Errare humanum est. Eppure troppo frequentemente permettiamo agli sbagli commessi di tarparci le ali. Dovremmo apprendere il modo di osservarli da altri punti di vista e convertirli in opportunità. Parla di questo “A squola di fallimento”, lo spettacolo teatrale di Andrea Muzzi, andato in scena a Firenze il 12 dicembre al Teatro di Cestello. Divertente scacciapensieri intessuto su un’idea di base piuttosto interessante. Si tratta di un originale format in cui intrattenimento e informazione si fondono. Come spettatori si è invitati a mettersi in gioco e confessare le proprie debolezze. E poi si ride molto per gli aneddoti raccontati. Conoscete la storia di Trevor Misipeka? Un lanciatore di peso delle Isole Samoa che si è trovato per un errore d’ufficio a correre i cento metri invece che gareggiare per la sua disciplina ai Campionati mondiali di atletica leggera a Edmonton, in Canada, nel 2002. Un’impresa goffa per un omone di 133 chili come lui. E Adrian Solano? Un venezuelano che partecipò ai mondiali di sci nordico del 2017, cimentandosi nella gara di sci di fondo senza mai aver visto la neve prima di allora. Cadde un numero infinito di volte ma completò la gara. A ogni spettacolo sarà presente un campione di fallimenti. Guest star della sorsa serata è stato Giancarlo Alessandrelli, intervenuto a raccontare la propria storia. Riserva di Dino Zoff alla Juventus, dopo 5 anni di ininterrotta panchina, Alessandrelli ebbe l’occasione di entrare in campo ma in 20 minuti prese 3 goal. In seguito a questa performance connotata dalla sfortuna, fu invitato in tivù da Maurizio Costanzo e perfino Raffaella Carrà gli preparò una carrambata. Tanti parlavano di lui e molteplici furono le occasioni per conoscere nuove persone, tanto che Alessandrelli si reinventò come imprenditore, fondando, tra l’altro, anche il Billionaire in Sardegna.Come rinascere dopo un fallimento potrebbe essere una materia da inserire nei programmi scolastici. Un singolo errore, o addirittura una serie di insuccessi reiterati, non costituiscono un impedimento al raggiungimento di un obiettivo. Si imparerebbe ad essere costanti, a non scoraggiarsi e a non arrendersi. Esistono vere “squole” che includono tali insegnamenti? Improntato su tale concetto è operativo in Olanda l’istituto dei fallimenti brillanti”, Instituut voor Briljante Mislukkingen. Si propone di favorire e rendere accessibili le esperienze di apprendimento, concependo i fallimenti come momenti di svolta e miglioramento importanti. Cosa sarebbe il mondo senza errori, senza scoperte accidentali e senza l’opportunità di imparare da ciò che è andato storto? Il professor Paul Iske, il fondatore dell’istituto, ha tenuto anche una conferenza a Ca’ Foscari l’anno scorso, puntando molto a trasmettere agli studenti universitari l’accettabilità dell’idea del fallimento. La presidente della scuola di fallimento italiana è Francesca Corrado, che si è alternata sul palco insieme a Muzzi.
Firenze: a lezione di fallimenti
