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Diari Toscani

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Scolpire il vento: parte sabato 8 luglio al mudaC di Carrara la mostra di  Francesco Bartoli

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Lug 3, 2023

Sarà inaugurata sabato 8 luglio alle ore 19, al museo mudaC di Carrara la mostra dal titolo Scolpire il vento dello scultore Francesco Bartoli vincitore del PAC2021 – Piano Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione  Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. L’esposizione presenta il risultato di un progetto condotto nel corso degli ultimi quattro anni, attraverso una poetica esplorazione del territorio naturale  e antropologico delle Alpi Apuane, durante i quali sono state attivate collaborazioni con l’Accademia di  Belle Arti di Carrara, il Museo Tattile “Omero” di Ancona, l’Archivio Cinema d’Impresa di Ivrea,  istituzioni che hanno permesso la realizzazione del film e partecipato attivamente alla sua costruzione. 

In mostra il film “Scolpire il vento”, un gruppo di fotografie, due sculture. Nel film l’artista ha  rappresentato il paesaggio di Carrara, attivando relazioni con gli scalpellini, artisti e studenti  dell’Accademia di Belle Arti. Attraverso immagini toccanti e estratti storici, il film esplora il rapporto tra  marmo, persone, paesaggio, società e storia, rivelando la potenza dell’immaginazione e offrendo nuovi  modi di comprendere la complessità di questo territorio.  “Il progetto Scolpire il vento di Francesco Bartoli interpreta le strategie di promozione culturale adottate  dalla nostra amministrazione – sostiene Gea Dazzi, Assessore alla Cultura e Istruzione del Comune di  Carrara – “in particolare le collaborazioni attivate dall’artista hanno permesso di realizzare un’opera  filmica che rappresenta lo straordinario valore e unicità del nostro territorio e che entrerà a fare parte  della collezione permanente del museo”.

Così la direttrice del mudaC Laura Barreca: “Saper disvelare in forma dialogica il valore del marmo e  del valore del lavoro umano, comprendere insieme la potenza visiva del paesaggio e la sua effimera e  cangiante bellezza, sono alcuni tra i livelli interpretativi che l’opera di Bartoli ci offre, e che grazie al  supporto della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura oggi questo  sguardo diventa patrimonio condiviso e permanente”. 

“Scolpire il vento” è stato non solo un viaggio artistico, ma anche un’occasione di conoscenza. Nella  costruzione di questa opera d’arte, l’artista si è fatto interprete di un sentire collettivo, conferendo così  un valore profondo a tutto il processo creativo. La sua restituzione, grazie alla collaborazione con il  Museo Tattile Omero di Ancona, ha trovato forma narrativa nel film omonimo, un dialogo poetico tra  marmo e persone che lo lavorano, tra paesaggio e società, tra arte contemporanea e storia. Le  immagini toccanti delle mani che sfiorano le sculture e la consapevolezza sensoriale che passa  attraverso il tatto, ci mostrano nuovi modi di esperire ed esplorare la vita e l’esistente, rivelando la  potenza dell’immaginazione. Nel film sono presenti anche estratti storici, ottenuti grazie alla preziosa  collaborazione dell’Archivio Nazionale Cinema d’Impresa, che ampliano ulteriormente la  consapevolezza della complessità di tutto il progetto.

Per Francesco Bartoli: “Mito e memoria, paesaggio e scultura, tecnologia e arte, sono soltanto alcuni  dei temi e dei concetti che sono affiorati in questi intensi e complicati anni di ricerca sul territorio di  Carrara e dintorni… Ed è da questo caos necessario e armonico, di echi del passato e stimoli del  presente che nasce l’idea di costruire un film poetico dedicato ai materiali dell’arte e al rapporto tra  l’uomo e il paesaggio che abita, vive e che in questo caso plasma incessantemente. Un legame, quello  tra l’uomo e il paesaggio delle Apuane, che consuma entrambi da secoli. Paesaggio poetico,  paesaggio fisico e paesaggio immaginario, dunque, in un unico lavoro che nasce con il delirante  obiettivo di misurare l’assente. Come in una ipotetica Arcadia perduta, le maschere di marmo prodotte  e usate nel film, simboleggiano una dimensione primitiva in cui l’uomo vive in armonia con il paesaggio  che lo ospita”.

Nel testo in catalogo Giacinto di Pietrantonio risponde alla domanda che ci pone e si pone Francesco  Bartoli “Il vento può essere scolpito?”, “rispondiamo che sì, anche perché l’aria sposata alla meccanica  è entrata da molto nella strumentazione che riguarda la scultura: martelli pneumatici, scalpelli  pneumatici, attrezzi ad aria compressa di vario tipo e utilizzo che facilitano di molto il lavoro di  scalpellini e scultori a scapito, secondo alcuni, del tocco di mano, che ravviva l’antica e moderna  diatriba che ancora resiste nella disputa tra tradizionalisti e modernisti.”

Oltre alla produzione del film e alla realizzazione della mostra, il mudaC ha ideato il Public Program  “Ruoli di società: musei, comunità, monumenti”, affrontando importanti temi legati al ruolo del museo  nelle dinamiche sociali, nel territorio e nella partecipazione della comunità. Si è rivisitato il concetto  storico di monumento e opera, promuovendo un approccio più inclusivo, partecipativo e democratico  alla cultura e alla storia. Inoltre, è stato organizzato un workshop dell’artista con gli studenti  dell’Accademia di Belle Arti di Carrara, offrendo un’esperienza diretta del racconto filmico e della  relazione con il paesaggio vissuta durante i mesi di riprese del film.

Il progetto è accompagnato da un catalogo pubblicato da hopefulmonster editore.

Francesco Bartoli si è diplomato presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, dove ha seguito i corsi  dell’artista Luciano Fabro. Nella sua ricerca artistica fonde il disegno con altre discipline artistiche  come il frottage (stampa diretta su carta), il video, l’animazione e la performance. Nel corso dei 15 anni  trascorsi all’estero, sviluppa molti progetti interdisciplinari, tra cui vale la pena menzionare la  collaborazione con il Museo Nazionale di Scultura di Valladolid (Spagna) e il Museo d’Arte Romana di  Mérida (Spagna) con l’istallazione – film in16mm. a colori “Una Forma in Comune” e la partecipazione  al progetto della 54. Biennale di Venezia “Padiglione Italia nel Mondo” con l’Istituto Italiano di Cultura  di Madrid (Spagna). Tra i riconoscimenti il premio Aiuti all’Arte Contemporanea (2010) del Ministero  della Cultura spagnolo e le selezioni ai festival internazionali di documentari e fotografia PhotoEspaña  2010 e Documenta Madrid 2011. Regista e produttore del progetto In Search For Nothing (2016),  docufilm con migranti minori non accompagnati. Tra i suoi ultimi progetti internazionali, la mostra  personale Scolpire la memoria I Dìnamo Gallery Esap Porto (2021) e ITALIAN COUNCIL X (2021) con il  progetto Ecos: la memoria degli ultimi Indios Charrúas dell’Uruguay, in collaborazione con EAC – Centro de Arte Contemporaneo di Montevideo e Viafarini, Milano.