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Diari Toscani

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

Con-Vivere: esordio in grande stile con l’umanesimo spiegato da Laura Boella

DiVinicia Tesconi

Set 8, 2023

È partito  nel puntuale tripudio di spettatori, autorità, ospiti e giovani con la classica maglietta arancione: una vera festa della città, come la  sindaca di Carrara, Serena Arrighi, ha definito il festival Con-Vivere che ha aperto i battenti, come sempre, dal palco di via del Plebiscito  giovedì 7 settembre. Carrara rivive e si risveglia per la diciottesima volta con il suo gioiello, Con-Vivere: quasi in un incantesimo che la vede trasformarsi nella città ideale in cui tutto il potenziale, umano, artistico, storico e sociale si esprime al massimo livello, ma solo per i quattro giorni del festival a settembre. A introdurre l’edizione numero 18 del festival Con-Vivere, la giornalista de La Nazione Cristina Lorenzi, il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio Enrico Isoppi, la sindaca di Carrara Serena Arrighi e la direttrice scientifica dell’edizione 2023 del festival, Laura Boella.  Tra il pubblico abbondanza di assessori  e consiglieri dell’attuale giunta, compresa Gea Dazzi, assessore alla cultura, la cui assenza sul palco del principale evento culturale della città ha  creato sorpresa in molti, il vicesindaco del comune di Massa, Andrea Cella e, tra le autorità, il prefetto di Massa Carrara Guido Aprea, l’onorevole Andrea Barabotti, il consigliere regionale Giacomo Bugliani e moltissimi rappresentanti di associazioni culturali della provincia. Lorenzi ha ricordato l’imponente struttura del festival che in quattro giorni offrirà venti incontri di pensiero, sei eventi musicali e uno svariato numero di mostre disseminate in tutta la città. Così il presidente Enrico Isoppi: “Il festival della maturità è ormai diventato un evento economico di grande rilevanza che, nella sua crescita, ha raccolto altri sponsor fondamentali come l’Accademia di Belle Arti, la Camera di Commercio e la Fondazione marmo, oltre, ovviamente al comune di Carrara. Il progetto di prendere il sapere dai circoli chiusi e portarlo nelle piazze alla portata di tutti è rimasto invariato ed è diventato, sempre più, un motore che coinvolge tutta la città. Quest’anno abbiamo nuove importanti aggiunte ai sostenitori del festival: la Regione, che ha dato anche un aiuto economico, la Provincia, e l’Unesco che si vanno ad aggiungere alla commissione pari opportunità regionale, alle scuole del territorio e all’Autorità Portuale”. Isoppi ha poi fatto un breve excursus degli inizi del festival ricordano alcune figure che ebbero un ruolo significativo come l’allora sindaco Giulio Conti, il compianto direttore scientifico Remo Bodei e la storica conduttrice prematuramente scomparsa Letizia Leviti ed ha, poi,  chiamato sul palco  Emanuela Mazzi,  direttrice e motore principale del festival dalla prima edizione. Sicuramente per un lapsus, nel novero dei fondatori di Con-Vivere, Isoppi non ha ricordato Giovanna Bernardini, ex assessore alla cultura per due mandati consecutivi e membro del comitato scientifico del festival, voluta dallo stesso Bodei fin dalla prima edizione.

Dopo i saluti di apertura, è iniziato il primo convegno, affidato alla direttrice scientifica della 18^ edizione del festival, Laura Boella, che ha voluto declinare il tema di quest’anno, umanità, ragionando sul significato storico e filosofico della parola umanesimo. Boella, docente di Filosofia morale e Etica all’Università statale di Milano, autrice di numerosi saggi e ricerche in ambito filosofico, in parte dedicati al pensiero femminile nel ‘900, ha contemplato il valore dell’umanesimo inteso come momento di passaggio verso la reinvenzione di una nuova umanità, attraverso le figure di pensatrici quali Hannah Arent e Agnes Heller e, soprattutto, attraverso la loro visione  del concetto di umanesimo espresso da Gotthold Ephraim Lessing e da Immanuel Kant: “L’umanesimo kantiano passava attraverso il convivio, cioè una tavola imbandita, che il filosofo curava nei minimi dettagli, i cui commensali, scelti con la stessa cura, davano vita a dibattiti, riflessioni, confronti dai temi più alti a quelli più leggeri,  con un fondamentale rispetto della libertà e dell’umanità”.

A Diari Toscani, Laura Boella ha spiegato: “In questo momento storico abbiamo raggiunto un livello di disumanità terribile sia a livello locale , sia a livello globale. Il mio invito è a tenere gli occhi molto aperti, ad avere i piedi per terra e ad essere molto realistici, senza farsi immagini della realtà migliori di quelle che sono. Ma tutto questo non ci deve scoraggiare. Deve anzi spingere a cercare forme di pensiero, di azione, anche di arte che permettano di spostarsi dalla disumanità, Non dobbiamo  sentirci solo ed unicamente  vittime delle atrocità e non dobbiamo guardare solo dal punto di vista delle vittime perché le vittime, in realtà, vogliono ben altro. Vogliono una vivibilità individuale e collettiva che non è solo sopravvivenza fisica. Parlare di disumanità è impegnativo perché dobbiamo renderci conto che la fondamentale  sopravvivenza fisica deve essere accompagnata alla possibilità di godere della bellezza e di fare cose non semplicemente legate a sbarcare al lunario, per cui si apre una sfida difficile ma, per molti aspetti motivante”.