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Diari Toscani

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

Dal fumetto al cinema: la passione di Andrea Bacci

DiSelenia Erye

Apr 19, 2023

In diverse sale cinematografiche, in questi giorni, è in programmazione: “Welcome to the Torture Museum”, l’ultima creazione di Andrea Bacci, noto artista toscano, uomo dalle infinite capacità e doti. Bacci è disegnatore, scrittore, sceneggiatore, regista. Ha frequentato l’Istituto d’Arte di Porta Romana a Firenze e la Scuola Internazionale di Comics a Firenze. Ha collaborato con varie case editrici, più o meno grandi, come disegnatore e sceneggiatore. Nel 2008 ha scritto il suo primo romanzo di genere Fantasy dal titolo “Nuvola Rossa e la minaccia di Kobal”, distribuito in tutta Italia dal gruppo Albatros. Dal 2009 al 2014 ha pubblicato con la sua casa editrice “Andrea Bacci Editore”, distribuita da Panini in tutte le edicole e fumetterie,  gli albi “Lady Viola”, “Fiamma d’Argento”e “Mr. V ”, nel quale ha creato un mondo di supereroi e supercriminali caratterizzati per ogni regione italiana. Dal 2017 si occupa esclusivamente della sua più grande passione, il cinema,  nel quale ha iniziato quasi per gioco, con la realizzazione del mediometraggio  “Il Club dell’Orrore”, fondando, in seguito, la sua casa di produzione “Andrea Bacci Film” e realizzando nel 2018 e 2020 i suoi primi lungometraggi “The Mugello Witch Project – Il Mistero della Strega del Mugello” , parodia comica del film“The Blair Witch Project” e “The Horror Club”, attualmente tutti e due distribuiti negli Stati Uniti ed altri paesi all’estero.

Quando è nata l’idea del film che è in questo momento nelle sale?

L’idea di “Welcome to the Torture Museum” è stata praticamente istantanea e casuale. Era una sceneggiatura che avevo scritto per un fumetto mai realizzato circa quindici anni fa, e che, sinceramente, non pensavo avrei mai realizzato. Nel dicembre 2021, mi trovavo a San Gimignano: entrai quasi per gioco, dentro al museo di torture e subito proposi al proprietario di girare un film all’interno del museo. Lui si mostrò interessato alla mia proposta e io colsi subito la palla al balzo, chiamando Marco Frosini, un amico che ha una grande esperienza nel mondo del cinema, a cui chiesi di cominciare ad organizzare tutto ciò che serviva per girare il film. Insieme a Marco, che apprezzò molto l’idea del film,  ho rivisto la sceneggiatura per darle un taglio più cinematografico e meno fumettistico e siamo partiti.

Qual è la trama?

Quattro giovani YouTuber, all’inizio della loro carriera, realizzano film in case abbandonate e luoghi presumibilmente infestati, a caccia di fantasmi, con scarsi risultati di ascolto. Vogliono fare l’episodio della svolta, quello che li renderà famosi, intrufolandosi una notte, di nascosto, nel famigerato Museo della Tortura di San Gimignano. L’episodio girato di nascosto con scene di sesso e violenza li porterà al successo oppure…

Come ha trovato i suoi collaboratori?

Cercando bene! Li racconto. Come ho detto, il primo è stato Marco. A ruota è arrivata la bravissima Jessica Cannizzaro, che è il direttore della fotografia del film. Anche se giovanissima, è già fotografa di talento e affermata da anni. Entusiasta dal progetto si è cimentata per la prima volta nella fotografia per un film. Noi tre insieme abbiamo iniziato molti mesi prima delle riprese con decine di sopralluoghi giorno e notte, trovato tutto il resto della troupe artistica e tecnica fino alla post produzione e oltre. Altro membro importantissimo della troupe è stato l’amico e mago degli effetti speciali Stefano Pizzolitto, che conoscevo di fama avendo visto film a cui ha lavorato e seguendolo sui social. Sono andato subito a Massa a trovarlo e ad illustrargli gli effetti speciali di cui necessitavo e ne è stato entusiasta, dando un contributo eccellente al film. Tra le molte figure tecniche che hanno dato importante contributo ci sono il fonico in presa diretta Lorenzo Della Ratta e Giovanni Cecchini tecnico dell’edizione. Poi, gli attori, selezionati tra oltre 300 provini: Sara Rizzano, Giacomo Bellini, Giacomo Costa, con alle spalle esperienze in teatro cinema e tv, che si sono mostrati estremamente bravi e preparati così come Benedetta Del Freo, la quarta protagonista del film, che, invece,  non aveva mai fatto cinema ma proviene dal mondo della musica con un’esperienza di cantautrice, musicista e vincitrice di programmi tv da bambina. Voglio citare anche gli altri attori:, Giovanni Bacci, Leonardo Paoli, Giulia Stefani, Gianni Bennati, Marika Tatini, Shiri Binder, Francesco Banci e Alessandro Calonaci e Bruno Santini, grandi attori che hanno accettato di partecipare al film. Infine anche Ilaria Monfardini, amica, grande esperta e critica di cinema horror, conduttrice, giornalista, che ho scoperto essere anche un’ottima attrice e Piero Chiti autore della colonna sonora originale.

Di solito come avviene la stesura di una sceneggiatura ?

La scrittura è la cosa che mi diverte di più, ognuno ha il suo metodo: io parto da un’idea di fondo che mi viene in mente, una situazione, un luogo, e inizio a scrivere praticamente di getto, la finisco e la riprendo in mano più volte aggiungendo, togliendo, modificando, fino a che la storia mi soddisfa. Fantasia e idee non mi mancano, il difficile poi è realizzarle, ma è anche la parte che dà più soddisfazione vedere una tua idea realizzata.

In che modo scatta la curiosità, dote fondamentale per chi scrive?

Credo sia innata. La curiosità è una cosa fondamentale nella vita di un bambino, e gli artisti rimangono sempre un po’bambini. Non ho mai capito se nella vita reale è un bene o un male…

Quando ha capito che il cinema avrebbe fatto parte della sua vita?

Nel 2017. Fin dalla più tenera età ho avuto due passioni: il cinema e i fumetti, ma non avevo mai pensato di fare cinema, il mio percorso artistico e di studi è stato sul fumetto. Ho fatto  tante cose, più o meno piccole, in quel campo, prima come disegnatore, poi come sceneggiatore, infine ho fatto  l’editore. La scrittura è la cosa che ho amato di più, ho scritto anche libri, ma adesso la cosa che amo di più è senza dubbio la regia.

Che cosa le ha fatto decidere di provare col cinema?

Nel 2017, appunto, in una fiera del fumetto, mi capitò tra le mani un film horror amatoriale che era terribile. Fu la spinta a provare a fare film, partendo dalle sceneggiature che avevo scritto per un mio fumetto, La casa sull’albero.  Girai con una vecchia telecamera casalinga che avevo in casa mai usata, e con un po’ di amici e parenti e venne fuori Il Club dell’Orrore. Cambiai titolo perché non trovai una casa sull’albero per le riprese. L’anno successivo girai il mio primo lungometraggio, a costo zero, solita telecamera, soliti attori, un film da ridere, tratto da una sceneggiatura che avevo scritto molti anni prima, The Mugello Witch Project – Il Mistero della Strega del Mugello, parodia comica dell’horror The Blear Witch Project. Nel 2020, con telecamera nuova e un po’ di attrezzatura seria ho rifatto in versione lungometraggio, Il Club dell’Orrore, chiamandolo The Horror Club per distinguerlo dal mediometraggio. A quel punto ero pronto per il grande passo, e siamo arrivati al mio primo vero film: Welcome to the Torture Museum.  

 Qual è il regista a cui si ispira?

Non c’è un unico regista, da amante e divoratore di filmE regista autodidatta, ho cercato di imparare un po’ da tutti, non solo da grandi registi ma anche dai piccoli, alcuni conosciuti solo da veri appassionati e cultori. Alcuni nomi? Sam Raimi, George A. Romero, Carpenter, Mario Bava, Lucio Fulci, Dario Argento, Lamberto Bava, Joe D’Amato, Pupi Avati, Michele Soavi, Antonio Bido, potrei dirne a decine…

Cosa c’è di lei in questo film?

Mah… direi il mio passato da fumettista. Ogni scena io la immagino e provo a metterla in pratica come fosse una vignetta di un fumetto. Prima di girare ho perfettamente in testa come la vorrei, non ho bisogno di storyboard, se riesco a spiegarla bene ai miei collaboratori e non è tecnicamente impossibile da realizzare, il risultato finale è spesso esattamente come l’avevo scritta in origine per un fumetto.

Quali difficoltà  ha incontrato in questo cammino e come è riuscito a superarle?

In un film indipendente il problema più grande, almeno per iniziare, è sempre il solito, il budget: tante idee, tanta voglia di fare, tante aspettative, e pochi soldi. Anche dopo ci sono mille imprevisti che possono accadere in corso d’opera, ma con calma e pazienza si riesce a superarli.

Crede di spaziare in altri generi cinematografici, o resterà fedele a questo?

L’horror è il genere che preferisco insieme al comico, cioè i due opposti… Potrei sperimentare in futuro anche altri generi che amo come il  thriller, gialli, fantascienza, fantasy, mentre la vedo dura, almeno fino a che sarò io il produttore dei miei film che giri un drammatico, sentimentale, sociale, storico/politico, insomma roba troppo seria, io voglio divertire, divertirmi e fare puro intrattenimento.      

Qual è la sua paura più grande e cosa fa per esorcizzarla?

Ho pensato a questo tante volte. Sono arrivato alla conclusione che ho paura di una cosa sola: trovarmi solo, a mollo in mare aperto tipo naufrago. Maledetto Steven Spielberg! Come faccio a esorcizzarla? Vado in montagna!

La vita la sta portando dove voleva essere…

A dire la verità questo film, uscito solo il 18 Marzo, mi sta già dando più soddisfazioni di quanto mi immaginavo. Speriamo bene!

I suoi progetti per il futuro, quali sono, se può svelare qualcosa…

Ne ho tanti… ho ancora tante sceneggiature pronte e tante idee in testa. Per il prossimo film ho due grossi progetti in mente e uno più piccolo, un giallo/thriller  all’italiana anni ’70. Per i due più impegnativi non posso dare anticipazioni se non che saranno un trionfo di effetti speciali. 

Lasci un messaggio a chi ci sta leggendo, e che vorrebbe inseguire i propri sogni…                     

Dirò frasi fatte e banalità. Non arrendersi mai e provare, provare, provare. Se vai a terra rialzati e riprova ancora.  Bisogna essere oggettivi e sinceri con se stessi, se hai veramente talento, e ti impegni a fondo, lavori sodo, cerchi, senza aspettare che le cose ti cadano dal cielo, prima o poi almeno un’occasione capita a tutti.