Arrivato alla soglia del settantanovesimo anno, mi è venuta spontanea una domanda: e adesso che mi resta da fare? Le figlie hanno, giustamente, la loro vita anche se, devo ammetterlo, mi sono ogni giorno vicine, specie da quando la ria sorte s’è presa la mia adorata moglie; i nipoti sono ormai avviati anch’essi verso il loro futuro, per cui non ho più il piacevole impegno di raccontare o inventare favole o di fare con essi una parafrasi, ovvero ripetere all’infinito le cinque proprietà delle potenze. Sì, è vero, mi dedico all’orto, ma, sebbene mi piaccia raccogliere e consumare un ciuffo d’insalata o un pomodoro dalla pianta, non è certo in questa attività che vedo nel mio futuro. Rigoverno, cucino, leggo, faccio escursioni in montagna, ma resta sempre molto tempo libero che in qualche modo devo far trascorrere per far arrivare sera. Insomma devo trovare una soluzione. E la soluzione è arrivata tramite mia figlia, la quale, un giorno, mi accenna che a Pisa c’è un’associazione di volontariato che avrebbe bisogno di una mano: perché non provare?
Bene, e allora proviamo.
Parto per Pisa e qui incontro la presidente, vera colonna portante dell’Associazione Contro il Melanoma, dottoressa Antonella Romanini. L’associazione, mi spiega, è composta e supportata esclusivamente da volontari siano essi pazienti, parenti, amici, medici e simpatizzanti ed ha raccolto il testamento del compianto professor Giorgio Bronzetti. Dal 2004 è impegnata a promuovere la cultura del rispetto della pelle e della conoscenza dei fattori di rischio che possono portare allo sviluppo del melanoma; è infatti importante sapere che queste forme tumorali della pelle, rare, ma le più subdole e pericolose, sono dovute in gran parte alla mancata conoscenza dei danni che può provocare un’incauta esposizione al sole specialmente in età giovanile. Ed è per questo che l’associazione svolge, ormai da decenni, un’opera di prevenzione e sensibilizzazione presso gli alunni delle scuole oltre a promuovere, per chi lo desidera, visite gratuite prenotabili sul sito www.associazionecontroilmelanoma.it, presso apposite strutture con dermatologi che svolgono gratuitamente il loro operato.
Beh, a questo punto non ho più dubbi, io mi butto. Entro così a far parte di una famiglia di personaggi meravigliosi sui cui volti non manca mai il sorriso ed il cui lavoro è veramente encomiabile. Il mio ruolo? Mi viene proposto lavoro di segreteria, stesura di verbali rapporti con i fornitori, tenuta di registri e così via: tutte mansioni sicuramente non in linea con le mie precedenti esperienze lavorative, ma atte ad alleggerire quella burocrazia che altrimenti porterebbe via tempo prezioso a chi si deve far carico di diffondere la nostra missione. Si tratta comunque di imparare cose nuove ed allora perché non approfittarne? Da quando ho cominciato mi sento più sereno, oserei dire più giovane e di nuovo utile a qualcosa, sono curioso come un tempo e mi arricchisco della conoscenza di persone nuove che hanno fatto del volontariato il senso della loro vita.
C’è quindi un aspetto che mi preme sottolineare: fare volontariato significa decidersi a dare, ovvero mettere a disposizione qualcosa di noi per procurare un po’ di sollievo a chi ne ha bisogno. E ciò è possibile per ognuno di noi, perché tutti possediamo un cumulo d’amore che è il vero fertilizzante della vita. E, se questo non viene sparso a piene mani, a che serve?Vabbè, mi si potrà obiettare: dare, dare, e in cambio?Oh, posso assicurare che in cambio si ottiene molto di più di quello che si dà; ma questo non proviene dalla eventuale gratitudine di chi riceve, bensì da noi stessi, nel senso che quando ci si rende conto di essere utili in un progetto così solidale, che sicuramente salva delle vite, non si può fare a meno di essere felici.
E, credetemi, per essere felici non è mai troppo tardi.