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Diari Toscani

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

Irriverente, politically incorrect, diverso: l’hard rock italiano di Ivan Grave

DiSelenia Erye

Mar 31, 2022

Ha cantato al leggendario Whisky a go go di Los Angeles a gennaio di quest’anno, la musica della sua band, La Faida, è in cima a tutte le classifiche radiofoniche italiane, ha anche esordito con un album da solista per la Volcano Records & Promotion: questo è il momento di Ivan Grave, personaggio tra i più ambigui e discussi del panorama musicale italiano. Sardo, ha vissuto per un lungo periodo a Milano, e poi è tornato nella sua Sardegna. I testi delle sue canzoni non possono passare inosservati e sono, spesso, per lui, strumenti di feroce denuncia sociale molto politically incorrect. È da poco uscito un suo video particolarmente graffiante sia per la musica, sia per il testo, dal titolo “Diverso”. La sua determinazione e l’amore per la musica lo hanno portato a non smettere mai di lottare per esprimere il suo essere. Non si è fermato neppure per la pandemia e ha consolidato la band, formata in maniera del tutto casuale nel 2020 sempre al Whisky a go go di Los Angeles. Un sodalizio, quello con gli altri membri della band, che è nato subito come una sorta di riconoscimento di anime tra la folla e ha superato anche le difficoltà per la distanza geografica, gli altri sono tutti campani, e le limitazioni anti- Covid. Nella band, insieme a Ivan Grave ci sono Lexy Riot al basso, Max Power e J.J. Riot alle chitarre e Scar alla batteria: un gruppo ben amalgamato unito da desideri comuni. Il loro primo singolo è stato prodotto dal grande Pietro Foresti Music Producer e distribuito dalla Universal Music Italia.
Diari Toscani ha incontrato Ivan Grave:

Ci parli del suo progetto musicale…

Sono nato in Sardegna e la mia terra me la porto dentro. Canto in una band di hard rock in italiano con la quale ho trovato una dimensione che mi è molto congeniale. Il nostro incontro è stato quasi un evento già scritto dal destino. Provenivamo tutti da gruppi diversi, ma tra noi si è creata un’energia fortissima che ci ha permesso di sfidare le distanze e di portare alla luce progetti importanti. Noi, del gruppo abbiamo l’urgente bisogno di esprimere le nostre idee e di schierarci dalla parte di chi non ha né voce e né rispetto. Siamo nati da una scintilla ed è il fuoco che vogliamo accendere nelle anime delle persone che ci ascoltano.

Il nome del gruppo “La Faida” da dove nasce, perché avete deciso di usare questo termine?

Il motivo è semplice da spiegare: noi combattiamo a favore della gente comune, siamo fermamente convinti che la nostra musica sia un mezzo di rivalsa contro qualsiasi discriminazione ed offesa. Per noi la vera ricchezza si può trovare nella diversità e non nell’omologazione. Siamo orgogliosi della nostra diversità. Siamo contro le ingiustizie: quelle che toccano tutti gli aspetti della vita. Vorremmo poter abbattere il pregiudizio e il giudizio costante di chi crede di sentirsi più forte. Se ci uniamo con questo obbiettivo possiamo realmente fare la differenza.

A questo proposito voglio chiederle se lei per primo si è mai sentito un diverso?

Sono circa 20 anni che suono e che vivo attraverso la musica. La mia passione è nata quando ero piccolissimo. A circa sette anni, mi imbattei in una musicassetta di Bon Jovi e mi misi a riprodurre i suoi pezzi. Iniziai, poi a cantare in una cover band a 12 anni, epoca in cui volevo essere come Axl Rose. Ho vissuto molti momenti bui nella mia vita, anni di bullismo, che io definisco ostracismo, nell’ambiente che più amavo, quello del rock. Sembrava che tutto fosse stato causato dal mio modo di essere. Venni preso di mira e accusato anche di aver rubato pezzi musicali e, poi, preso in giro per il mio aspetto fisico. Ho avuto un grande male dentro. Per trarre respiro ho pensato di tornare nella mia terra, la Sardegna. Credevo di smettere di suonare, ma questo non è successo. Quando si ha una vera passione, non ti abbandona mai. Così ho iniziato a scrivere, raccontando le mie vicissitudini: non erano solo pezzi musicali ma pezzi di vita.

Il vostro singolo “Malamore” sta scalando le classifiche ed è molto apprezzato…

“Malamore” è una riflessione solitaria, un vero e proprio flusso di coscienza messo in musica. Scrissi il testo durante il lockdown. Parla di quanto sia difficile la quotidianità insieme alla persona che si ama. “Malamore”, è distribuita da Universal Music Italia e prodotto dal grande Pietro Foresti, premio Best Rock Producer nel 2016.