La bieta non ha bisogno di presentazioni, quel che può stupire è trovarla, anziché al mercato, nel prato davanti casa: riconoscibilissima, solo più, piccola e soda della bietola coltivata, ma anche molto più ricca di nutrienti e saporita. Appartiene alla stessa famiglia degli spinaci e fornisce notevoli apporti in ferro. Si tratta di un vegetale dal sapore gradevole e dolce ed è del tutto simile alla bietola coltivata, anche se le foglie di quella spontanea sono più strette e lunghe, più piccole a forma di rombo, di un verde scuro e molto lucide, con le venature più chiare e con una lievissima peluria lungo la costa. Si raccolgono le foglie più tenere durante l’inverno o all’inizio della primavera, in ogni caso prima della fioritura. La foglia ha sapore ferroso e proprietà astringenti: ricca d’ acqua, è dolciastra e nutriente grazie al suo contenuto in fruttosio e al poco sodio contenuto. La bieta selvatica è un ortaggio dalle proprietà depurative, disintossicanti e antiossidanti: apporta una grande varietà di vitamine e sali minerali. In gravidanza, garantisce l’apporto di sostanze importanti per mamma e bambino. Inoltre ha proprietà rimineralizzanti (utili anche per chi pratica attività sportive) grazie alla gamma di sali minerali che contiene, tra cui rame, potassio, magnesio, calcio e soprattutto il ferro. Inoltre, è considerata un ottimo depurativo dell’organismo. Oltre a migliorare la motilità intestinale, svolge un’azione benefica per il flusso biliare e favorisce la digestione . Il succo delle sue foglie fresche è noto per avere le stesse doti anche in applicazione sulla cute, per eritemi, pruriti allergici, foruncoli o scottature, aiuterebbe a cicatrizzare le piccole ferite, le ragadi alle mani o ai piedi e i geloni e a decongestionare in caso di emorroidi o contusioni.
Il decotto di bietola selvatica è utile anche contro mal di denti, stomatiti, bronchite e mal di gola. In cucina, la bieta salvat’ca si mangia, tradizionalmente, lessata o cotta al vapore, condita con un po’ di olio extravergine di oliva, sale e limone. Con gli altri “erbi” rientra tra gli ingredienti della tradizionale polenta ‘ncat’nata o pol’nton piatto che troviamo unicamente nella cucina apuana.