Come non abbiamo mancato di ribadire più volte, il graffito è opera d’arte deperibile per definizione. Prima o poi sbiadirà e scomparirà, oppure verrà cancellato. E chi lo avrà visto, lo avrà visto. Gli altri se ne faranno una ragione. Esiste però un modo per -almeno- tentare di eternarlo? Certo che sì! Come fece il Manzoni per la morte di Napoleone nella famosa ode “Il Cinque Maggio” -data che cade proprio oggi-; come il “Grande Incendio di Amburgo” del 1842, che cominciò la sua opera di distruzione quasi completa della città tedesca proprio oggi, 5 Maggio, ed è reso immortale nel ricordo, ed anche materialmente -nella toponomastica delle strade- ancora ai giorni nostri.
Allo stesso modo, c’è chi ha cercato di rendere durevole, potenzialmente all’infinito, il proprio graffito.Per cercare prove tangibili di questo, dobbiamo tornare, anche a ‘sto giro, in Via del Caffaggio a Carrara. A proposito di rendere immortale un nome, come fece appunto Manzoni col Bonaparte, fra il civico 27 ed il civico 25, di nomi ne troverete una bella sfilza: addirittura, di personaggi locali che, se ancora al mondo, vanno per il secolo tondo di vita (come dice il marmo per uno di essi: “nato nel 1931”). Costoro, per cristallizzare nel tempo la loro stessa memoria, non hanno intaccato il muro con pennarelli o bombolette spray (destinando così il loro graffito all’oblio), bensì scolpendo direttamente la pietra che lo compone, fino ad incidere su di essa la loro esistenza in vita, sì da renderla inalterabile.
Nella medesima maniera ha operato un altro graffitaro, poco più in giù, nello stipite pure marmoreo del civico 35a. Poco fa parlavamo di incendi, giusto? A questo riguardo, conoscete le cosiddette “Fiamme Eterne”? Si tratta, giustappunto, di fiamme, di lampade o di torce che bruciano continuamente, per un periodo indefinito.
La maggior parte delle fiamme eterne sono accese e alimentate dall’uomo, ma ve ne sono altre di tipo naturale, come quelle causate da perdite di gas naturale, fuochi di torba e “fuochi di carbone”, che possono essere, inizialmente, innescate da fulmini o piezoelettricità.
Ed infatti, ecco brillare sul suddetto stipite una fiamma che non si estinguerà mai. Anch’essa scolpita nella pietra viva, con tanto di fiaccola e mano che la impugna saldamente. Trovandoci a Carrara, qualcuno potrebbe interpretarla come la “Bomba Proletaria che illuminava l’aria, la Fiaccola dell’Anarchia”, cantata dal maestrone Guccini nel brano “La Locomotiva”. Tuttavia, come diceva il sopracitato Manzoni ne “il 5 Maggio”, lascio “ai posteri l’ardua sentenza”. Tanto questi, come Vi ho detto prima, sono “Graffiti a Lunga Durata”, quindi sopravviveranno nei secoli dei secoli amen, proprio come quelle “Fiamme Eterne”, che continuano ad ardere da migliaia di anni😄🔥.