C’è stato un tempo in cui le partite si vedevano solo allo stadio e per quelli che non andavano, esistevano dei radiocronisti che le raccontavano, riuscendole a descrivere tanto bene da sembrare vere, forse la nostra prima realtà virtuale. Una delle voci che ci ha narrato le manifestazioni sportive, è stato Alessandro Ciotti, detto Sandro. Nacque a Roma il 4 novembre del 1928. Il padrino al suo battesimo era un certo Carlo Alberto Salustri, ossia Trilussa, un battesimo decisamente romano. Suo padre Gino scomparve dopo aver contratto una malattia virale per aver nuotato nel Tevere. Sandro studiò al liceo classico e, nel frattempo, iniziò a giocare come difensore nelle giovanili della sua squadra del cuore, la Lazio. Nel 1954 fu assunto come collaboratore del Paese Sera. Sandro Ciotti condusse varie rubriche radiofoniche, tra le quali: Mondorama, Voci dal mondo, Schermi e ribalte, Telescopio e Novità da vedere. Nel 1956 esordì in K.O., una trasmissione di satira musicale e sportiva, forse gli avi della Gialappa. Negli anni seguenti divenne inviato stabile della RAI. Durante le Olimpiadi di Roma del 1960, ebbe la sua prima esperienza di radiocronaca calcistica, commentò Danimarca contro Argentina. Sandro Ciotti frequentò l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e imparò a suonare il violino. Era amante dello sport, ma anche del cinema e condusse per anni la rubrica radiofonica Ciak, dedicata alla settima arte. L’episodio che cambiò la sua vita e quella di noi radioascoltatori, avvenne durante le Olimpiadi di Città del Messico nel 1968. Sandro Ciotti commentò una gara sotto la pioggia e le condizioni atmosferiche gli procurarono un edema alle corde vocali non curabile se non con un intervento chirurgico molto rischioso. Da quel momento, anche grazie alle numerose sigarette fumate, la sua voce divenne inconfondibile e compagna delle domeniche in attesa di informazioni durante il programma Tutto il calcio minuto per minuto, con il celebre: “Scusa Ameri”, entrato nella memoria collettiva di tante generazioni di appassionati. L’inizio degli anni settanta dello scorso secolo vide debuttare Sandro Ciotti in televisione. Una trasmissione che si chiamava Il Telecanzoniere, guidava gli spettatori a conoscere i nuovi cantanti usciti dal Cantagiro. Presentò Gianni Morandi, Patty Pravo, Maurizio Vandelli, Nada, con i relativi videoclip, molti anni prima di MTV. Sandro Ciotti annunciò lo storico scudetto del Cagliari il 12 aprile del 1970. Quelli infiniti della Juventus, del Milan e dell’Inter e quello della sua Lazio, il 12 maggio del 1974. Nel 1976 diresse un documentario su Johan Cruijff, il profeta del goal che incantava gli amanti del calcio. La sua voce e le musiche di Bruno Martino con riprese anche della vita intima e personale del campione olandese che accettò proprio per la stima che nutriva verso Sandro Ciotti che considerava il miglior giornalista sportivo che avesse conosciuto. Nel 1986 Sandro Ciotti iniziò a condurre il programma sportivo, anzi l’unico, che attendevamo ogni fine settimana. L’attesa era una specie di materializzazione fisica delle immagini che ci avevano raccontato con maestria i radiocronisti. Eravamo attenti a vedere se quel goal era proprio come lo avevamo immaginato, se quel rigore ci fosse oppure no, con la moviola con immagini che spesso sembravano arrivate dalla luna. La Domenica Sportiva con la sintesi delle partite, la moviola, gli ospiti che dibattevano sui vari accadimenti della giornata calcistica, era un appuntamento fisso della televisione. A coadiuvare Sandro Ciotti c’era Maria Teresa Ruta, che da buon galantuomo presentava con l’espressione: il sorriso che non conosce confini. Sandro Ciotti condusse la Domenica Sportiva per otto edizioni e con la voce inconfondibile e rotta dall’emozione, annunciò la morte del campione della Juventus e della Nazionale, Gaetano Scirea. Nel 1992 fu affiancato da Simona Ventura che presentava mutuando Dante Alighieri “Amici miei e non della avVentura”, mostrando una grande ironia. Il 12 maggio del 1996 annunciò il suo ritiro da quella che era stata la sua casa per lunghi e proficui anni. Dopo aver commentato la partita Cagliari-Parma, annunciò la sua ultima radiocronaca con il messaggio: “Scusa Provenzali. Soltanto dieci secondi per dire che quella che ho appena tentato di concludere è stata la mia ultima radiocronaca per la Rai. Un grazie affettuoso a tutti gli ascoltatori, mi mancheranno.” Nel 1996 fu la voce italiana nel doppiaggio del film: Space Jam, interpretato da Michael Jordan, pellicola nella quale interagivano personaggi reali con quelli dei cartoni animati. Sandro Ciotti, da buon appassionato di musica e nelle vesti di amico personale di Luigi Tenco, diresse un documentario sulla vita e la carriera artistica del cantautore ligure. Sandro Ciotti non si sposò mai, tuttavia ebbe varie storie che comunque gli impedirono di formare una famiglia, forse a causa di una grande delusione d’amore in età giovanile. Dichiarò che il suo unico grande rimpianto fu quello di non aver avuto figli. Alessandro Ciotti, detto Sandro, è morto il 18 luglio del 2003, dopo una lunga malattia. Nel 2013 la RAI gli ha dedicato uno speciale dal titolo: Un uomo solo al microfono, ripercorrendo la sua lunga carriera e quella voce così unica da diventare indimenticabile.