foto di Lucia Fiori

È andato in scena con un doppio spettacolo – per accogliere le tantissime prenotazioni –  nella Sala della comunità della parrocchia di San Giacomo, venerdì 7 giugno lo spettacolo “Emiliano dacci una mano”, liberamente ispirato al Cyrano di Bergerac. Ancora un’altra prova dell’ottimo lavoro svolto dall’unico centro giovanile del centro di Carrara, che compie quest’anno 18 anni di attività e che si conferma ultimo baluardo cittadino di aggregazione giovanile fondata su principi di vera accoglienza ed empatia e su validi progetti di formazione e di crescita. “Emiliano dacci una mano” è l’ultimo di una lunga e notevole serie di spettacoli teatrali, messi in scena dai Ragazzi del centro, in buona parte frutto del genio creativo e del grande impegno della coppia Luca Marchi e Silvia Ravenna, ideatori e registi, che sono riusciti a coniugare le trame della celeberrima commedia di Edmond Rostand, con le vicende reali del gruppo di giovani cresciuti nel centro giovanile e quindi a creare un perfetto intreccio tra gli amori, le delusioni, il coraggio e le imprese settecentesche del Cyrano, con i sentimenti scadenzati da like, messaggi e dai “segui” su Instagram degli amori al tempo dei social. Realtà solo superficialmente inconciliabili, perché, come dimostra l’eccellente lavoro di Marchi e Ravenna e del cast dello spettacolo, solo gli strumenti cambiano, mentre i sentimenti restano sempre gli stessi. E sulla base di questo assunto i ragazzi in scena, che interpretano se stessi, trovano risposte e forza nei valori che ispirarono Cyrano, e comprendono di dover lottare per i propri sogni anche quando si può andar incontro alla sconfitta. Risate, musica dal vivo, piccole coreografie, citazioni di celebri musical, riflessioni personali, in un continuo passaggio tra il testo in rima del Cyrano al linguaggio attuale, non privo del suo colore abituale, tra la finzione teatrale e la realtà portata in scena, in un perpetuo sfondamento di quarte pareti da cui emergono la bravura degli autori, l’autenticità dei personaggi, la incredibile, pregevole conoscenza dei tempi scenici. Tutti straordinari gli attori  a cominciare dal perfetto Cyrano interpretato da Fabio Baldelli, all’esasperato e bravissimo regista in scena Edoardo Berlucchi,  allo strepitoso Cristiano, fissato coi followers,  interpretato  da Alessandro Tortelli, all’incantevole Rossana a cui ha sapientemente dato voce  e volto Kristal Gasparotti, agli straordinari  Teresa Grassi  e  Matteo Giacomelli protagonisti di un gustosissimo fraintendimento  d’amore, alle splendide Federica Mennillo e Rebecca Maroccu capaci di portare in scena, con stupenda leggerezza, le incertezze e i dubbi di molti giovani d’oggi fino alla portentosa, strabordante, innata vis comica di Emiliano Begali, nel ruolo del prete della parrocchia in cui si svolge la scena, che non lesina, appunto, la sua mano a far funzionare lo spettacolo. Un elogio va anche ai tecnici delle luci e del suono: Lorenzo Lazzeri, Giulia Faggioni e Daniele Lauretta. Un applauso infinito, ben oltre i molti che sono stati tributati nel corso e al termine delle due rappresentazioni, a questo gruppo di giovani, alcuni arrivati al centro da adolescenti ed oggi già anche genitori a loro volta, che non ha mai smesso di credere in un progetto fondato sull’amicizia come chiave di interpretazione della vita e che, esattamente come i Guasconi di Cyrano, hanno lottato per anni e ancora lottano per salvaguardare la loro realtà, sempre troppo ignorata o sottovalutata da tutti gli enti istituzionali religiosi e non del territorio. Una realtà che ha sfornato giovani con principi sani e valori ormai quasi dispersi, contribuendo a rendere migliore la società di tutti. Una realtà da proteggere e valorizzare per il suo infinitamente prezioso capitale umano. Standing Ovation.