Diari Toscani incontra la senatrice Susanna Donatella Campione. Vive a Roma, ma la Toscana è la sua seconda casa. Di professione avvocato nell’ambito del diritto di famiglia è senatrice dal 2022 per Fratelli d’Italia, nel collegio plurinominale della Toscana. Ricopre la carica di vice Presidente nel dipartimento nazionale “Eccellenze italiane”. È nella commissione Parlamentare d’inchiesta sul femminicidio. È stata premiata come Donna del marmo, in quanto si occupa di un’eccellenza unica al mondo: il marmo di Carrara. Nel luglio 2023 ha ricevuto da Aidda il premio di Donna d’eccellenza della Toscana.
Senatrice Campione, lei tiene una rubrica intitolata “Sovrana bellezza”, di cosa si tratta?
È una rubrica che è nata in modo spontaneo. Tutto è dovuto alla mia curiosità e alla voglia di cercare la bellezza. Nel centro di Roma vivono e lavorano molti artisti, oltre a essi ci sono anche tanti artigiani e la mia curiosità mi ha portato a conoscere le loro storie e, siccome ho una vera passione per la scrittura, ho voluto metterle nero su bianco. In seguito, questa cosa niziata per gioco e diletto, è diventata un libro che è uscito a gennaio 2021.
Perchè “Sovrana bellezza”?
Perché è la bellezza che noi italiani sappiamo esprimere nei campi più vari e perché ci rende unici al mondo. Io mi innamoro della bellezza ovunque essa sia, dall’alta moda all’artigianato: pensi che ho trovato una macelleria storica di Roma con un bancone di marmo di Carrara, le piastrelle di Richard Ginori e il portone di accesso in legno lavorato in una maniera bellissima, anche questa è arte.
Esiste la cultura della bellezza?
Devi essere educato alla bellezza. Noi italiani abbiamo arte e cultura nel DNA, però questo non sempre è sufficiente, ci vuole anche un cammino dentro di essa e l’educazione all’armonia. L’educazione alla bellezza è indispensabile per elevarci, ha persino una grande importanza nella lotta contro la violenza. Possiamo fare tutte le leggi che vogliamo, ma se non alziamo il livello culturale non risolviamo. Tutti i mali nascono dall’assenza di cultura, se alzi il livello, anche fra poli opposti in politica, si può trovare una linea comune.
Esiste una bellezza soggettiva e una bellezza oggettiva?
Sì, certamente, si devono paragonare cose che esprimono la bellezza allo stesso modo, poi subentra il gusto personale.
Quali sono per lei i presupposti per definire bella un’opera d’arte?
Credo che si possa definire bello ciò comunica qualcosa, brutto è ciò che non ha niente da dire. Fondamentale è avvicinarci alla bellezza e all’arte privi di preconcetti.
Cosa le trasmette il marmo?
La maestosità e la preziosità: basta pensare a Michelangelo che ha scelto questa pietra preziosa per realizzare le sue opere. E poi il mondo del marmo è pieno di tradizioni antichissime. Ho avuto modo di entrare nelle cave, ho potuto assistere alla gestualità di uomini apparentemente rudi che sembrano dei ballerini, si muovono con leggerezza e grazia e, soprattutto, con calma.
Senatrice, in questo caso possiamo dire che il marmo è già “arte” fin dalle cave?
Sì, è arte fin dalle cave, dove l’atmosfera è emozionante, c’è un silenzio quasi irreale e la sensazione che provo ogni volta è struggente. È arte la lavorazione che i Maestri di Carrara sanno eseguire da tempo immemorabile.
Il bello lo si percepisce attraverso la nostra esperienza personale?
Certo, torniamo al discorso che facevamo prima, ciò che noi percepiamo è strettamente collegato a emozioni che ci appartengono.
Sovrana bellezza: la bellezza ha potere?
Un grande potere, perché l’essere umano è naturalmente attratto dalla bellezza, per questo il nostro paese attira così tanti visitatori: perché siamo il paese della bellezza.
Bellezza è perfezione? Prendiamo la Venere di Botticelli, per esempio:il suo strabismo è sinonimo di fascino e bellezza…
Esatto, la perfezione non è bellezza, anzi, tante volte è muta. La bellezza deve far passare dei concetti.
Secondo lei c’è stata un’evoluzione della bellezza nell’arte?
Non sono un tecnico, però penso di sì. Guardando nella storia dell’arte, i canoni della bellezza sono cambiati, forse anche grazie a una maggiore libertà degli artisti di esprimersi, senza necessariamente attenersi a quelli che sono i canoni classici della bellezza. Per quanto mi riguarda, mi innamoro di quella tela, o di quell’opera, al di là delle forme.
Cosa l’attira in un’opera d’arte?
La novità che esprime dentro di sé, ciò che la rende diversa da tutte le altre. Il quid novi! Una novità, inventare qualcosa che prima non c’era. Le faccio un esempio, visto che parliamo di arte, quindi creazione. Adele Casagrande, moglie di Fendi, aveva un piccolo negozio di pelletteria, erano i primi del ‘900. Al tempo le persone giravano in carrozza e Adele era innamorata del cuoio delle selle dei cavalli, le venne in mente di usarlo e quindi si adoperò per andare ad acquistarlo. S’immagini la faccia di coloro che lo vendevano al vedersi comparire una donna con tale richiesta, ovviamente la risposta fu no. Adele non si perse d’animo e tornò più volte a chiederlo finché riuscì ad ottenere ciò che voleva: il cuoio. Ed ecco che, da un’idea che nessuno aveva mai avuto prima, nacquero le borse che sono diventate famose in tutto il mondo. Le faccio un altro esempio: Sotirio Bulgari era un maestro argentiere greco. Nel 1881 arrivò a Roma e, per qualche tempo, espose i suoi articoli in un negozio, poi decise di aprire una propria bottega. Bulgari osservava dal Pincio i colori e le forme dei monumenti romani, soprattutto le chiese, e da questi prendeva ispirazione per i suoi gioielli, che sono vere e proprie opere d’arte. C’è un anello, per esempio, che riproduce il Colosseo.
Bellezza estetica e bellezza interiore, sono correlate?
Sì, direi di sì: senza fare retorica, se hai buoni sentimenti poi li esprimi, la positività che emani ti rende più piacevole.
Arte come veicolo delle emozioni?
Certo, l’arte deve muovere le emozioni e suscitarle, altrimenti l’artista non ha raggiunto il proprio obiettivo. Dobbiamo portare l’arte alle persone, anche a quelle che ci sembrano non interessate. Se fai vivere le persone nella bellezza, ameranno circondarsi di bellezza.
Senatrice, il suo sogno nel cassetto?
La sua è una domanda difficile! Faccio fatica a dirle quale potrebbe essere perché i miei sogni si sono realizzati. Anche per quanto riguarda la politica, che, per me, è sempre stata una passione, ma non ho mai pensato di farne un mestiere, e, le dirò, sono entusiasta di questa nuova avventura.
Progetti futuri?
Scrivere un altro libro, non necessariamente sulla bellezza… sì, in là con gli anni mi vedo a scrivere.