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Diari Toscani

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

Impianti da migliorare, ma tante eccellenze: lo sport apuano secondo Vittorio Cucurnia, delegato provinciale Coni

DiVinicia Tesconi

Giu 28, 2022

Come tutte le cose importanti, lo sport ha rivelato tutto il suo valore nel momento in cui ogni attività sportiva, agonistica è stata soppressa. Uno dei contraccolpi sociali e umani peggiori, registrati a seguito delle misure restrittive imposte dal governo durante la pandemia, deriva proprio dalla chiusura di palestre, impianti e attività sportive, che hanno presentato un conto altissimo, in termini di danni psicologici, specialmente sulle generazioni più giovani, andando a combinarsi con gli effetti deleteri causati dalla didattica a distanza. Quando a tutti è stato detto che non si poteva più fare sport, finalmente è stato chiaro, anche a chi non ne praticava alcuno, quale fonte di socialità, positività, salute e beneficio rappresenti lo sport e anche quanto gli spazi ad esso deputati fossero fondamentali per ogni società. Alla ripresa dell’attività sportiva, i limiti di tali spazi, in alcune realtà sono diventati ancor più evidenti. La provincia di Massa Carrara, che ha una storia sportiva lunga e luminosa e una reale passione trasversale a generazioni e mode del momento, è una di queste. Diari Toscani ha chiesto al delegato provinciale Coni, Vittorio Cucurnia, di scattare la fotografia dello sport apuano in questo momento.

Come è la situazione dello sport a Massa Carrara?

Non è male. Abbiamo espresso eccellenze importanti in sport che erroneamente sono considerati minori ma che, in realtà, hanno solo meno eco mediatica. Parlo del pugilato, del ping pong, sport molto seguito in cui abbiamo dei titoli europei, e poi la scherma, la danza sportiva, il tiro a segno. Paradossalmente abbiamo meno eccellenze nel calcio, sebbene sia lo sport più praticato, anche se abbiamo ugualmente campioni in serie A come Federico Bernardeschi. Forse negli sport di squadra siamo a livelli meno eccelsi: la pallavolo a Massa, ha passato una fase di declino dai fasti della serie A2, per problemi con la dirigenza che, tuttavia, sono in via di risoluzione, anche grazie al nostro intervento come Coni regionale, il basket, che è sempre stato seguito più a Carrara che a Massa, dopo un certo affievolimento ha di nuovo buone società con dirigenti determinati e capaci che riescono a spingere la squadra verso buoni risultati. Alla fine, infatti sono sempre le persone che fanno la differenza. Comunque, in generale, ci sono molte più luci che ombre nello sport apuano. La provincia è piccola ma fa grandi cose.

 Quanto pesa l’attrazione del calcio giovanile ai fini di sottrarre nuovi potenziali leve ad altri sport?

Questa è un’attrazione che subiscono più i genitori che i bambini e deriva dalla remotissima speranza che il proprio figlio possa diventare un campione con guadagni stratosferici. Forse è anche il momento storico economicamente difficile che condiziona questo sistema basato sulla visione del calcio come un mondo di facili guadagni. Ma la percentuale di bambini che poi diventano campioni è di circa uno su diecimila. In tutto lo sport, in generale, il passaggio al professionismo dalle fasi giovanili è di tre o quattro atleti per ogni sport. Per questo non bisognerebbe spingere i bambini verso uno sport specifico, ma lasciarli liberi di scegliere.

Spesso, però accade che i più piccoli non sappiano neppure che esistano altri sport oltre al calcio o che non abbiano la possibilità di praticarli perché non ci sono società sportive o strutture che lo permettano…

Per questo il Coni ha lanciato il progetto Giocosport che consente ai bambini in età scolare di conoscere e provare più sport possibili, lasciando a lui la scelta di quale sport intraprendere. Bisognerebbe sempre ricordare il grande valore formativo dello sport. Lo sport è un’attività profondamente inclusiva che rende davvero tutti uguali perché ciò che conta sono i cronometri e i risultati. Lo sport unisce, insegna a rispettare le regole e a farsi rispettare senza mai prevaricare. Ha un’importanza basilare sul piano sociale. Abbiamo visti quanti casi di problemi psicologici ha causato la mancanza di sport e quanti ragazzi sono arrivati anche all’autolesionismo nel corso e dopo la pandemia.

Veniamo alla nota dolente: e la situazione degli impianti a Massa Carrara, com’è?

Partiamo col dire che negli anni ‘80 la provincia è stata all’avanguardia per le strutture sportive che offriva. Dopo ci sono state una sequela di affidamenti degli impianti a società sportive che non hanno garantito un’adeguata manutenzione e dei limiti nella manutenzione generale anche da parte delle varie amministrazioni. Sul lungo periodo queste cose si pagano: un utilizzo eccessivo a cui non corrisponde una corretta manutenzione fa emergere i limiti di strutture che, inevitabilmente diventano datate e precarie.

Ci sono responsabilità specifiche?

Sarebbe troppo facile dare la colpa ai comuni. Bisogna ricordare che si tratta di strutture costruite in epoche in cui c’erano normative molto diverse da quelle di oggi. Ciò che conta, adesso, è però fare. Intervenire per restituire o creare nuovi impianti. Per questo noi, come Coni, ci attiveremo subito presso la nuova amministrazione che si insedierà a Carrara per sollecitare nuovi affidamenti di impianti a società che non li spremano solamente ma che si impegnino a fare vera manutenzione.

Saranno interventi onerosi…

Sì, ma i soldi ci sono. Ecco perché sono ottimista: ci sono i fondi regionali, quelli de PNRR, quelli del credito sportivo. Quello che manca sono le progettualità. Oggi i soldi non li danno più in maniera generica: ci vogliono progetti seri, cantierabili e efficaci. La difficoltà sta in questo, ma nella provincia di Massa Carrara ci sono molte realtà perfettibili. Si procede un po’ a macchia di leopardo a seconda dei comuni che sanno intercettare meglio o meno questi fondi.

 Quali sono gli interventi più urgenti nel comune di Carrara?

C’è il campo scuola che va migliorato. La piscina che necessita di un grosso intervento. Lì sono stati buttati via molti soldi: il tetto e l’impianto di riscaldamento sono al limite delle normative moderne e andrebbero rifatti. Poi c’è lo stadio che ha esigenze arcaiche rispetto ad oggi, nel quale alcuni sono stati fatti anche nell’ ultima amministrazione ma che ha ancora molti limiti. Poi c’è il palazzetto dello sport di Avenza che deve essere migliorato. Del resto era nato con esigenze diverse rispetto a quelle a cui, poi, è stato destinato: infatti non ha parcheggio. Oggi quando si costruisce una struttura sportiva, prima si fa il parcheggio e poi l’impianto.

Il progetto di un nuovo polo sportivo all’interno di un padiglione della IMM riuscirà a diventare realtà?

Su questo sono tutti concordi: il padiglione può essere modificato per esigenze sportive. Andranno costruiti spogliatoi e servizi adeguati ma potrà ospitare tutti gli sport indoor e competizioni di altissimo livello. Ma potrà essere usato anche per gli allenamenti. Il territorio apuano è pieno di potenzialità, ma spesso le esprime in modo confuso. In questo cerchiamo di intervenire come Coni per dare un senso a tali potenzialità fornendo anche assistenza tecnica gratuita ai comuni che vogliono fare interventi sul piano sportivo.