di Vinicia Tesconi
parte sesta
Quante cose ti sei perso scienziato delle nuvole gialle> rispose Licnon e subito gli fece segno di seguirla dentro a un piccolo ciclone, che stava arrivando dalla piana di Antea.
<Dobbiamo entrare lì dentro? Ma sei matta? Ci farà volare fuori dal pianeta!> gridò Asteros quando si rese conto che la scorciatoia era un passaggio a bordo di un ciclone di fortissimi venti anteiani.
<Fidati: non accadrà nulla. Alla fine del cielo di Antea i cicloni si sgonfiano dolcemente e noi ci ritroveremo là dove dobbiamo andare. Buttati fifone!> gli rispose Licnon tendendogli una mano, proprio mentre un ciclone anteiano passava davanti a loro.
I cicloni sulla piana di Antea erano molto frequenti: i continui lanci di navicelle creavano vortici di venti che mescolavano correnti terrestri con correnti anteiane, generando i tornado. Giravano in mezzo alle case di Antea facendole tremare, ma non distruggevano nulla. Molti anteiani però temevano di essere sollevati dai cicloni e poi lanciati nell’immensità dello spazio senza poter più fare ritorno su Antea.
< Tranquillo. Tieni stretta la mia mano e non cercare di opporti al vento. Farai un po’ di capriole ma sarà divertente!> disse Licnon pronta per entrare nel ciclone. < E poi ricorda: non abbiamo altra possibilità per trovare il bambino!>
< Sì ma…io ho pauraaaaa!> urlò Asteros proprio mentre Licnon, agganciata la sua mano, lo trascinava dentro al ciclone.
<Aiutooooo.. rotoloooo> urlò Asteros terrorizzato.
<Non è fantasticoooo? Tranquillo, dura pochissimo!> Licnon era nel mezzo del ciclone e cercava di non mollare la presa sul braccio di Asteros.
Il ciclone attraversò rapido tutta la piana di Antea e in prossimità dell’orlo del cielo cominciò a perdere potenza, come aveva predetto Licnon. I due tecnici dei lanci avevano fatto un centinaio di capriole nel giro di pochi secondi e adesso cominciavano a girare sempre più lentamente fino a quando si ritrovarono appoggiati delicatamente per terra. Il ciclone era completamente sgonfio e loro sani e salvi. Asteros aveva tutti i capelli dritti sulla testa e gli occhi quasi fuori dalle orbite, ma era tutto intero. Licnon, invece, stava benissimo, perchè quel trucchetto lo aveva usato un sacco di volte.
<Ecco: tutto finito! Hai visto che bel volo?> chiese Licnon.
<Taci per favore! Non so più neanche dove ho la testa!> rispose Asteros ancora frastornato.
<Ce l’hai ancora sul collo, tranquillo. Ma adesso devi usarla per aiutarmi a ritrovare i bambino> disse Licnon, cominciando a camminare a passo sostenuto verso l’orlo del pianeta.
< Oh sì…certo… È questa la strada per il balcone dei sogni?> chiese Asteros, seguendola.
<Sì ma non è vicinissimo. Per questo è meglio camminare veloci> rispose Licnon.
continua…
Illustrazione di Maria Semina classe IV^ B Liceo Artistico Artemisia Gentileschi Carrara Docente professoressa Doriana Guadalaxara