TUTTO IL TIFO MINUTO PER MINUTO 15 ^ GIORNATA
prima parte
Juventus Napoli 1 – 0
di Vinicia Tesconi
Stavolta è buono anche il “corto muso” che, di solito, ci sta sulle balle. Il Napoli era determinato a non perdere per la terza volta consecutiva, ed era anche convinto che, visto che l’anno scorso ce ne aveva dati cinque, qualcosa sarebbe avanzato anche quest’anno. E invece no. Ok, vinciamo sempre di misura o con una sola rete. Ok, segnano spesso ( sempre???) i difensori. Ok, dobbiamo soffrire come cani fino al fischio finale che non arriva mai. Ma abbiamo una difesa che è di granito: ci sbatti contro e ti fai male…a parte il black out di un secondo di Szczęsny che con il rivio la passa a Politano, che la passa a Oshimen, che per fortuna era in fuorigioco, che al mercato mio padre comprò. Gol annullato e fiato sospeso ancora fino alla fine (mai come ora mi è chiaro il senso profondo del nostro motto) sotto l’assalto, spuntato, dei napoletani e con molti buoni spunti nostri, perchè Dusan e Fede, e poi Milik e Kean, magari non segnano, però si muovono bene. Per cui si spera in uno sblocco assai futuro. Nel frattempo ci godiamo il SuperGattone che infilza la rete del Napoli e ci regala i soliti tre punti che ci tengono in vetta per una notte. E nessuno si sogna di sperare che l’Inter cada (per ora…), ma l’aria della cima fa sempre bene. Restiamo lì’ aggrappati con le unghie e con i denti, e con il nostro corto muso che, però, fa sempre paura.
Verona – Lazio 1-1
di Pierluigi Califano
Che la Lazio giochi in tutti gli altri giorni che non siano domenica è un dato di fatto certo, come che nei film di Natale una ragazza erediti una fattoria e incontri un affascinante vedovo o che uno dei parenti di Liam Neeson venga rapito per vendetta. In un sabato veronese, in tribuna si scorgono dei pinguini artici, si affrontano allo Stadio Bentegodi, che oggi compie 60 anni – anche lui è più giovane di me- la squadra locale, che si chiama Hellas Verona e richiama un romantico passato, e la Lazio di bianco vestita. La squadra laziale controlla il gioco e cerca di fare breccia nella difesa dei veronesi, chiusa come una testuggine dell’esercito romano che si difende usando le alabarde. Dopo un veloce scambio tra Lazzari, Anderson e un passaggio dal fondo, Zaccagni con uno splendido colpo di tacco porta in vantaggio la Lazio. Interviene Baroni, l’allenatore del Verona, che con un taser sprona i suoi che vengono colpiti da una scossa elettrica che li fa riversare nell’area degli avversari, cioè noi. C’è una contesa in zona centrocampo e Marusic capisce il significato del proverbio: anche l’occhio vuole la sua parte, quando un avversario tenta di estrargliene uno con un colpo di karate. Esce dal campo e viene sostituito da un compagno con entrambi gli occhi a disposizione. Finisce la prima frazione e abbiamo appena il tempo di vedere un’altra ragazza che eredita una fattoria e il cane di Liam Neeson che viene rapito dagli alieni, intenti a invadere il pianeta – forse sto guardando troppe serie tv. Entra Lazovic detto er pomata e Henry detto Henry. La Lazio ha un possesso palla del 182 per cento e malgrado ciò il Verona pareggia sull’unica iniziativa in area laziale, civostri. Duda viene espulso dopo 4800 falli, qualcuno fatto con una roncola che porta sempre nei pantaloncini. La Lazio opera dei cambi e ha qualche occasione per tornare in vantaggio ma la spreca e la partita scivola lentamente verso un pareggio deludente contro una squadra nettamente inferiore. Restando in tema di proverbi: chi è causa del suo mal acquisti campioni invece di…va beh la rima l’avete capita.
Inter Udinese 4 – 0
di Ludovico Begali
Ritorna il campionato e riparte il duello del derby d’Italia a distanza, tra sorpassi e controsorpassi. Giochiamo contro un Udinese finora insipida, in un gelido sabato sera milanese. Per fortuna l’atmosfera viene scaldata dai ragazzi che, fin dal primo minuto, mettono in campo grinta e voglia di portare a casa la partita, esprimendo trame di gioco una dopo l’altra. Il fortino friulano (dopo una parata di De Silvestri e un palo del Toro) regge fino alla mezz’ora, quando, dopo una solare trattenuta di un ingenuo Perez sul capitano, Chala si presenta sul dischetto ed è infallibile come sempre (lo sai perchè….il resto della canzone lo lascio cantare ai milanisti). L’Inter sembra davvero troppa bella per essere vera, a tratti commovente. Dimash prima e Thuram dopo, nel giro di sette minuti, blindano una partita dominata sin dal primo minuto, sul 3 a 0 a fine primo tempo. La ripresa è giusto per presenza, il tempo di fare giocare chi in stagione non lo ha quasi mai fatto e per far rifiatare qualche titolare. L’unico che non ne vuole sapere di fermarsi è proprio il capitano, che si batte perfino in difesa per recuperare palla e che viene giustamente premiato all’80esimo con un grande gol da fuori che sigla il 4 a 0. Il periodo è d’oro a dir poco… speriamo solo che l’Epifania non ce lo porti via. Amala.