Sarà presentato alla biblioteca Giampaoli di Massa, giovedì 11 aprile alle 17,30 il libro “I Mercanti del Caos” di Antonella Gramigna: un romanzo che, all’interno della storia narrata, contiene una riflessione ampia su quanto abbiano influito la stampa, ed i media in generale, sulle opinioni di massa. “I mercanti del caos” porta avanti la storia di Anne, giornalista e esperta di comunicazione, protagonista anche del primo romanzo della Gramigna” Il vento e le promesse”. La vicenda di “I mercanti del caos” si svolge in Italia nel periodo post covid. L’autrice mette in evidenza quanto il potere del mondo dell’informazione sia grande. “L’impatto delle informazioni, urlate, false, disorientanti, deterrenti, fuorvianti, o comunque non veritiere – ha dicharato Gramigna – ha fatto da padrone ed ha, di fatto, dettato l’umore, e l’agenda politico- sociale del paese. L’informazione, libera, laica, vera, è un bene prezioso, così come lo è chi, ogni giorno con serietà, professionalità, dovere civico e deontologico, divulga notizie per dare al cittadino la possibilità, il diritto alla conoscenza”. Nel libro c’è una parte dedicata al Manifesto recentemente approvato a Bruxelles, dopo anni di battaglia dei Radicali, e di Marco Pannella, che ha “magicamente” incrociato quest’opera, con un breve intervento di Matteo Angioli.
“Perchè senza conoscenza, c’è ignoranza, e paura – ha aggiunto l’autrice – Ma la conoscenza presuppone la verità. Sempre. È davvero perseguibile questa strada? Sarà mai possibile recuperare quella qualità di stampa e della informazione che renda tutti più consapevoli e non in balìa del vento che tira, dei titoloni acchiappa click, o del potente di turno che spinge su fronti a lui maggiormente utili? Che tipo di messaggi abbiamo fagocitato, più o meno inconsapevolmente, in questi mesi? Se pluralismo e indipendenza sono i due concetti cardine intorno ai quali si può sviluppare una corretta analisi dello stato di salute del giornalismo e della comunicazione, possiamo tranquillamente affermare che il quadro emergente non è per nulla rassicurante. Salvo rarissime eccezioni, la stampa italiana -intendendo con questo termine il complesso del sistema mediatico nel suo insieme- si è omologata a una visione ansiogena e in alcuni casi perfino terroristica, della vicenda pandemica. La narrazione ha privilegiato una visione quasi esclusivamente pessimistica di quanto accaduto, il racconto prodotto è in massima parte univoco, le fonti accreditate sono quasi sempre le stesse, le voci critiche vengono isolate se non silenziate, le vicende vengono interpretate per dar corso a una descrizione catastrofista dei fatti e degli eventi, la quale, tendenzialmente, accompagna e blandisce le paure più recondite delle persone. Tutti abbiamo diritto a conoscere la verità, nessuno escluso. Perché solo così possiamo davvero crearci opinioni, e perseguire strade di pensiero e azioni a noi più simili. Senza la verità, senza la conoscenza del fatto in sè, della esatta situazione che un fatto ricopre, in termini di gravità e peso, siamo in mano ai “mercanti” del Caos. Ed un mercante, lo sappiamo, si sa ben vendere al miglior offerente”.