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Diari Toscani

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

Questa (della tenuta) di Marinella è la storia vera: una visita guidata

DiVinicia Tesconi

Nov 29, 2021

È la meta degli amanti delle camminate in piano, dei ciclisti amatoriali e di quella in erba, delle uscite di classe per vedere la campagna, di chi ha semplicemente voglia di rilassarsi in una natura sufficientemente lontana dai rumori della città, ma comunque abbastanza vicina da poter essere raggiunta in dieci minuti da tutti i comuni che gravitano sul confine tra Liguria e Toscana.

La storia della Tenuta di Marinella a Sarzana ha radici che affondano in entrambe le regioni: geograficamente ligure, storicamente proprietà dei carraresi Fabbricotti. Una storia, lunga, affascinante e non sempre felice, con un finale – la realtà di oggi – che sembra aprirsi a uno dei peggiori destini possibili: la lottizzazione. Proprio questa prospettiva è stata il motore che ha spinto l’associazione Italia Nostra, sezione Apuo-lunense, a organizzare la passeggiata di sabato 4 dicembre alle ore 15 con partenza in piazza Libertà a Sarzana; il titolo, ironicamente, rivede una famosissima canzone di Fabrizio De Andrè Questa (della tenuta) di Marinella è la storia vera, con la quale ha in comune la malinconia dell’epilogo.

La passeggiata toccherà tutto il borgo della tenuta e potrà contare sulla partecipazione in qualità di guida e relatore dello storico dell’arte Pietro Donati e della presidente di Italia Nostra, sezione Apuo-lunense, Emanuela Biso, del docente di geografia Riccardo Canesi, di Stefano Sarti di Legambiente Liguria e del consigliere regionale della Liguria, Gianni Pastorino.

Abbiamo saputo che c’è l’intenzione di vendere tutta la tenuta a pezzettini – ha detto la presidente Emanuela Bisoe temiamo veramente che verrà smembrata e perda tutta la sua storia e la sua identità” .

Più di 500 ettari di estensione, la Tenuta di Marinella, nacque nell’area in cui anticamente sorgeva la colonia romana di Luni e il famoso porto Lunae, da cui partivano i blocchi di marmo delle cave di Carrara. Nel medioevo finì sotto il controllo dei Vescovi di Luni e divenne fonte di approvvigionamento di legname e di pascoli per gli abitanti del vicino borgo di Ortonovo. Ai vescovi di Luni, che non si curarono molto della proprietà dell’area, succedettero i Fieschi di Genova alla fine del ‘600, quando il territorio della tenuta venne compreso nel comune di Sarzana. Dopo oltre un secolo la tenuta passò di mano, ancora a una famiglia genovese: i Serra che a metà dell’800 la vendettero ai carraresi Fabbricotti, grandi imprenditori del marmo.
La vera storia della tenuta comincia con Carlo Andrea Fabbricotti, che per prima cosa fece bonificare l’area, diventata un’enorme e malsana palude costiera. Il progetto di Fabbricotti rientrava in una precisa pianificazione, che portò la tenuta, agli inizi del ‘900, a diventare un’importante colonia agricola italiana.
Il borgo agroindustrile venne pensato e costruito a misura del lavoro che si sarebbe svolto nella tenuta, in un’ottica lungimirante e moderna, attenta a tutte le esigenze di chi vi avrebbe vissuto e lavorato. C’erano la chiesa, la scuola per i figli dei contadini, i negozi, le cantine, le latterie, un ristorane, la piazza e poi i campi e le stalle per l’allevamento delle mucche. Per tre decenni la fattoria fu un vero e proprio gioiello.
Helen Bianca, moglie di Carlo Andrea Fabbricotti – ha ricordato Emanuela Bisoamava molto la tenuta di proprietà del marito. Detestava, invece, i salotti dell’alta borghesia a cui lei stessa apparteneva e, quindi, era solita andare nella tenuta insieme alle sue cameriere per badare ai figli delle contadine che andavano a lavorare nei campi. Nella tenuta c’è anche il cimitero in cui sono sepolti tutti i Fabbricotti e la statua di Carlaz, il padre di Carlo Andrea. Il cimitero in origine era privato, poi è stato ceduto al comune di Sarzana”.

A metà degli anni ’30, però, i Fabbricotti fallirono e la tenuta venne vinta all’asta dal Monte dei Paschi di Siena che la amministrò fino agli anni 2000 mantenendo in vita la fattoria e potenziando soprattutto la produzione del Latte di Marinella che ebbe una buona diffusione a livello locale. Tutto, poi si spense, fino alla chiusura definitiva delle stalle, in seguito ai vari problemi dell’ente bancario che lo gestiva. La tenuta passò alla Marinella s.p.a. che è l’attuale proprietaria.

La passeggiata è un modo per accendere i riflettori sulla situazione della tenuta di Marinella” ha spiegato Emanuela Biso che ha manifestato la speranza di avere molte partecipanti all’evento.