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Diari Toscani

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

“La pandemia ha avuto conseguenze negative su di me: se prima ero molto ansiosa, adesso lo sono il triplo…”

DiDiari Toscani

Mag 7, 2022

di Nicole Santucci classe III liceo delle scienze umane Montessori- Repetti di Carrara

Nel 2020 ero in terza media. All’inizio pensavo che il Covid fosse qualcosa di molto lontano da noi e che non sarebbe mai arrivato qui, ma mi sbagliavo. Le notizie riguardanti questo virus aumentavano di giorno in giorno. Sui giornali, a scuola, in tv non si parlava d’altro e insieme alle notizie aumentavano anche l’ansia e la paura tanto che, alla sera, non guardavo neanche più il telegiornale. Quando ci dissero che per qualche giorno non saremmo andati a scuola e che avremmo dovuto seguire le lezioni in dad, non ero molto preoccupata perché pensavo che si sarebbe risolto tutto in una quindicina di giorni. Ma i giorni a casa cominciarono ad aumentare e le paure a ingigantirsi sempre di più. Il 5 marzo arrivò la notizia più devastante: eravamo tutti in lockdown. Non sapevo bene cosa volesse dire ma non mi ci volle molto a capirlo. Il virus era arrivato e noi dovevamo proteggerci: dovevamo restare chiusi in casa, ma non avrei mai immaginato per così tanto tempo. Mio padre lavorava nei cantieri navali di Genova e lì, come nel resto d’Italia, non c’era la giusta organizzazione perché nessuno immaginava una cosa del genere, e c’era il rischio che rimanesse bloccato a bordo di una nave, lontano da casa e anche questa cosa mi preoccupava parecchio. Ma, per fortuna, se pur col fiato sospeso, è riuscito a tornare a casa. I mesi passavano, ma la situazione non migliorava e persino la scuola, che per me era sempre stata molto importante stava diventando noiosa. L’idea di abbandonare tutto cresceva in me. Anche mia sorella, in prima elementare stava perdendo ogni interesse per la scuola. Le restrizioni era veramente dure: non potevamo vedere nessuno, se non virtualmente, uscire di casa era impensabile, chiedere un abbraccio non era più di moda e non lo era più nemmeno avere una vita sociale e questo, per un adolescente, è davvero inaccettabile. Passavo le giornate facendo lezione, studiando e giocando con mia sorella o con i miei animali, aiutando la mamma o videochiamando i miei amici. Tutto ero diventato così monotono che, al mattino, non avevo più neanche un motivo per alzarmi. Il 24 giugno sostenni il tanto atteso esame di terza media che si svolgeva in modalità online: ero molto agitata e avevo tantissima paura di sbagliare e di non riuscire a parlare, ma, poi andò tutto bene e parlai della mia tesina sulle donne nella storia. I professori mi fecero i complimenti e per me fu l’unica grande soddisfazione di quel periodo così brutto. Con l’estate la situazione generale, dal punto di vista della pandemia, migliorò, ma non terminarono le mie preoccupazioni perché mia madre, in quel momento, ricevette la risposta al test sulla predisposizione al carcinoma mammario e ovarico e scoprimmo che doveva sottoporsi a mastectomia e anassiectomia bilaterale preventive. In pratica. Pur essendo sana doveva essere operata per scongiurare la possibilità di sviluppare malattie tumorali. Fu operata il 21 luglio e io, che ero in preda all’ansia e alla paura, non potei vederla per diversi giorni perché l’ingresso in ospedale era consentito solo a mio padre. L’intervento durò cinque ore, che io passai in febbrile attesa del messaggio del babbo che mi dicesse che era andato tutto bene. Finalmente il messaggio arrivò: la mamma dormiva e sarebbe tornata più forte di prima. Il resto dell’estate passò in maniera tranquilla, ma quando ricominciò la scuola, a settembre, l’ansia tornò perché ero in una scuola nuova, tutto era nuovo e a me, sinceramente, le novità spaventano. La pandemia ha avuto conseguenze negative su di me: se prima ero molto ansiosa, adesso lo sono il triplo. Ho paura di qualsiasi cosa. Il pessimismo, ormai, è il mio migliore amico e sono diventata ancor più anaffettiva di quanto già non fossi. Ma anche il Covid, come ogni cosa, ha avuto un suo lato positivo: grazie a questo virus ho capito l’importanza di alcune cose che prima sottovalutavo molto come, ad esempio il poter salutare un’amica dandole un abbraccio o stringendole la mano oppure poter uscire di casa e fare una passeggiata. Insomma il vero significato della libertà che davo per scontato e che invece è molto importante perché alla fine la libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare e in questi mesi ne è mancata, davvero, tanta. Inoltre ho avuto la conferma che la vita è imprevedibile e tutto accade senza preavviso. Sono sicura che torneremo alla nostra vita, un giorno, rendendoci conto di quanto sia preziosa e bella. Forse smetteremo di sprecarla e questa volta la vivremo istante dopo istante, senza più aver paura di sbagliare e soprattutto senza aver paura di sognare.