Correva il 2016, quando Matteo, un bambino che frequentava una scuola elementare di Ferrara, inventò dal nulla l’aggettivo “Petaloso”, descrivendo, nello svolgimento di un tema, un fiore, per l’appunto, “molto ricco di petali”. A proposito di petali e di fiori, la maestra di Matteo, Margherita, pur cerchiando in rosso, come errore, quella buffa espressione, la giudicò, al contempo, tanto interessante da inviarla all’Accademia della Crusca, l’istituto fiorentino deputato allo studio e alla conservazione della lingua nazionale italiana. Incredibilmente, la Crusca rimase, a propria volta, estrememente colpita dal termine in oggetto, tanto da considerarlo e farlo diventare, al volo, un vocabolo ufficiale del nostro dizionario e tramutando, all’epoca, il giovanissimo Matteo nella superstar del momento.
Sicuramente, ciascheduno di voi sarà stato ben al corrente di questa vicenda. Ciò di cui, probabilmente, non eravate al corrente, è che, ben prima del fantasioso e creativo Matteo, in Carrara c’era già chi si dilettava nell’inventare parole che (e, credetemi, l’ho cercata in lungo ed in largo, anche presso il sito ufficiale della stessa Crusca), non trovano riscontro da nessuna parte. Se non ci credete, recatevi dunque lungo la Via Carriona, presso una delle salite che conducono al quartiere di Grazzano. E scoprirete che si fa presto, molto presto, troppo presto, a dire “Salita”. Perchè non, piuttosto, “Montatella”?
Non avevate mai sentito, prima d’ora, questa espressione? Beh, nemmeno io.
Come Vi dicevo, non l’ho rinvenuta nell’Internette tutto, e non l’avrei probabilmente sentita per tutta l’eternità, se non mi ci fosse caduto sopra lo sguardo per puro caso, bypassando l’artificiale censura di un cartello stradale, che la ottunde e la ombreggia, e di una parallela stanga di ferraccio rugginoso.
Cartello e stanga che si fanno, a loro volta, efficaci metafore di una società, la nostra, che da sempre tende a distruggere i sogni e la fantasia, impedendo loro di brillare alla luce del sole e della luna.
Per fortuna, c’era, c’è, e, spero, ci sarà, chi non si è arreso, non si arrende e non si arrenderà, e, nonostante tutto, ha continuato, continua, e, spero, continuerà, a sognare e fantasticare. Pertanto, qualora vogliate fare come fecero l’oggi non più piccolo Matteo e la sua maestra, provate a scrivere anche voi alla Crusca, proponendogli la parola nostrale. Al massimo, visto che si tratta, pur sempre, di Crusca, vi manderanno semplicemente a quel paese, ma voi non ve ne crucciate: contro tutto e tutti, un fiore petaloso continuerà sempre a crescere su ogni… montatella.
Montatelle petalose
