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Diari Toscani

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

“Vero amore” di Azzurra Serjebi (prima parte)

DiDiari Toscani

Mag 1, 2022

Me ne sto lì, rannicchiato sul divano, tra i cuscini blu cobalto e la scruto chiedendomi come una creatura così leggera possa provare tanto dolore e perché faccia tutti quegli strani rumori quando va in bagno. Sono diversi da quelli che sono abituato a percepire dalle altre persone, quando vengono a trovarla e si fermano per qualche ora. È tardi: lo capisco perché è nero il cielo e perché devo sforzarmi e strizzare gli occhi per vedere che la lancetta corta dell’orologio sulla parete è sul numero undici e l’altra sul tre. Eh… non ho più la vista di un tempo!

Lei entra sbuffando e getta per terra la giacca e la borsa piena di frange, la mia preferita. Non mi saluta neanche, le mie pupille la seguono e resto immobile in contemplativo silenzio. Apre una scatoletta di non so che cosa e la rovescia sbattendola ripetutamente su un piatto di carta: dovrebbe essere la mia cena ma ho poco appetito. Me la porge in un modo dolce e protettivo, proprio come faceva mia madre quando ero ancora piccolo e doveva spingermi a nutrirmi. Mi dà una carezza scivolosa come il velluto e in quell’istante i nostri occhi si incrociano e vedo che i suoi sono grandi e tristi.

Lei non ha gli occhi degli altri. Non ne ho mai visti di così belli ed espressivi in nessun altro essere umano.

Sono di tre colori e cambiano quando fuori piove: virano dal marrone al verde e al giallo e hanno tante piccole pagliuzze d’oro nel centro. Poi, anche se mi duole ammetterlo quando piange sono ancora più straordinari. Ha appena acceso la tv e cambia continuamente canale. Uffa, mi danno ai nervi tutti quei suoni che si confondono: non si capisce niente. Insomma, non ci si potrebbe semplicemente accoccolare sul divano e rilassarsi un po’ ascoltando qualche coro natalizio di bambini gioiosi, riuniti attorno ad un grande abete innevato e pieno di luci colorate? Cosa cercherà mai in quella stupida scatola luminosa?!

Forse uno di quei film in bianco e nero, o, meglio ancora, uno di quelli drammatici con persone che prima o poi muoiono di malattia o di stenti: roba che a volte mi rivolta lo stomaco.

Meno male ha trovato qualcosa. Una televendita??? Deve essere proprio giù di corda per guardare questa roba proprio il giorno di Natale. Cosa vendono? Questa poi! Mi sembra di capire che sia una specie di guaina che, se indossata, ti fa dimagrire, almeno questo è ciò che promette il tipo in giacca dentro la tv.

Sono scioccanti le donne: credono a certe stupidaggini! Lei no, però: non ha mai creduto nei miracoli, neanche in questi periodi dove tutti chiedono qualcosa a quell’uomo che hanno inchiodato su una croce. Come si chiamava? Gesù, mi sembra. Anzi se non ricordo male, mi pare che tra poco sarà il suo compleanno. Va be’, sono giustificato se mi sbaglio: penso che tutti i miei simili siano atei.

Quando lei parla dell’aspetto e della forma fisica dice che l’unico modo per restare in forma è tenere la bocca chiusa. E su questo mi trova d’accordo: in fin dei conti non ha tutti i torti. Solo mi domando, come faccia a svuotare tutto il frigo così in fretta. E poi combina certe schifezze! Ingurgita formaggio, cioccolato, barattoli di varie forme e dimensioni senza fermarsi. Poi corre in bagno e comincia con quei rumori strazianti. E non si accorge neppure che io magari mi sono appena assopito e per colpa di quei rumori faccio un balzo da toccare quasi il soffitto. Ho provato anche fisicamente a impedirglielo, con tutte le mie forze, sdraiandomi ai suoi piedi, arrotolandomi e cingendo le sue caviglie, ma lei per tutta risposta mi ha rifilato un calcio e un “vattene e non rompermi le scatole!”.

Fa proprio freddo stasera. La stufa non è sufficiente. Mi infilo sotto una coperta e faccio fuoriuscire giusto un po’ gli occhi e il naso. Il chiasso fuori aumenta e, in lontananza, fuochi d’artificio si riflettono nei vetri della finestra. Ecco, ci risiamo: è davanti al frigo. Come fa a mangiare in piedi e con le mani per giunta? Poi chiamano me bestia famelica! Ignoranti cafoni.

Ti prego mio amore, non farlo. Provaci per me. Almeno oggi che è Natale siamo sereni, freghiamocene del mondo e del giudizio. Festeggiamo come è nostra abitudine appiccicati a formare un cerchio, spizzicando dalla stessa ciotola quei biscottini che mi piacciono tanto e che, raramente, mi permetti di mangiare, perché dici che sono solo per te e che a me fanno malissimo. Rien à faire come dice spesso suo padre quando viene a trovarla frettoloso.

Illustrazione di Emma Benedetti della IIIA del liceo artistico Artemisia Gentileschi di Carrara. Nata a Castelnuovo Magra, in futuro le piacerebbe continuare a studiare storia dell’arte e dedicarsi all’oreficeria.