cui siamo partiti. Se non avete ancora esaurito la pazienza, ora alzate la testa e guardate sopra di voi: un’apertura sulla volta del cunicolo vi permetterà di scorgere il cielo sovrastante.
Ebbene, quando, da bambino, andavo a spasso per Carrara col mio nonno, gli chiedevo sempre cosa ci fosse, lì sopra, e lui mi rispondeva, puramente e semplicemente che lì sopra c’era un altro mondo, parallelo al nostro. In tutti questi anni non ci sono mai andato, ma, perchè no, potrei farlo ora.
Come altrove si spalancano porte, cosiddette sante, per l’imminente giubileo, così io potrei spalancare la mia e celebrarne uno in forma privata, di Giubileo😄, e scoprire che, magari, l’Ircocervo, in tutta la sua chimerica assurdità, è sempre stato lì.
🎄A chi non ha mai smesso di credere in Babbo Natale🎄 i miei migliori Auguri.