Foto di Silvia Meacci
Qui gli innamorati si scambiano abbracci e baci, lasciando lucchetti a testimonianza del loro amore. Migliaia di turisti ci passano sopra e anche sotto a bordo dei barchetti tradizionali. È Ponte Vecchio, il più amato, il più fotografato, classificato dallo stato come “monumento nazionale italiano”. Ebbene, a partire dall’autunno del 2024 riceverà un intervento di restauro conservativo. Sì, il ponte si rifà il look. Pavimentazione, pile, spallette e prospetti, armille, arcate, muri d’aria. Tutto sarà restaurato e si interverrà anche per migliorare la gestione delle acque meteoriche. “Questo ponte è il simbolo della città, ha resistito ad alluvioni, a incendi, all’invasione nazifascista. Adesso, per la prima volta nella sua storia centenaria, sarà oggetto di una complessa operazione di restauro che ne consentirà una completa valorizzazione – ha detto Dario Nardella, sindaco di Firenze – Ponte Vecchio non ha ovviamente problemi di stabilità, è saldo e ancorato, ma soffre dei malanni tipici di un qualunque manufatto posto all’aperto, soggetto ai fenomeni atmosferici e alle piene del fiume”.

L’importo complessivo dell’intervento è di due milioni di euro. Ad affiancare il comune di Firenze sarà la famiglia Antinori, che sosterrà la parte relativa ai prospetti del ponte. “La storia della nostra famiglia è da sempre legata a doppio filo alla città di Firenze sin dal XIII secolo – ha dichiarato Piero Antinori, presidente onorario di Marchesi Antinori – Una città che ci ha dato tanto in questi secoli, motivo per cui ci fa particolarmente piacere poter essere parte di questo importante progetto”.

Si partirà dalla disinfestazione delle superfici per eliminare alghe, muschi, erbacce, licheni e si rimuoveranno anche tutte le croste e le sostanze chimiche portate dall’acqua piovana o dall’umidità. Saranno consolidati i vari materiali del ponte. Fratture, fessure saranno riempite, e con stuccature e microstuccature, la pietra diverrà più resistente agli agenti esterni di degrado. Ci saranno interventi sulle lapidi, sulle parti d’intonaco, ove presente, e, infine, la pavimentazione in pietra e le cimase in pietra serena sui parapetti delle piazzette verranno restaurate.

Il “pons Vetus” fu costruito, così come è adesso, con l’innovativa struttura a tre campate ideata da Taddeo Gaddi, dopo che, nel novembre 1333, una piena aveva distrutto l’antico ponte che collegava la Florentia romana con la via Cassia Nuova. Fortunatamente da allora non fu mai più abbattuto, anche se le alluvioni continuarono ad imperversare negli anni e nei secoli. Nel 1400 circa, fu messa in atto un’operazione che rese più linde le strade cittadine in quanto gli spacci di carni e verdura furono trasferiti sul Ponte Vecchio. I commercianti ampliarono i propri negozi con le tipiche costruzioni chiuse sui lati del ponte. Da lì potevano gettare in acqua tutti gli scarti e le merci avariate nel fiume. Nel 1593, quasi trenta anni dopo la costruzione del corridoio vasariano che passava sopra il ponte e che permetteva ai Medici di raggiungere Palazzo Pitti da Palazzo Vecchio in totale sicurezza, Ferdinando I stabilì che le botteghe dei beccai fossero sostituite da quelle degli orafi. Il ponte perse finalmente i suoi olezzi e il becero vociare dei macellai e da allora cominciò ad acquistare eleganza e una importante valenza estetica. Dal prossimo autunno, il primo vero “restyling”. Nardella ha commentato: “Si tratta di un progetto storico, perché, mai , Ponte Vecchio ha avuto un intervento di restauro di questa complessità tecnica. Alla fine avremo un ponte ancora più bello di come siamo abituati a vederlo”. Durante i lavori, che saranno suddivisi in più interventi, ottobre enovembre 2024, periodo estivo 2025, estate 2026, sarà garantito un passaggio pedonale.