Il mio nome potrebbe derivare dal monte Athamas, che si trova in Tessaglia, oppure da Athamas figlio del dio Eolo e della dea Tebe. Figura della mitologia greca, Atamante fu re della Beozia, regione della Grecia centrale. Ancora oggi per dare dello stupido a qualcuno si dice che è un beota, termine che usavano gli ateniesi quando si riferivano ai loro rivali beoti. Sposò in seconde nozze Ino da cui ebbe due figli. In seguito a intrighi e malcostumi, esistevano anche allora, la dea Giunone si adirò e fece impazzire Atamante. Secondo Ovidio questi fu successivamente mutato in un fiume.

Faccio parte degli endemismi apuani, fra cui posso segnalarvi: Aquilegia Bertolonii, Astrantia Pauciflora, Biscutella Apuana, Centaurea Montis-Borlae, Santolina Leucantha, Silene Lanuginosa e altri. Vivo ad una altezza compresa fra i 1500 e i 1900 metri sui fianchi dei monti Grondilice, Pizzo d’Uccello, Cresta Garnerone, Contrario e Cavallo, Pizzo delle Saette e Pania della Croce, sui pascoli sassosi e su suoli calcarei. I miei fiori si possono osservare nei mesi di giugno- luglio. Ho chiesto la parola o, meglio, un piccolo spazio sul giornale Diari Toscani per rendere tutti consapevoli del fatto che molte specie vegetali sono a rischio estinzione. Io, in particolare, risento fortemente dei cambiamenti climatici, ma, soprattutto, dell’escavazione del marmo, consapevole che le regolamentazioni farlocche non ostacolano la devastazione di queste stupende montagne.
Io non ho la possibilità di urlare le mie verità, né di costituire un partito che tuteli il buon nome e l’importanza della flora apuana ma, come si può facilmente evincere, il mio endemismo e l’antica storia a cui sono legata, fanno di me un essere vivente da tutelare e tramandare intatto alle future generazioni.
Un saluto fiorito e molto profumato a tutti i lettori.
Vostra Athamanta.