TUTTO IL TIFO MINUTO PER MINUTO 12^ giornata – parte seconda

Fiorentina – Bologna: 2-1
di Gianni Ammavuta
L’ho visto alla radio, questo intenso derby dell’Appennino, come ai vecchi tempi, e mi ero fatto l’idea di una partita intensa, con Bologna tosto – con molta qualità davanti – e una Fiorentina altrettanto combattiva, ma con un tasso tecnico inferiore, almeno in attacco. Gli highlights hanno confermato quest’impressione. Fortunatamente la qualità di Nico e Jack Bonaventura sopperiscono alla povertà – a tratti imbarazzante – di molti loro compagni di squadra, soprattutto in difesa. Non è un caso che siano loro i due giocatori che decideranno la gara. Il gol del momentaneo vantaggio della Viola è un vero e proprio gioiello. Solo l’inquadratura da dietro la porta del Bologna rende giustizia al tasso di difficoltà del gesto tecnico di Jack: ricevuta da ‘Nzola una palla ben lavorata nel cuore dell’area felsinea, il centrocampista della Fiorentina si sposta – di spalle – alla sua sinistra per sganciarsi dalla marcatura, ma così facendo esce di almeno di due metri dallo specchio della porta. Nonostante questo Jack si gira e spara un destro no-look carico di effetto a rientrare, che sbatte sulla traversa interna e finisce la sua corsa meritatamente in rete. Un gol che riconcilia con questo gioco e che vale il prezzo del biglietto. Il Bologna non si scompone e macina il suo calcio, con trame di gioco ficcanti e dall’ottimo tasso tecnico, arrivando giustamente al pareggio su rigore, grazie ad un fallo di mano in aerea, provocato da un salto a braccia larghissime di Parisi, già al secondo errore grave consecutivo, dopo quello contro la Juve. E se anche questo non si rivela decisivo, è solo grazie ai dieci secondi di follia che annebbiano la mente di uno dei due centrali difensivi del Bologna che, nel secondo tempo, sugli sviluppi di uno stupido fallo laterale, si fa prendere il tempo da Ikonè, e non trova di meglio che tirarlo giù per la maglietta davanti all’aerea piccola. Con freddezza, Nico realizza il penalty, eguagliando le reti della passata stagione (sei), e portando di nuovo avanti la Fiorentina. Un secondo tempo non meno intenso del primo, regala un paio di ghiotte occasioni per parte, fallite per poco.
Il Var ha lavorato molto quest’oggi, e lo ha fatto quasi sempre bene. Il “quasi” è dovuto ad una mancata espulsione che ha del clamoroso e che avrebbe sicuramente cambiato le sorti della gara: Saelemaehers abbatte Nico e, non contento, tenta chiaramente di rifilargli un pugno in faccia. Non punendo l’inconsulto gesto del giocatore rossoblù, l’arbitro ha perso un po’ di mano la partita, e merita un bel 4 in pagella, anche se ha ben interpretato gli altri episodi. In una delle rare occasioni in cui la Viola non stravince il dato del possesso palla, rinforza, però, la sua classifica dopo tre sconfitte di fila in campionato. Una vittoria che vuol dire molto per la Fiorentina e che, allo stesso tempo, non è un dramma per questo bel Bologna. La sosta, tradizionalmente, non ha mai portato troppo bene alla Viola. Speriamo che la tendenza si possa invertire, perché tra quindici giorni c’è un Milan quasi in crisi che ci aspetta sotto le luci di San Siro.
Buona sosta a tutti.

Lazio Roma 0 -0
di Pierluigi Califano
Si disputa il derby della capitale, l’eterna sfida tra Orazi e Curazi, tra Remo e Romolo, tra Guelfi e Gibellini, no quella era un’altra parrocchia. I tifosi laziali espongono una coreografia con una grande aquila stilizzata e la scritta: Concordia parvae res crescunt (nella concordia crescono le piccole cose) uno stralcio di una frase di Sallustio che richiama allo spirito di forte unità. I romanisti rispondono con grande fatica, si era evidentemente incastrata la zip dello striscione con dei grandi mon cherie e ferrero rocher, in tribuna si scorge la signora di giallo vestita, Ambrogio è relegato in curva. Inizia la partita, la Roma pressa alto e ha delle occasioni con Karsdorp che ha i piedi montati al contrario, i suoi compagni, lo chiamano affettuosamente: er banana. Il telecronista ci fa notare che quando Spinazzola è mancato, era perché era assente, vince il premio grazie arca 2023. La Lazio prende lentamente campo e ha delle buone occasioni con Luis Alberto, che prende il palo con un tiro a giro di rara bellezza e Romagnoli che colpisce di testa, impegnando il portiere romanista. Romagnoli credo che abbia un piccolo orto urbano che si è dimenticato di curare, perché dopo la parata grida forte. Orto mio o qualcosa che somiglia. Verso la fine del primo tempo ci sono degli scontri all’arma bianca con tanto di sfida, Immobile e Llorente che si danno appuntamento all’alba sotto il ponte dei frati neri. Finisce la prima parte e devo dire che sono abbastanza annoiato, non sapendo ancora cosa mi attende nel secondo tempo. La Roma parte meglio al fischio dell’arbitro Massa, Mourinho sempre molto pacato con il suo aplomb inglese guida la squadra che sembra messa meglio in campo. Dopo una quindicina di minuti sembra la sfida tra Howard e Raj in Big Bang Theory: rifletto su quali cose si possano fare la domenica pomeriggio e me ne vengono in mente almeno una ventina migliori di questa quadriglia calcistica. Ci sono vari cambi senza che nulla cambi, il gattopardo scritto da Sarri e Mourinho. La partita volge al termine i due portieri si sfidano a nomi, cose e città, vince Provedel che non mette Domodossola nelle città. Finisce con un pareggio a reti bianche. Questo pubblico, la passione che hanno le tifoserie, avrebbero meritato molto di più, tutto il resto è noia come cantava il mio omonimo.