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Diari Toscani

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Tanto finto da sembrare vero: il culto millenario di San Genesio

DiLuigi Giovanelli

Ago 12, 2021

Fu proclamato santo nel 741 da papa Gregorio III, ma era vissuto nel III secolo dopo Cristo, a Roma. San Genesio era un attore e un mimo attivo alla corte dell’imperatore Diocleziano. Il suo pezzo forte era l’imitazione in chiave parodistica del comportamento dei cristiani e dei loro cerimoniali. Era bravo, il pagano Genesio, tanto bravo da risultare sempre vero e credibile e per questo apprezzato dall’imperatore e dal pubblico romano. Una volta, letteralmente si superò: nella parodia del battesimo cristiano mostrò un tale rapimento e una tale ascesi mistica che strappò gli applausi di tutti i presenti a cominciare da Diocleziano che, presto, tuttavia, si rese conto che quell’interpretazione era stata così mirabile perché di finto non aveva avuto proprio nulla.

La folgorazione per il cristianesimo Genesio la ebbe proprio in scena mentre cercava di prendere in giro il sacramento con il quale si diventa cristiani: interpretando un uomo agonizzante che chiede di essere battezzato, al momento di ricevere l’acqua santa battesimale, Genesio ebbe una visione nella quale capì di aver incontrato Dio e accolse il sacramento realmente, ben oltre la finzione. L’ira dell’imperatore per il realismo dell’ultima scena di Genesio costò all’attore torture e fustigazioni nel tentativo di farlo “rinsavire” e ritornare al suo credo pagano, ma ad ogni violenza perpetrata sul suo corpo Genesio rispose sempre con la stessa professione di fede: “Non vi è altro Re che Cristo è anche se dovessi soffrire per Lui mille morti, non potreste mai strapparmelo né dalla bocca né dal cuore“. Per questo venne condannato alla decapitazione.

Da subito la sua storia divenne oggetto di culto nel mondo cristiano che cominciò a venerare Genesio costruendo in suo onore diverse basiliche, in Italia e in Francia, tra le quali vennero suddivise le sue reliquie. Data la sua professione Genesio divenne il patrono degli attori.

Il culto di San Genesio trovò molti proseliti anche nelle terre apuane e lunigianesi. Vicino al borgo di Filetto, in Lunigiana, si trova l’oratorio di San Genesio risalente XVI secolo. La struttura venne edificata nel cuore dell’antica Selva di Filetto, che, un tempo, si estendeva fino a Pontremoli, nota nell’antichità per essere un luogo sacro sin dalla preistoria, nel quale si svolgevano feste e incontri tribali tramandati dal mondo pagano. Lo stesso luogo in cui, tra la fine dell”800 e la metà del ‘900 sono state rinvenute numerose statue stele.

La festa di San Genesio, il 25 agosto, per secoli è stata l’occasione per la più importante fiera del bestiame della Lunigiana, ancora oggi esistente, ma adeguata ai mezzi e alle esigenze moderne, per alcuni comuni lunigianesi è ancora uno dei maggiori eventi della stagione estiva, ma San Genesio venne celebrato anche a Carrara. Per il paese di Bedizzano, uno dei più antichi agglomerati urbani legati alle cave, è il santo patrono ed è quello a cui è dedicata la chiesa. Il luogo su cui venne edificata la chiesa di San Genesio era un poggio, già esistente al tempo dei romani, posto in mezzo a boschi e freschi ruscelli, nel quale nel 1921 era stata ritrovata una piccola ara votiva risalente al I secolo d.C.. L’iscrizione sopra l’oggetto rinvenuto ribadisce la natura sacra delle acque per le ninfee e ricorda che le acque erano a disposizione di tutti sebbene regolate secondo le rigide norme dettate dal “Curator Acquarum Titus Aumus Ameicimns”. Nei boschi di castagni intorno a Bedizzano venne trovata un’altra ara che riportava una dedicata scritta al Dio Silvano e ad Artemide divinità dei boschi e delle montagne. Non si conosce la data precisa di inaugurazione della chiesa di San Genesio a Bedizzano, ma si sa con certezza nel 1564 la chiesa venne elevata a sede parrocchiale e, quindi, arricchita di preziose opere d’arte.

© Foto di Luigi Giovanelli