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Diari Toscani

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

Luciana Ceccarelli, ex preside dell’istituto Comprensivo Carrara e paesi a monte ricorda Carla Benedetti

DiVinicia Tesconi

Lug 1, 2023

Ritratto veritiero e toccante di Carla Benedetti, straordinaria donna ed insegnante della scuola media Carducci Tenerani, scomparsa pochi giorni fa, firmato da Luciana Ceccarelli che per molti anni fu sua preside.

In Ricordo di Carla

Carla era una donna eccezionale e una magnifica insegnante.

La vita non le ha certo risparmiato prove durissime che ha affrontato con un coraggio, una determinazione e un’intelligenza che non potevano che lasciare stupiti e ammirati.  Era laureata in medicina e diplomata al conservatorio in pianoforte, ma aveva scelto l’insegnamento, certamente per poter essere più vicina e presente al suo Edo e a tutta la sua famiglia. Si è dedicata alla scuola   con una dedizione e una passione rare.  La sua creatività era davvero a tutto tondo. Gli spettacoli che riusciva a mettere in piedi, occupandosi di tutto, dal testo ai costumi, alla recitazione, fino agli aspetti più noiosi come espletare tutte le pratiche per la SIAE, sono rimasti nella memoria e nel cuore delle colleghe e dei colleghi, dei suoi alunni e anche delle famiglie che la sostenevano, con lei collaboravano con grande entusiasmo e riempivano il Garibaldi. Memorabile è stato l’imponente spettacolo che nel 2011, in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, coinvolse  tutti gli studenti e le studentesse della Carducci. Altri insegnanti collaborarono, ma lei fu sicuramente l’anima di quell’impresa grandiosa.  E poi i progetti inclusivi come “Io C’entro “, una vera e propria mappa della città con tutti i punti impossibili da superare per chi ha problemi di deambulazione e specialmente  se si muove in carrozzina o sedia a rotelle. Mi commuove ancora il ricordo della prima volta che ha portato a Carrara, e proprio nella nostra scuola, il progetto Danzabilmente con uno spettacolo meraviglioso, che chiuse il progetto Erasmus di cui eravamo capofila, incentrato proprio sulle diversità. Fu un evento che suscitò lo stupore ammirato dei partners stranieri e di tutto il pubblico che ebbe la fortuna di assistere a quel miracolo di armonia, forza, amore, condivisione. La sua  energia era prodigiosa: è per me rimasto un mistero come riuscisse a conciliare tutto.

Ho scoperto che dormiva pochissimo e lavorava fino a tarda notte a scrivere, creare oggetti fantasiosi con la ceramica, il cartoncino, la stoffa, la passamaneria … Conservo tutti i regali, realizzati sempre con le sue mani, che ad ogni Natale mi offriva.  Ho sempre potuto contare sulla mia Carletta, come quando avevo il problema di addobbare la palestra per l’accoglienza delle classi prime: ecco che, come per magia al mio arrivo, trovavo fiocchi e tulle con i colori di Carrara a scaldare l’ambiente.

Le piaceva vestirsi sempre con grande cura e in modo molto femminile, non ricordo di averla mai vista in pantaloni.  Quando si è ammalata ha conservato il suo aspetto elegante e curato di sempre.  Non tutti erano al corrente della lotta che aveva intrapreso con l’energia e la determinazione di sempre. 

L’ultima volta che ci siamo incontrate è stato a marzo, ad una conferenza sulla storia della Lirica a Carrara. Mi sembrava che stesse bene e, stupidamente, come capita di fare, gliel’ho detto. Mi ha sorriso e in un orecchio mi ha sussurrato “parrucca”. 

Voglio ricordarla così, comunque sorridente, sempre presente alle feste di fine anno dei ragazzi delle terze a cui non è mai mancata e dove ha ballato sempre, felice, in mezzo ai suoi ragazzi. Conservo una fotografia in cui, proprio durante una di quelle feste, Carla fa ballare con la sua verve e l’impegno che metteva in ogni impresa, quello che sarebbe diventato il sindaco di Carrara.

Meravigliosa Carla. Non ti dimenticheremo.

Sei stata una donna magnifica, una madre straordinaria e una grande insegnante.

Hai dato a noi tutte e tutti una grande lezione di coraggio, resistenza, empatia. Per sempre nei mio, nel nostro cuore.

Hai continuato a chiamarmi “preside” anche quando ti confidavi e mi raccontavi di te. Quindi ….devo salutarti cosi

La tua addoloratissima preside.