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Diari Toscani

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

Girovagando sulle Apuane: la Pania della Croce

DiGiovanni Viaggi

Lug 14, 2023

L’ultima volta che ero andato sulla Pania della Croce risaliva al 5 Gennaio del 1964, quando salii con i miei ex compagni di scuola, ormai già avviati alla vita. All’epoca si prese la “corriera”  da Carrara per arrivare a Massa, dove salimmo su un altro mezzo fino a Querceta ed una volta giunti, ancora un cambio per Levigliani, dove  arrivammo alle sette del mattino.   Da lì su per le Voltoline fino alle Foci di Mosceta e poi ancora sulla Pania imbiancata di neve. Quando recentemente il nostro gruppo propose di andare a veder sorgere il sole proprio sulla Pania ebbi un tuffo al cuore e non potei fare a meno di aderire.

La Pania è un monte bellissimo che, con i suoi 1859 metri, è uno dei simboli più significativi delle Alpi Apuane e non per nulla,  viene definita la Regina delle Apuane. Per prima cosa andai ad aprire una cassapanca e in fondo, in un angolo, ben nascosti, ritrovai i miei vecchi guanti di lana rossa fatti a mano con i ferri da calza. Ora, chi mi legge dovrà perdonare questa breve digressione, ma dovete sapere che questi guanti mi furono donati, in occasione della scalata del 1964, da colei che poi avrebbe condiviso con me i 56  più belli, intensi, vivi e meravigliosi anni di vita assieme, prima che il solito male incurabile me la portasse va.

Siamo dunque partiti da Piglionico, un sabato pomeriggio, e, risalendo una fitta faggeta, siamo giunti, dopo un paio d’ore al Rifugio Rossi, posto proprio sotto la Cima dell’Uomo Morto, immortalata anche nel bel film Miracolo a Sant’Anna, fra Pania Secca e Pania della Croce. In attesa della cena, girellando qua e là, mi sono imbattuto in tre caprioli che, per nulla spaventati, mi hanno guardato con curiosità, prima di sparire con pochi balzi armoniosi nel fitto della faggeta.  Abbiamo consumato un’ottima cena a base di maccheroni al ragù, polenta e spezzatino  e crostata per poi uscire per ammirare uno degli spettacoli più belli che mi sia mai capitato di vedere. C’era una luna piena, enorme, che illuminava a giorno tutta la vallata e poi su fino alla sommità del monte: veramente da restare senza fiato. Un componente del gruppo, appassionato astrofilo, si era portato dietro un telescopio e con quello abbiamo potuto ammirare la luna luminosissima con i suoi mari, le sue montagne e Giove con le sue chiare striature orizzontali e due dei suoi innumerevoli satelliti. Il freddo pungente ci ha costretti a rientrare per qualche ora di sonno, avvolti nei sacchi a pelo nella camerata comune. Alle  4,15 del mattino: sveglia, indossata la lampada frontale e lasciate nel rifugio le cose superflue per la salita, siamo usciti ancora avvolti dalla luce irreale della luna, che ormai volgeva al tramonto. Dopo un breve tratto in falsopiano siamo arrivati alla base del Vallone dell’Inferno, una ripida pietraia che, durante il giorno, quando il sole risplende a picco, raggiunge temperature appunto infernali e che in duecento metri di dislivello porta sulla cresta; da qui, sempre ponendo la massima attenzione a dove  mettere i piedi, in pochi minuti siamo giunti alla croce. Giusto in tempo per cominciare a vedere ad est le prime luci dell’alba. Sul monte avevano pernottato alcuni temerari  che, sentendoci arrivare, hanno cominciato ad uscire ancora assonnati dalle tende, nelle quali avevano bivaccato per godersi poi lo spettacolo.

 Quando parlo di spettacolo certo mi difettano le parole.  Ecco, in quel silenzio irreale, con la luce che rapidamente cominciava a riversarsi come una cascata sulle montagne circostanti e sul mare sotto di noi, ho compreso appieno la bellezza che la Natura ci ha voluto generosamente regalare; mancavano solo le note del “ Mattino “ di Grieg. Poi è spuntato il sole. Ho indossato i miei guanti rossi e, travolto da una cascata di ricordi della mia vita che improvvisamente mi si sono rovesciati addosso, ho guardato il cielo.

Foto di Gianni Viaggi

Verso la vetta nel 1964

La Pania anno 1964

I guanti rossi di nuovo in vetta

La luna sulla Pania

Alba in vetta

Salita notturna

Sul callare

Vallone dell’inferno