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Diari Toscani

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Ridatemi i miei bambini: il grido della scuola primaria Giromini di Marina di Carrara

DiPietro Marchini

Feb 3, 2023

Sono una “ex” scuola di Marina di Carrara, la cui attività didattica è sospesa da dieci anni. La speranza che possa riprendere il mio antico compito, si è parecchio affievolita negli ultimi tempi. Nacqui nel lontano 1904, quando ancora gli edifici si costruivano con strutture robuste. Presi il posto di un fortino che serviva, insieme ad altri due posti lungo la costa, per proteggere il nuovo porto estense (1750 circa) allora in costruzione, ma rimasto sulla carta. Ho vissuto per oltre cento anni nella parte storica di Marina, circondata da giardini e pinete.

Mi diedero subito un nome illustre: Dante Giromini. Costui, nato a Castelpoggio nel 1874 e lì, era morto nel 1950. Fu maestro di scuola elementare, dedicando a questa professione oltre 50 anni: i migliori della sua vita. Preside nel 1930 dell’Istituto Magistrale di Carrara e direttore generale delle scuole elementari di Massa, pubblicò numerosi libri dedicati ai bambini delle elementari.

Purtroppo il mio illustre nome non è servito ad evitare il declino. Penso con grande nostalgia agli anni in cui i bambini di Marina di Carrara, venivano accompagnati dai genitori e quelli più grandi, che abitavano più vicino, arrivavano, addirittura, da soli. La mia tristezza aumenta quando la mattina arriva il pulmino che porta i “miei alunni” alla scuola Menconi di Avenza. Pensate a quei ragazzi che frequentano le scuole medie e le superiori e, pur avendone avuto il diritto, non sono mai stati nelle mie aule. Non è invidia, ma un sentimento di rabbia per la perdita del mio ruolo, che nessuno sa quando potrò riprendere.

Del resto, basta osservare il ritmo di ristrutturazione: arriva una ditta ben fornita, lavora qualche mese, poi se ne va e ne subentra un’altra per un breve periodo. Questo può durare all’infinito? Io non capisco le ragioni di questa dissennatezza. Posso dire soltanto “Vergogna, vergogna, vergogna!”.

A questo, occorre aggiungere la chiusura della sala di lettura, in cui venivano a studiate molti ragazzi che potevano usufruire, anche, di una rifornita biblioteca. Ma potevano anche, nella bella stagione, svolgere queste attività nel giardinetto attiguo, senza essere disturbati.

È anche vero che il nostro territorio, per troppo tempo, è stato trascurato, per cui necessita di grandi ristrutturazione e ricostruzioni, marciapiedi, strade, pinete, stadi di calcio, passeggiate sul molo e water front vari, ma io non ho dubbi, al primo posto, in un paese civile, dobbiamo mettere le scuole e le strutture sanitarie.

Ricordo un aforisma: In autunno cadono le foglie e cominciano le scuole. Molto spesso, però, le due cose cascano contemporaneamente ma, mentre le foglie in primavera rinascono, la bella stagione per la mia scuola quando arriva?

Osservate lo stato di abbandono in cui ancora mi trovo ed ascoltate il mio estremo grido: “Ridatemi i miei bambini”.