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Diari Toscani

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

Giornata della Memoria: “Come farfalle sopra ai fili spinati”, suggestiva performance del Gentileschi di Carrara

DiVinicia Tesconi

Gen 27, 2023

Una mostra di targhe commemorative dedicata alla vicenda dei Pesaro Magrini, famiglia a capo della comunità ebraica di Ferrara, che fu in gran parte deportata nei campi di concentramento nazisti, a seguito delle legge razziali promulgate dal regime fascista in Italia e poi una performance particolarmente suggestiva nella quale sono confluite le competenze artistiche e teatrali dei ragazzi dell’artistico, oltre ad un accurato lavoro di ricerca storica. È stato il modo con cui gli studenti della quarta A, in collaborazione con quelli delle quinte A, B, C del liceo artistico di Carrara, hanno voluto celebrare il 27 gennaio, Giornata mondiale della Memoria della Shoah.  All’evento hanno partecipato l’assessore ai lavori pubblici del comune di Carrara, Moreno Lorenzini, il presidente del consiglio comunale, Cristiano Bottici, i consiglieri dell’opposizione Massimiliano Manuel e  Andrea Tosi. Ad accoglierli e a guidarli nel percorso espositivo e nella performance, gli stessi ragazzi dell’artistico che hanno spiegato la simbologia utilizzata nella realizzazione delle targhe dedicate ai Pesaro Magrini e che hanno introdotto la performance teatrale che si è tenuta nello spazio sottostante l’aula magna della scuola. Filo spinato, alberi con stelle di David come fiori, petali fatti dalle impronte digitali per  ribadire il valore dell’identità contro l’opera di cancellazione totale messa in atto dal nazismo nei confronti degli ebrei. La professoressa coordinatrice di tutto il progetto, Maria Zavaglia ha spiegato come le opere dei ragazzi sono state improntate al recupero della memoria in una chiave di speranza. La performance si è svolta nella sala che corrisponde alla superiore sala ottagonale della struttura del liceo artistico, nella quale, nell’arco di soli due giorni, i ragazzi hanno realizzato una enorme scenografia circolare, dipinta a mano, raffigurante le figure stilizzate e in bianco e nero, di folle di deportati, disposta su due braccia convergenti su uno schermo centrale. Al lume di semplice lampadine penzolanti dal soffitto, accese alternativamente si sono susseguite le letture interpretative dei ragazzi, che hanno dato voce a qualcuna delle milioni di anime travolte dallo sterminio nazista per lasciare spazio, nel finale alle immagini sempre sconvolgenti dei campi di concentramento e dei volti disperati  di chi ha dovuto vivere quell’esperienza. La performance è stata elaborata sulla base di una ricerca storica realizzata da Maria Mattei , che era presente in sala, anche in veste di consigliera comunale della maggioranza.