foto di Pietro Marchini e Foto Michelino
Parco delle Rimembranza anni ‘50
Questa foto panoramica me la feci fare alla fine degli anni Cinquanta dallo studio Michelino, una notte dopo un incubo, di cui vorrei raccontarvi. In primo piano, oltre il viale XX Settembre è ben visibile lo Stadio senza Marmi inaugurato nel 1955, dopo aver distrutto una eccellenza del territorio: il Parco della Rimembranza costruito negli anni Venti a ricordo dei caduti della Prima Guerra Mondiale. Si poteva camminare su vialetti di ghiaia bianca, resi ancora più interessanti da statue di marmo, grandi pini e aiuole fiorite, uccelli e pavoni.
Bonascola
Scorrendo ancora le immagini si nota via Piave e al termine di essa ci sono io, il borgo di Bonascola. La mente vaga perdendosi in una visione paradisiaca, ricca di suggestioni e di serenità. Un ampio territorio su cui dimorano alcune abitazioni, segherie e laboratori di marmo, in un contesto tipico, ma anche armonico e riposante. Superato il borgo si comincia a salire sul colle che offre una vista panoramica sulla marina e sulla catena delle Alpi Apuane. Sto parlando delle colline di Monte Libero e dei vitigni del Candia, nome suggestivo che, la leggenda ci narra, fu portato qui da coloni Greci partiti dall’omonimo comune dell’isola di Creta. Si dice anche di un tempio dedicato al dio Bacco, di cui non risultano reperti archeologici, mentre conosciamo l’edicola marmorea rinvenuta a Fantiscritti raffigurante Giove Ercole e Bacco e collocata nel cortile dell’Accademia di Belle Arti di Carrara. Come si evince il Dio dell’uva e della vite è padrone incontrastato di queste terre.
Ma veniamo all’incubo, si perché una notte ho sognato che il mio territorio era diventato soltanto “case su case, catrame e cemento” come recita “Il ragazzo della via Gluck”. Quello che si può vedere a colori non può rappresentare la realtà, ma soltanto un sogno angoscioso. Non è possibile che una comunità accetti uno scempio simile, che non ci sia rispetto per la natura e la felicità che essa ti può dare. Ma all’angoscia è subentrato il risveglio e con esso la constatazione che la realtà, sovente, è ancor peggio del sogno. In primo piano lo Stadio nascosto dai rovi, oltre un territorio devastato dal cemento che arriva a lambire le colline del Candia, ponendo fine all’ammirazione e allo stupore di un territorio da favola.
Scusate lo sfogo, ma non potevo più tacere.
Il borgo di Bonascola molto depresso.