Per Giulia, per i suoi sogni spezzati da un coltello e gettati in un burrone dall’ennesimo uomo incapace di comprendere che le donne non sono proprietà di nessuno, che non sono accessori di vite irrisolte e che non valgono meno di alcun uomo. Per tutte le donne che sono state uccise da chi diceva di amarle da morire, appunto. Per tutte le donne che, da sempre, sopportano gli infiniti modi con un uomo esercita la violenza su di loro, per le loro lacrime solitarie, per le loro sconfitte taciute, per le bugie raccontate a se stesse, acuminate e taglienti come coltelli. Per le donne che sono stanche di scoprirsi ancora una di meno perché un uomo non ha voluto accettare che non lo amavano più. Perché un uomo, lo stesso delle caverne, è ancora convinto che “o sua o di nessuno”, come la sua clava, il suo cavallo, la sua casa, il suo giocattolo. Per le donne che non crederanno più ai “ti amo da morire” perché l’amore non fa mai morire e se ti fa morire, non è amore. Per Giulia e per tutte le donne vittime di violenza, nella settimana in cui cade la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, arrivano le parole delle studentesse e degli studenti del liceo scientifico Marconi di Carrara che hanno intrapreso, già da alcuni anni, un percorso di sensibilizzazione sul tema, nell’ambito della programmazione di educazione civica improntata ai contenuti dell’Agenda Onu 2030 che propone 17 obiettivi per la sostenibilità tra i quali sono compresi il contrasto al bullismo e la parità di genere. Il progetto, fortemente voluto e sostenuto da un gruppo di insegnanti del liceo Marconi, tra cui anche Giovanna Bernardini, ha visto, proprio in questi giorni, diverse classi impegnate sul tema per preparare un’uscita pubblica volta ad avviare un dialogo contro la violenza di genere. La notizia dell’ennesimo femminicidio ha profondamente scosso studenti e studentesse e li ha spinti a scrivere le loro riflessioni in onore e in memoria di Giulia, che, da oggi, saranno pubblicati su Diari Toscani.
Fiori Rosso sangue
di Valeria Tonarelli classe IV E Liceo Scientifico Marconi Carrara
Passi veloci,
la notte non lascia indietro nulla, a parte me. Passi veloci,
ma nel buio silenzioso sento i tuoi,
oltre che i miei.
La forza non ti dà il permesso,
il vestito corto non è il mio consenso,
e quando con la mano mi tappi la bocca
pensi davvero di aver ucciso l’anima che ho dentro?
No, lei continua ad urlare
e dal corpo si vorrebbe staccare
per poter volare,
ma non lo può fare.
E quando, alla fine, sorridi
perche hai spento i tuoi piaceri
in un corpo indifeso,
ti guardi intorno e vorresti cancellare quello che è stato,
incroci il mio sguardo, ma non credi di aver sbagliato.
Sono io l’errore,
sono io la tentazione,
è quello che insegna la religione;
e come tale devo essere punita,
con la mia vita.
Fiori rossi sulla mia tomba bianca,
guance pallide quelle di mamma,
nella mia bellezza mi hai congelato,
nella mia umanità mi hai sbranato.