Il 10 marzo ricorre l’anniversario della morte di Mazzini, avvenuta a Pisa nel 1872 e ogni anno l’Associazione Mazziniana di Carrara organizza un evento in cui si celebra il patriota genovese con l’obiettivo di legare la sua eredità politica e culturale ai temi dell’attualità. Quest’anno, il 9 marzo, ore 17, presso il Palazzo Binelli, Via Verdi 7, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara, l’AMI, in collaborazione con l’Associazione Ferruccio, ha invitato a parlare del pensiero di Mazzini il prof. Bertini, presidente del Coordinamento Nazionale delle Associazioni Risorgimentali, il dott. Michele Finelli e l’avv. Sara Coluccini, rispettivamente presidente e vice-presidente dell’AMI nazionale. Coordina gli interventi l’avv. Chiara Lavagnini, presidente della sezione AMI di Carrara intitolata a Randolfo Pacciardi. Il tema centrale dell’evento, anche per la vicinanza con la Giornata della Donna dell’8 marzo, è “Donne, Risorgimento, Emancipazione”. Mazzini, quando si parla dei tragici eventi che hanno caratterizzato la cronaca nera soprattutto negli ultimi anni con lo spaventoso aumento di femminicidi, rappresenta un faro di umanità e sensibilità. La sua visione di una società in cui l’armonia di una collettività si fonda sull’armonia dei rapporti interpersonali dovrebbe essere studiata a fondo. Diceva Mazzini in “Dei doveri dell’uomo”: Amate, rispettate la donna. Non cercate in essa solamente un conforto, ma una forza, una ispirazione, un raddoppiamento delle vostre facoltà intellettuali e morali. Cancellate dalla vostra mente ogni idea di superiorità: non ne avete alcuna. Un lungo pregiudizio ha creato, con una educazione diseguale e una perenne oppressione di leggi, quell’apparente inferiorità intellettuale dalla quale oggi argomentano per mantener l’oppressione.”. Mazzini dovrebbe illuminarci anche sui temi della guerra. Dovremmo infatti interrogarci tutti sulle cause che hanno determinato il clima di follia in cui ci troviamo oggi. L’atteggiamento di indifferenza che noi, “civile Occidente”, adottiamo riguardo alle guerre in corso oggi (non solo l’invasione russa dell’Ucraina e le atrocità in Medio Oriente ma tutti quei conflitti che sono “meno interessanti”) ci rende tutti co-responsabili, che ci piaccia o no. Nell’Ottocento, ossia al tempo in cui il colonialismo dei Paesi europei, mascherato da portatore di civiltà, generava sconquassi nel mondo intero, c’erano voci di grande intelligenza sociale – come Mazzini, appunto – che promuovevano valori di giustizia e solidarietà ma venivano totalmente ignorate. Com’è possibile che oggi, marzo 2024, quelle voci rimangono ancora inascoltate e gli uomini continuano ad alimentare guerre, ingiustizie sociali, violenze, sopraffazione? Com’è possibile accettare come un fatto ineluttabile che la soluzione di qualsiasi contrasto internazionale venga affidata alle armi? E com’è possibile rimanere impassibili di fronte alle continue violenze subite dalle donne, non solo fisiche ma anche psicologiche? Tenere vivo il pensiero di Mazzini significa puntare il dito su una politica malata che, con decisioni scellerate, continua ad offendere la dignità umana disattendendo completamente le esigenze soprattutto delle persone più fragili dal punto di vista economico, mentale e fisico. L’AMI, dunque, è lieta di invitare la cittadinanza tutta sia all’evento che si terrà al Palazzo Binelli il 10 marzo, ore 17 sia a riscoprire, ogni giorno, il dovere della partecipazione alla vita pubblica al fine di ristabilire il dialogo con quelle istituzioni che, purtroppo, hanno disimparato ad ascoltare le voci più sensibili del Paese. Sarà anche vero che bisogna ascoltare “la pancia” della gente ma sarebbe molto più sensato ascoltare anche la loro testa e il loro cuore.