di Thomas Michelotti classe IV E Liceo Scientifico Marconi Carrara
Ancora una volta si manifesta quel fenomeno, quell’ orrore che deriva all’uomo, da una violenza che, forse, è incisa nel suo essere, in una parte irrazionale dell’animo, che non conosce orgoglio o virtù, né vergogna. Ed è proprio questa irrazionalità, impermeabile alla ragione, che spesso prende il sopravvento, lasciando spazio alla sola crudeltà. Un essere valoroso, degno, e, soprattutto, umano, non è colui che si lascia trasportare dall’irrazionalità della propria anima, incapace di reagire come un tronco trasportato da un ruscello, ma è colui che doma la corrente, e scioglie con pazienza i nodi strettissimi tra irrazionalità e cultura misogina, uscendo dal pregiudizio della sua superiorità di genere: quella che fa alimenta l’odio contro le donne. La violenza sulle donne è, quindi, espressione di debolezza culturale estrema, di assimilazione di paradigmi iniqui e di incapacità di reagire alle pulsioni ferine dell’anima. Non è raro trovare queste caratteristiche e le 106 donne uccise lo dimostrano, ma la violenza non è solo delitto: tante sono le forme e i modi per praticarla attraverso la svalorizzazione, l’indulto, l’esclusione. Sorge allora una domanda: quando sarà lungo il cammino per uscire dal tunnel?