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Diari Toscani

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

Amerigo Vespucci, Mr America

DiPierluigi Califano

Set 2, 2023

Ci sono stati navigatori ed esploratori, che hanno viaggiato e scoperto senza rendersi davvero conto di dove fossero e poi c’è stato Amerigo Vespucci che comprese immediatamente di essere nel Nuovo Mondo. Nacque a Firenze il 9 marzo del 1454 da nobile famiglia nel quartiere di Santa Lucia di Ognissanti. Quando venne alla luce i suoi congiunti avevano perduto parte delle loro finanze, ma erano comunque ben introdotti negli ambienti della Firenze importante di quel periodo storico. I fratelli maggiori di Amerigo furono mandati all’Università di Pisa, mentre lui fu istruito da suo zio Giorgio Antonio, un frate domenicano che era uno studioso umanista e gli diede una formazione in letteratura, arte, filosofia, latino e retorica. Amerigo seguì suo zio durante un viaggio diplomatico a Parigi e durante quei lunghi giorni ebbe modo di appassionarsi alla conoscenza di terre straniere e l’esplorazione. Tornò da Parigi ed iniziò a lavorare con suo padre, che morì nel 1482. Amerigo Vespucci andò a collaborare con Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici, gestendo gli affari della famiglia in Italia e all’estero. Lorenzo fu talmente soddisfatto del suo operato da affidargli il ruolo di agente nella città di Siviglia e lo mise in contatto con Giannotto Barardi, un ricco commerciante che aveva investito nel primo viaggio di Cristoforo Colombo verso le Indie. Quando Barardi morì nel 1495, Amerigo Vespucci divenne esecutore testamentario. Continuò a sovvenzionare i viaggi di Colombo, che, in realtà, non stavano dando i frutti sperati. Amerigo Vespucci sposò una donna spagnola, Maria Cerezo. Da quel momento iniziò la leggenda legata alle sue gesta. Si teorizza che intraprese i primi viaggi al fine di salvaguardare gli interessi dei committenti. Altra ipotesi è quella di poter appagare la sua innata curiosità e conoscenza di nuovi mondi. Nel 1499 partecipò alla spedizione guidata da Alonso de Ojeda. Approdarono nell’odierna Guyana e poi Vespucci proseguì  verso sud, toccando il Rio delle Amazzoni. Nel 1501 Amerigo Vespucci viaggiò al servizio del Portogallo.  La spedizione comandata da Goncalo Coelho fece tappa nelle isole di Capo Verde, che erano sotto il controllo del Portogallo. Qui Vespucci incrociò Pedro Alvares Cabral di ritorno dalle Indie. Conobbe Garpar da Gama, che gli descrisse i popoli, la fauna e la vegetazione dell’India. Vespucci arrivò alla conclusione che quanto descritto non era comparabile con quanto visto nel suo viaggio con Alonso de Ojeda: le terre che avevano visitato non facevano parte dell’Asia, ma dovevano essere considerate il Nuovo Mondo. In quel periodo Amerigo Vespucci scoprì nel cielo stellato di una notte di agosto, la longitudine. Osservando il movimento rapido della luna e comparandolo con quello degli altri pianeti, comprese che la congiunzione tra Luna e Marte aveva qualcosa che non tornava con i calcoli, vide la Luna più ad oriente di Marte, calcolò i gradi di differenza e si rifece agli studi di Tolomeo, calcolando la circonferenza della terra in base alle 6000 leghe. Amerigo Vespucci fece altri viaggi sempre al servizio del Regno di Portogallo. Costeggiò le rive del  Brasile e scoprì isole nel mezzo dell’Oceano Atlantico. Descrisse con dovizia di particolari gli scontri tra nativi e coloro che forzatamente volevano imporre il cristianesimo. Nel 1505 tornò a Siviglia e malgrado il suo lavoro per il Portogallo, fu accolto dal re spagnolo, Ferdinando II di Aragona desideroso di conoscere il modo di raggiungere le Indie Occidentali, come veniva definito all’epoca il continente americano. In quello stesso anno venne dichiarato cittadino di Castiglia e Leon e gli venne data carta bianca e finanze quasi illimitate per allestire navi verso il Nuovo Mondo. Fu nominato piloto mayor della Casa de Contratation. In quel ruolo poté gestire tutte le spedizioni e formare i piloti e i cartografi, insegnando loro l’uso del quadrante e dell’astrolabio. Creò una mappa dettagliata da far usare ai comandanti delle navi dirette nelle Indie Occidentali e divenne molto ricco grazie alla grande considerazione del re Ferdinando II d’Aragona. Amerigo Vespucci morì il 22 febbraio del 1512 a Siviglia. Non ebbe figli e lasciò tutti i suoi beni alla moglie Maria Cerezo. Sempre nel gioco di realtà e leggenda, non è certo se Amerigo Vespucci sia stato sepolto a Siviglia oppure la salma sia stata rimpatriata a Firenze e riposi nell’Abbazia di Ognissanti, anche se la pietra sepolcrale riporta l’anno 1471, quindi potrebbe essere quello di suo nonno. In ogni caso, Amerigo Vespucci è stato un grande toscano, un navigatore, un esploratore, un cartografo e se l’America si chiama così, un motivo c’è.