• Mar. Apr 30th, 2024

Diari Toscani

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

Dialogo di una cava e dell’Articolo21  

DiPietro Marchini

Apr 20, 2023

Buongiorno a tutti, sono l’Articolo21 e mi occupo del regolamento degli Agri Marmiferi delle Alpi Apuane, in particolare di quelle esistenti nel comune di Carrara. Sì, avete capito bene, sono una cosa importante: è finito il tempo dell’escavazione selvaggia. D’ora in avanti, per continuare a scavare, anzi per ottenere un allungamento della concessione, lor signori dovranno versare lacrime e sangue e spendere sul territorio una parte consistente dei loro profitti. Si dovranno impegnare nella pulizia dei ravaneti e dei piazzali di cava, nell’impedire alla marmettola di defluire a valle, attraverso i torrenti fino al mare, nel ripristinare tutti i fossi tombati o ristretti per allargare le strade percorse dai camion. Ho messo anche nero su bianco che, se lor signori vorranno continuare a cavare marmo con concessione fino a 25 anni, dovranno lavorare sul territorio almeno il 50 per cento dell’escavato e, dulcis in fundo, impegnarsi economicamente per la tutela del territorio.

Egregio signor Articolo21, sono la cava Polvaccio, e sono presidente dell’ACA (Assemblea delle Cave Apuane) in virtù dei miei meriti storici legati, soprattutto, a quel genio di Michelangelo. Ho ascoltato con interesse le sue asserzioni in merito ad una presunta regolamentazione degli agri marmiferi. Ho una testa dura e non pretendo di mettermi a confronto con un intellettuale come lei, ma alcune osservazioni mi permetterà di farle. Fortunatamente, dagli anni 60 del secolo scorso, i blocchi di marmo non scendevano più a valle col la lizzatura, sistema lento, faticoso e molto pericoloso.Sfortunatamente, le lizze furono sostituite dalle strade di arroccamento, che consentivano, e consentono tutt’ora, a centinaia di camion, di trasportare molto velocemente il marmo, aumentando la velocità di aggressione della montagna e producendo una quantità impressionante di scarti. Fortunatamente esiste l’OMYA, azienda che si occupa del recupero degli scarti del marmo per ridurli a carbonato di calcio e trasformarli in dentifrici, cosmetici ed altro. Sfortunatamente, per non far mancare materiale all’azienda, si scava anche la pietra che non sarà ridotta in blocchi, a tutto danno delle cave e della sacralità del marmo. Fortunatamente, Lei ha anche proposto alle aziende escavatrici di legare la premialità all’assunzione di nuovi lavoratori. Sfortunatamente, anche questo favorirà una maggiore e indisturbata rapina del marmo. Ma qualcuno pensa davvero che a primavera anche le cave germoglieranno come i vegetali? Fortunatamente lei ha pensato alla buona tenuta dei piazzali di cava, dei ravaneti e di tante altre belle intenzioni. Sfortunatamente, sono progetti antichi, mai attuati, lei dovrebbe imporre la chiusura di quelle cave che non rispettano le norme. Lor signori hanno un solo obiettivo: riempirsi le tasche e i conti in banca. “Finché dura fa verdura”. Fortunatamente ha anche pensato di protrarre la concessione in cambio di un po’ più di lavoro in loco. Sfortunatamente, più lavoro in loco dovrebbe essere un principio da imporre a lor signori senza ricorrere alla premialità. Fortunatamente lei si è anche impegnato per la tutela artistica e paesaggistica del territorio, impegnando lor signori a eseguire opere di pubblica utilità. Sfortunatamente si sta parlando delle solite briciole che, durante il Medioevo lor signori gettavano dalla finestra dopo luculliani pranzi, alle povere e derelitte masse e ovviamente le masse dovrebbero anche ringraziare.

 Egregio signor Articolo21 lei non ha inventato niente di nuovo.

Fortunatamente mi pregio di indicarle l’unica soluzione utile a porre fine alla contesa. Premetto che è dai tempi di Maria Teresa che si discute e si legifera per arginare lo scempio delle Apuane, ma con scarsi risultati. L’unica soluzione è quella di imporre a lor signori la lavorazione totale dell’escavato, indipendentemente dal prodotto finale, in modo che nessun blocco vada venduto intero, si scava di meno al monte e si lavora di più al piano, a tutto vantaggio dell’occupazione.

La strada non sarà facile né breve, purtuttavia Lei cominci a pensarci.

Ovviamente questi sono soltanto consigli, come già accennato non mi permetterei… ma se lei intendesse rifletterci su, potremmo discuterne insieme: mi trova ancora qui, nel bacino di Torano, da dove gli antichi romani cavavano marmo senza offendere la montagna. Ossequi a tutta la compagnia e buon lavoro soprattutto a vantaggio, non solo della gente carrarese, ma di tutto il territorio apuano ricco di importantissime cave.   

foto Archivio Michelino