Continuiamo il viaggio, intrapreso la volta scorsa, fra i volti pazzamente incisi sugli stipiti della Via Carriona e dintorni. Via Carriona che, al proprio Civico 51, offre allo sguardo del viandante un gruppo scultoreo che non passa inosservato. Pietro Tacca, esimio scultore nativo di Carrara, di cui abbiamo già discettato su queste pagine, ha realizzato la celeberrima scultura detta dei “Quattro Mori”, in quel di Livorno. Ebbene, qui da noi, a fungere da basamento di balcone presso quel portone, vi è il monumento dei “Tre Mori”. Dov’è finito il quarto? Beh, un paio di civici più in giù, per la precisione al 52, Ex Ospedale San Giacomo, per l’appunto inciso sul marmo di uno degli stipiti della porta d’ingresso, libero dai ceppi che avvincono i suoi fratelli e colto nell’atto di sorridere beffardamente. Forse che, in un mondo che, follemente, si prepara alla guerra, egli, animato da ideali di libertà e uguaglianza sociale, dopo essere, a mò di Frusciante, uscito dal gruppo, abbia voluto, col suo sorriso di uomo libero, stigmatizzare e biasimare un simbolo di oppressione e tirannide, quale può senz’altro essere un trittico di Mori incatenati? E chi può dirlo.
Quel che è certo e sicuro, è che, di questi tempi, un sorriso di Pace ci vorrebbe eccome😁🏳️🌈….Andatevelo a prendere sulla Carriona, e che tutto il mondo possa, finalmente, stamparselo in viso una volta e per sempre.
