
La foresta di Shakahola, in Kenya, è un cimitero a cielo aperto. I suoi trecentoventi ettari di terra rossastra sono disseminati di buche e cumuli. Rami rinsecchiti con in cima un foglio o una pezza di tessuto bianco, spuntano dal suolo e sono il triste segno di una macabra ricerca che è tutt’ora in corso. Si scava per trovare i resti degli ultimi seguaci della “Chiesa internazionale della buona novella”. Sebbene il quadro sia ancora parziale, i numeri di quello che si sta delineando come uno dei peggiori suicidi di massa della storia, sono impressionanti e ci danno la misura esatta dell’apocalisse che si è consumata in quest’angolo del Kenya, a pochi chilometri dalle spiagge tropicali di Malindi e dai suoi lussuosi resort per ricchi turisti di tutto il mondo.
Più di 450 sono i morti per fame accertati, 263 i dispersi, 97 le persone trovate nascoste nella vegetazione in condizioni di estremo deperimento, e 37 quelle finite in carcere. A questo elenco di unità di misura dell’orrore, si aggiunge la scoperta di ben 217 stanze adibite alla tortura, alla sevizia e all’uccisione di tutti i seguaci, la cui fede nel pastore Paul Nthenge Mackenzie, fondatore della congregazione, dava segni di indebolimento.
La dottrina del sedicente predicatore è incentrata sul digiuno estremo come mezzo per incontrare Gesù Cristo prima della fine del mondo. Mackenzie fa parte del movimento evangelico pentacostale. Essendo caratterizzato dall’assenza di una struttura gerarchica e di un capo spirituale, è relativamente facile fondare una congregazione di tale tipo. Il suo successo, poi, si basa esclusivamente sul carisma del predicatore: più forti sono la sua personalità e le sue capacità oratorie, più ampio sarà il suo seguito, e di conseguenza l’importanza della sua congregazione all’interno del variegato mondo delle chiese che professano questa fede. E il carisma di quest’uomo doveva essere davvero enorme, se è riuscito a convincere tutte quelle persone a lasciarsi morire di fame, nella convinzione che questo li avrebbe portati tra le braccia di Cristo. Persino in carcere, il verbo di questo folle ha continuato a fare vittime: Juma Buyuka, uno degli assistenti più importanti di Mackenzie, è morto nella sua cella dopo dieci giorni di sciopero della fame. Come abbiamo visto, però, non tutti sono morti per scelta. Ecco perché, una vota che tutti i corpi saranno ritrovati, Mackenzie e i suoi collaboratori saranno accusati formalmente di terrorismo. Se il numero dei dispersi troverà conferma in quello dei corpi ritrovati, il massacro di Shakahola diventerà il secondo suicidio di massa della storia, dopo quello del 1987 in Guyana, che vide coinvolti più di novecento adepti del Tempio del Popolo di Jim Jones.
Per molte ragioni di carattere socio culturale, l’Africa si sta rivelando un terreno particolarmente fertile per l’affermazione e la radicalizzazione della dottrina evangelico-pentacostale. Nel 2014, ad esempio, Lesego Daniel ha spinto i suoi fedeli a bere sostanze chimiche velenose, come forma di comunione, attribuendosi il miracoloso potere di saper trasformare la benzina in ananas. Nel 2016 Lethebo Rabalgo, un fantasioso discepolo di Lesego, è stato accusato, e riconosciuto colpevole, di aver spruzzato dell’insetticida sui suoi accoliti, nella certezza che ciò avrebbe scacciato i demoni che si palesavano attraverso la contrazione dell’AIDS. Molto più innocua, fortunatamente, la dottrina di un pastore del Ghana, che ha ordinato ai suoi fedeli di denudarsi, per permettere allo spirito santo di attraversare ed impregnare così i loro corpi.
La pericolosità del radicalismo evangelico e la sostanziale assenza di regole che caratterizza questo movimento, ha costretto il presidente del Ruanda, Paul Kagame, ad approvare una legge che subordina la fondazione di una congregazione, al conseguimento di una laurea in teologia. Una misura sommaria ma efficace, visto che dalla sua entrata in vigore sono state chiuse circa seimila chiese.
Nonostante ciò, il movimento pentacostale africano è in continua espansione. Ad oggi si stima che sia stato in grado di attirare tra i quindici e i venti milioni di persone. La formula è sempre la stessa. Facendo leva sulla fragilità, sulla disperazione o semplicemente sull’incapacità delle persone di affrontare le piccole e grandi difficoltà della vita moderna, la dottrina evangelico-pentacostale offre risposte relativamente semplici e prove spettacolari a supporto della forza della sua dottrina, come le guarigioni miracolose o l’improvvisa capacità di parlare lingue sconosciute. Non differentemente dagli astrologi e i loro oroscopi, i predicatori senza scrupoli come Mackenzie, con un po’ di fantasia e una parlantina sciolta ed autorevole, ammaliano il loro pubblico con la promessa di una svolta, soprattutto negli aspetti materiali della vita: lavoro, famiglia, salute. Esiste, ed è fiorente, tutto un mercato di persone afflitte che cercano conforto, e che hanno bisogno di credere che il lavoro trovato, o l’incontro sentimentale inaspettato, sia merito dell’oracolo di turno, che sia un pastore evangelico o un astrologo. Ogni successo ottenuto diventa quello del leader che si sta seguendo, e il denaro è la ricompensa per questa felicità surrogata.
Succubi delle nostre contraddizioni ed insicurezze, ci aggiriamo per il mondo nella speranza di poterlo controllare.
Fonti: New Lines Magazine, Stati Uniti (tradotto e pubblicato in Italia da Internazionale) – Wikipedia