• Ven. Apr 26th, 2024

Diari Toscani

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

Il Premio Fiesole ai Maestri del cinema al regista iraniano Asghar Fahrādi

DiSilvia Meacci

Giu 20, 2022

Quest’anno il Premio Fiesole ai Maestri del cinema, conferito dal comune di Fiesole, con la collaborazione del sindacato nazionale critici cinematografici italiani gruppo toscano, andrà al regista iraniano Asghar Fahrādi.
Sabato 16 luglio alle ore 20.45 al Teatro romano di Fiesole si terrà la premiazione il regista Farhādi con un omaggio del prezioso volume monografico a lui dedicato per l’occasione. Il pubblico potrà dialogare con il cineasta e, a seguire, verrà proiettato il film premio Oscar “Una separazione”.
Collegate a questo evento clou, gli appassionati di cinema potranno profittare delle rassegne Apriti cinema e Stensen estate, grazie alle quali sarà possibile vedere i film del regista al piazzale degli Uffizi e al Teatro romano di Fiesole nei mesi di luglio e agosto.
La conferenza per comunicare l’importante evento alla stampa si è tenuta sabato 18 giugno nella principesca Villa San Michele, A Belmond Hotel a Fiesole e ad aprire l’incontro con i giornalisti è stata Anna Ravoni, sindaco di Fiesole, che ha prontamente ringraziato sia Sofia Peluso, direttrice di Villa San Michele per la sopraffina accoglienza, sia il sindacato dei critici cinematografici italiani che ha lavorato per far sì che il prestigioso premio continuasse a rappresentare il cinema all’interno dell’Estate Fiesolana. Quest’ultima si svolgerà nel Teatro romano di Fiesole da martedì 21 giugno fino a settembre, proponendo spettacoli italiani e stranieri di musica classica e leggera, jazz, teatro d’autore, prosa, balletto e appunto, la settima arte. Il sindaco ha ribadito la sua volontà di sostenere anche in futuro il Premio Fiesole, mostrandosene orgogliosa e onorata.
Quest’anno il premio ha voluto allargare il suo sguardo aprendosi al Medio Oriente” ha detto Marco Luceri del sindacato. Il direttore artistico Massimo Tria ha parlato con riconoscenza del cinema iraniano, di Fahrādi, esaltandone la levatura, e poi del prestigio del premio nato in una “gemma mondiale” come Fiesole.
Asghar Fahrādi ha visto la sua infanzia influenzata dalla guerra di invasione da parte dell’Iraq. A 13 anni aveva già girato un cortometraggio con una cinepresa 8 millimetri. La sua passione è nata con la visione di film di propaganda alleati. Ha studiato teatro e cinema. È molto amato in Europa. Ha anche lavorato per una co-produzione franco-italiana con il film “Il passato”, e nel 2018 ha scritto e diretto in Spagna la co-produzione franco-italo-spagnola “Tutti lo sanno”. Il suo cinema si focalizza principalmente su Teheran, ma è talmente universale e pervasivo che può risultare rappresentativo di ogni realtà sociale. Nelle sue opere la verità non è mai unica, c’è sempre un punto nascosto. Un suo recente capolavoro è “Un eroe”, un film sull’apparenza, sulla reputazione nell’Iran contemporaneo. Il regista ha vinto due premi Oscar con “Una separazione” (2011) e “Il cliente” (2016), e conta riconoscimenti a Cannes e a Berlino. Ha fatto parte della giuria all’ultima edizione del Festival di Cannes. In Italia il regista non ha mai avuto un premio. Quello conferito dal comune di Fiesole sarà il primo.
Il Premio Fiesole ai Maestri del cinema, nato nel 1966 per iniziativa del comune di Fiesole, “non è una passerella, è piuttosto un momento di approfondimento e riflessione” ha precisato Marco Luceri. Il cinema come linguaggio di pace e di conoscenza.
Abbiamo collaborato con il ‘Premio Sergio Amidei’ per portare il regista da un mondo altro e saremo i primi a omaggiarlo di un riconoscimento ufficiale” ha aggiunto Massimo Tria con evidente soddisfazione.
Altra nota di prestigio da segnalare è la pubblicazione di una monografia che di anno in anno è dedicata al vincitore.
Il volume monografico su Fahrādi (edizioni Ets, Pisa), sarà il primo in lingua italiana e secondo nel mondo ed è frutto del lavoro del sindacato nazionale critici cinematografici italiani, e non solo del gruppo toscano, che con passione e sapienza ha trattato temi legati alla giustizia in Iran e curato testi sul riferimento teatrale, sugli interni e gli esterni.

© Foto di Silvia Meacci