“Che sia un’andata o un ritorno, che sia una vita o solo un giorno, che sia per sempre o un secondo”: le parole di Cesare Cremonini sintetizzano perfettamente l’essenza di ciò che è un viaggio. Un’esperienza che arricchisce sempre, che resta sempre nella banca del cuore, che non potrà mai essere rubata o distrutta. Diari Toscani, che nasce come diario di un viaggio tra storia, territorio, sapori, cultura e curiosità, non poteva non parlare anche di viaggi, quelli con le valige, il biglietto, la faccia in su in un posto nuovo e il cuore aperto a ogni conoscenza. E allora, ecco Diari di viaggio, la nuova rubrica di diari toscani dedicati alle mete dei viaggi. E per restare con il grande Cesare, spegniamo le luci di casa e godiamoci un po’ la strada, che quello che ricorderemo sarà sempre solo ciò che ci ha reso felici. Buon Viaggio!
Parigi come in un quadro... prima puntata

Parigi è sempre una buona idea! Almeno una volta nella vita è consigliabile visitarla e assaporarla in ogni angolo. Parigi è un connubio calibrato di culture ed etnie, sapori e colori. Cosa significa davvero vivere questa enorme metropoli? Significa camminare nelle strade di Rue de Rivoli con gli occhi rivolti all’insù ad osservare le facciate dei palazzi storici. Salire la scalinata della basilica del Sacro Cuore con la fatica che ti coglie impreparato e ti sfianca, sfiorare i monumenti che sono ovunque, farsi scaldare dai tiepidi raggi del sole seduti comodamente sulle sdraio dei giardini di Lussemburgo. Nutrire i propri occhi nel vedere tutti i monumenti, l’aria frizzantina che ti pizzica la pelle, mentre passeggi sulle rive della Senna, i poeti e gli artisti di strada che si esibiscono dando sfoggio delle loro capacità. Le vetrine a luci rosse della zona di Pigalle con le prostitute agli angoli della strade, i locali di Belleville frequentati da gruppi di artisti sempre presi dai loro discorsi sul periodo in cui stiamo vivendo sull’evoluzione dell’arte, le sfide moderne, i risultati e gli obiettivi. Un fermento sempre vivo e attivo: quando si è lì, sembra di essere i protagonisti di un quadro della Belle Epoque. Quello che affiora è un forte senso di appartenenza e di collaborazione e stima reciproca, cosa che si respira solo qui. La moda è ovunque, nella mescolanza di stili, nei capelli scompigliati, nei giovani che si muovono sicuri nelle numerose strade di un centro sconfinato. Nelle scarpe con i tacchi dalle forme più strane, dai profumi costosi che aleggiano nell’aria. La poesia la si ritrova nei numerosi negozi di fiori, nel brusio costante che risuona in ogni dove. Dai café che ti invitano ad osservare il viavai quotidiano: ogni tavolo rotondo ha due sedie affiancate rivolte verso la strada, perché i parigini si soffermano e si guardano intorno, discutendo dei minimi e dei massimi sistemi. È impossibile non farsi coinvolgere quando si incontrano le numerose manifestazioni che chiedono a gran voce che venga fatta giustizia per un caso che sta loro a cuore. L’attaccamento alla patria è contagioso e quando si sente in coro il motto della rivoluzione francese, l’emozione prende il sopravvento e dà i brividi. Una città piena di contraddizioni, dove girando l’angolo ci si può ritrovare di fronte a molti senza tetto che faticano a mettere sotto i denti un misero pasto: consumismo e povertà assoluta sullo stesso piano, uno elimina l’altra. Dove i prezzi per un cappuccino farebbero impallidire chiunque e da buon italiano sceglierai bene di limitare al massimo il consumo di latte nei locali. Parigi è così: una città di contrasti, dove la bellezza e la difficoltà convivono, dove la storia e la modernità si fondono, dove l’arte e la vita si intrecciano. Un’esperienza che lascia un’impronta indelebile nel cuore di chi la vive.