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Diari Toscani

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

La confraternita con le donne

DiMarco Germelli

Mar 21, 2023

Dopo aver compiuto, nelle scorse settimane, un bizzarro viaggio per il mondo e per lo spazio profondo in cerca delle varie “Carrara”, torniamo in quella originale, per la precisione, in una via che ci ha già regalato, in passato, parecchie curiosità. Se non avete mai notato il particolare emblema che sormonta la porta, posta in mezzo ai civici 3 e 5 della Via Santa Maria, fatelo. Si tratta, niente di meno, di quella che fu la sede della Confraternita della Madonna della Rosa, risalente al lontano 1456. Si parla tanto, in questa nostra buffa epoca, di parità fra i sessi, ma essa rimane spesso niente più che un vuoto nome….ebbene, sappiate che quella Confraternita, in tempi non certo agevoli e niente affatto illuminati da quel punto di vista, aveva già tentato, a suo modo, di realizzarla. Forse sarà stato sull’onda del fatto che, in quello stesso anno 1456, riportato sopra l’uscio, a venticinque anni dalla morte sul rogo, veniva assolta dall’accusa di eresia Giovanna d’Arco (una che non si era fatta problemi, a suo tempo, nel vestire come i maschi e nel compiere attività considerate prerogativa esclusiva dei medesimi)? Difficile stabilirlo. Fatto sta che, tra un “ufficio della Beata Vergine” ed un “ufficio dei morti”, questa ghenga di religiosi vestiti col “bianco sacco”, ammetteva all’epoca anche le donne fra le proprie fila, cosa a dir poco inconcepibile e foriera di potenziali guai grossi con le autorità. Alla luce di ciò, quando vi capiterà di passare da quelle parti, ricordate la lungimiranza di quei sant’uomini, nella speranza che, se già in pieno Medioevo c’erano arrivati, non dovrebbe essere poi così difficile, nel XXI secolo, riuscire a sognare ed a realizzare una società più egualitaria.

L’ottimista vede la rosa e non le spine; il pessimista si fissa sulle spine, dimentico della rosa.