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Diari Toscani

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

I novant’anni della maschera del Burlamacco

DiPaolo Camaiora

Giu 21, 2021

Era il 1931 quando il viareggino Uberto Bonetti disegnò la maschera carnevalesca di Viareggio, il celebre Burlamacco.

Nato a Viareggio il 31 gennaio del 1909, Bonetti frequentò l’Accademia di Belle Arti di Lucca, dove ebbe modo di conoscere ed apprendere le tecniche pittoriche grazie agli insegnamenti di Lorenzo Viani, celebre pittore viareggino del gruppo dei “Vageri”. Agli inizi degli anni ’30, la città di Viareggio, così come La Spezia, furono vivissimi centri culturali del Movimento Futurista. Proprio a Viareggio, nel 1930 Bonetti ebbe modo di conoscere Filippo Tommaso Marinetti, incontro che lo porterà ad aderire successivamente al movimento e ai principi dell’Aeropittura enunciati dallo stesso Marinetti, da Fortunato Depero e da Giacomo Balla.

Dal 1932 al 1935, e successivamente nel 1938, collabora con disegni propagandistici ispirati alla tematica del volo al settimanale “L’Artiglio”, organo ufficiale del partito fascista lucchese. Nei vari incontri con i maggiori esponenti del Futurismo, viene incoraggiato da Ernesto Michaelles, alias Tahyaht, e da Fortunato Depero a disegnare abiti di moda; forse per questo motivo, realizza la bellissima maschera e il bellissimo abito di Carnevale, il Burlamacco appunto, che lo renderà famoso in tutta Italia e che ancora oggi è il simbolo del carnevale viareggino e della Versilia.

Bonetti diventerà famoso anche per la serie di Aeroviste Italiane: una serie di aeropitture da lui realizzate tra il 1932 e il 1940 raffiguranti le principali città italiane, fra le quali anche Carrara, Massa, Pisa, Pistoia, Roma, Bolzano, Cagliari, e ovviamente la sua amata Viareggio. Queste aeroviste delle città, destinate agli uffici italiani di rappresentanza all’estero, venivano realizzate schematicamente durante i voli che faceva a bordo degli idrovolanti che decollavano dal Lago di Massaciuccoli e poi venivano completate in studio. 

Del resto, l’entusiasmo aviatorio diffusosi in Italia nel primo dopoguerra, durante il cosiddetto “secondo futurismo”, converge nell’aeropittura. Sintesi, velocità e compenetrazione si materializzarono nelle opere di Uberto Bonetti, costituendo un nuovo punto di vista sullo straordinario periodo di sperimentazione architettonica e urbanistica che contraddistinse gli anni ’30 in Italia.

Fortissimo anche il legame di Bonetti con Curzio Malaparte, con il quale e per il quale, è ormai acclarata da documenti originali, la sua compartecipazione alla progettazione della celebre villa di Capri, di fatto attribuita all’architetto Adalberto Libera nell’impianto generale, ma con interventi aggiuntivi di entrambi.

Uberto Bonetti muore a Viareggio il 10 aprile 1993.

© 2021 Architetto Paolo Camaiora

Biblografia essenziale:
Claudio Dolci, Il volo di Uberto Bonetti. L’architettura degli anni Trenta nelle aerovedute futuriste, Siracusa, Letteraventidue, 2018
Uberto Bonetti Futurista. Viaggio in Sardegna, a cura di P. Piquereddu, Nuoro, 2009
Uberto Bonetti: un artista del futurismo a Bolzano – ein futuristischer Künstler in Bozen, con contributi di Claudio Giorgetti, Silvia Spada Pintarelli, Carlo Vanni Menichi, Hanne Obermair e Paola Bassetti Carlini, Bolzano. Archivio Storico della Città di Bolzano 2012