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Diari Toscani

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

In principio fu la Pro Patria…

DiVinicia Tesconi

Apr 19, 2022

Così, per sport…è la nuova rubrica che parte oggi su Diari Toscani. Un nuovo viaggio tra passato, presente e futuro nell’ambito di un settore che, per tutta la provincia apuana, è costellato di gloria e di storie che meritano di essere ricordate. Grandi campioni, straordinarie figure di eccellente umanità, imprese epiche, impossibili, storiche, piccole storie di vera sportività, personaggi incredibili, a volte, cancellati dal tempo e nuove speranze, spesso nate dal ricordo di quelle gesta sportive o per la trasmissione, inevitabile ed ereditaria di una tempra, spesso, forgiata nel marmo. Non potevamo non raccontarne perchè raccontare è il nostro sport preferito…

Di celeberrimi precedenti classici ce n’erano in abbondanza, dal kalos kai agathos degli antichi greci, al mens sana in corpore sano dei romani. Tuttavia ci vollero secoli, anzi millenni, prima che si comprendesse il valore dell’esercizio fisico e la necessità di renderlo una pratica obbligatoria per bambini e ragazzi in età scolare, scorporandolo dalla sua primaria funzione di addestramento militare. Il concetto di educazione fisica, inteso nel senso più vicino a quello moderno, venne espresso per la prima volta in Francia da un medico, il dottor Jacques Ballexserd, che, nel 1792 scrisse un trattato in cui sosteneva i vantaggi della ginnastica per i bambini dalla nascita fino alla pubertà. L’innovazione fu rapidamente recepita nell’Europa occidentale. In Italia, o meglio, nel Regno di Sardegna, arrivò nel 1859, con la legge scritta dal ministro della pubblica istruzione, Gabrio Francesco Casati, che, nella regolamentazione della scuola, inserì anche l’obbligo dell’educazione fisica, ma solo per i maschi. La legge Casati, entrò in vigore nel 1861 e, quindi, venne estesa, automaticamente, a tutto il neonato Regno d’Italia, ma la data che viene riconosciuta come vera introduzione della ginnastica nella scuola, è quella del 1878, quando Francesco De Sanctis, subentrato alla guida del ministero dell’istruzione, fece approvare la legge che porta il suo nome e che riordina il sistema scolastico, imponendo come materia obbligatoria la “ginnastica educativa” anche per le femmine. Di pari passo con l’importanza dell’igiene quotidiano, la pratica costante dell’educazione fisica cominciò a far crescere al consapevolezza della stretta connessione di questi due elementi con la salute e con le aspettative di vita, pur in una realtà nella quale, ancora, non esisteva, se non nei ceti più elevati, la presenza della stanza da bagno nelle case, né, un effettivo obbligo scolastico. Obbligo che, di fatto, pur essendo riconosciuto, solo per i primi due anni, anche dalla legge De Sanctis, non contemplava alcun tipo di sanzione per chi decideva di non rispettarlo. Ma la prima miccia del fitness, ormai, era stata accesa e la corsa alla sua, sempre più grande, diffusione era partita. Il primo passo furono le competizioni, i primi sport furono la ginnastica e il tiro a segno perché il legame con la preparazione militare era ancora molto stretto. Nel 1869 nacque la prima federazione sportiva italiana che, sotto il nome di F.G.I., Federazione Ginnastica italiana, comprendeva anche il tiro a segno – che divenne federazione autonoma nel 1894 – e la scherma, che si affrancò dalla F.G.I. nel 1909. I successivi 25 anni dalla nascita della F.G.I. videro in successione la creazione delle federazioni del ciclismo ( 1885), del canottaggio (1888), dell’atletica leggera (1890), dell’automobilismo (1890), del calcio ( 1890), del nuoto (1900), della lotta (1902) e del tennis (1910). Accanto alle federazioni, c’erano anche le pratiche ludico-sportive promosse dal CAI, Club Alpino Italiano, che venne fondato nel 1863, dal Touring Club Italiano, nato come promozione della scoperta delle località italiane in bicicletta, nel 1894 e dall’Audax Italiano, ente nato nel 1898 per promuovere le “marce podistiche di resistenza”.

Carrara era, come sempre, una piccola città, ma, come sempre, presente e attenta ad ogni novità, grazie, soprattutto al commercio del marmo, che la poneva al centro di contatti e interessi internazionali. Già nel 1888, a Carrara, era stata aperta una sezione del C.A.I. che ebbe, come primo presidente, addirittura, il celebre geologo Domenico Zaccagna. E solo due anni dopo, a seguito di una ponderata ed elaborata gestazione, nel 1890, a Carrara venne fondata la prima società sportiva in assoluto: la Società Ginnastica Pro Patria. La “cosiddetta” alta società carrarese, quella degli imprenditori del marmo, che volevano – e facevano in modo – che la loro, pur piccola, città non avesse nulla da invidiare alle grandi e moderne metropoli del tempo, ma, anche, la media borghesia, cioè coloro che potevano permettersi di assicurare ai figli un’istruzione, si adoperarono per promuovere la diffusione della ginnastica e la creazione di enti e strutture dedicati all’attività fisica. La ginnastica scolastica, introdotta da poco nel paese, si basava, alle elementari, su discipline che, ben presto, divennero noti giochi infantili: i “quattro cantoni”, “mosca cieca”, “chi tardi arriva male alloggia”, il “tiro alla fune”, mentre alle superiori i ragazzi venivano avviati alla pratica delle bocce, della scherma (con canne al posto di spade), del tiro al bersaglio, di tennis, calcio, lancio del disco e del giavellotto. Per le femmine c’era il tennis, il volano e l’obbligo di saper saltare alla corda. Entrati in contatto con le prime forme sportive, molti dei ragazzi desiderarono approfondirle e spostare l’impegno sul piano agonistico. Le prime gare tra rappresentanti di città diverse avevano già cominciato ad affermarsi e il testardo spirito competitivo e campanilistico dei carraresi non poteva non sentirne il richiamo. In quest’ottica nacque la Pro Patria: “insegnare e divulgare tra i giovani la pratica degli esercizi della ginnastica per educarli alla disciplina facendoli crescere sani e forti.”. La prima “palestra” di Carrara furono i locali di via del Plebiscito, sotto all’attuale Biblioteca, nei quali si svolsero le riunioni per la fondazione della società sportiva. Gli istruttori vennero scelti tra i maestri di ginnastica che operavano nelle scuole e che, in gran maggioranza erano militari di carriera, perché in Italia non esisteva ancora un percorso formativo ufficiale per i docenti di educazione fisica. Le gesta epiche del Risorgimento erano ancora molto vicine nel cuore dei carraresi, per cui non ci furono dubbi nella scelta del nome da dare alla nuova società: Pro Patria. I colori prescelti furono il bianco e l’azzurro e sulle maglie era riportato il nome della società e della città. Inizialmente l’accesso era riservato solo ai maschi, ma fu, comunque, numeroso ed entusiastico. Quando, nel 1893, la Pro Patria Carrara venne ammessa nella F.G.N.I. ( Federazione Ginnastica Nazionale Italiana) contava 83 iscritti e cinque maestri. Nel 1907 la Pro Patria potè trasfersi nella caserma Dogali, ricovertita a palestra e perfettamente attrezzata, tanto che, l’anno successivo, in occasione della visita della Federazione Nazionale, palestra e società vennero riconosciute tra le migliori di tutto il paese. Dalle molte “costole” della Pro Patria nacquero poi le società di scherma, di atletica, di tiro a segno e anche, il primo germe assoluto della Carrarese calcio.

Fonti: “Alle origini dello sport carrarese. Augusto Dovati (1868-1957)” di Gualtiero Magnani da Atti e Memorie dell’Accademia Aruntica di Carrara Volume XX anno 2014