L’idea è nata quasi per caso, forse addirittura per scherzo, ma quando il professor Gaffi l’ha fatta sua, trasformandola in un progetto sostenibile, ecco che questa idea ha cominciato a prendere forma e ha realizzato qualcosa che, forse, è andato ben oltre le iniziali aspettative. A dimostrarlo è sicuramente il nome che gli è stato dato: LuniSpace, progetto radiosonde. Tre anni fa il professore ha riunito intorno a sè su base volontaria alcuni alunni dei licei della Lunigiana, proponendogli di lanciare una sonda nella stratosfera per misurare alcuni parametri atmosferici come temperatura, umidità, pressione, tenendo sempre sotto controllo telemetria, altitudine e posizione con l’ausilio di un GPS che ne ha permesso il recupero, dopo che il pallone aerostatico utilizzato, raggiunta una certa altitudine, è scoppiato ricadendo al suolo. Nemmeno a dirlo, come in un documentario che si rispetti, le fasi di ascesa e discesa sono state registrate da una telecamera interna che ha rivelato immagini sorprendenti e mozzafiato da un’altezza di più di trentamila metri di altezza. Questo esperimento però non è stato fine a se stesso ed infatti, per la terza volta, il 2 maggio sarà ripetuto all’interno di un progetto molto più vasto che prevede, sempre sotto la direzione del professor Gaffi, anche la realizzazione di un radar per il tracciamento delle meteore che entrano nella nostra atmosfera e la trasmissione di video conferenze e podcast attraverso l’utilizzo di un satellite di proprietà di un emiro qatariota ma ad utilizzo pubblico.

L’esperimento, che quest’anno prenderà il via dalla splendida cornice del castello del Piagnaro di Pontremoli, è stata un’opportunità non solo di poter osservare ed analizzare il territorio lunigianese da altezze, fino a poco tempo fa, inimmaginabili, ma anche di permettere ai più di quaranta ragazzi, divisi in due gruppi, di poter lavorare insieme condividendo spazi, interessi ed abilità personali e di gruppo. Il progetto, reso possibile quest’anno da alcuni fondi del PNRR, si inserisce anche tra le pieghe del programma “Le radio nelle scuole 4.0” promosso dall’Associazione Radioamatori Italiani. Tutta la sonda è stata progettata e costruita dai ragazzi dei licei, assemblando componenti studiati e recuperati grazie alla loro intraprendenza, in un laboratorio scolastico attrezzato apposta per il progetto, e che, visitandolo, non ha nulla da invidiare a quelli più forniti ed elaborati dei centri spaziali. Anche questa volta la sonda sarà dotata di una telecamera che permetterà di visualizzare in tempo reale ogni istante del percorso effettuato, replicando e migliorando il successo delle precedenti missioni.

Tuttavia, la sonda non sarà tutto: il secondo ed intrigante progetto è, infatti, quello di realizzare un sistema radar capace di intercettare meteoriti, grandi anche poco più di qualche millimetro, che entrano nella nostra atmosfera terrestre. Sfruttando le capacità di un’antenna trasmettitore situata in Francia, le onde che colpiscono un oggetto in transito nell’atmosfera, rimbalzano venendo catturate da alcune antenne di ricezione, una delle quali è proprio quella degli studenti lunigianesi.

Il segnale viene quindi trasmesso ad un computer che, grazie all’ausilio di un software adeguato, lo trasforma visivamente su uno schermo, permettendo di capire, dalla forma del tracciato, grandezza, velocità, direzione ed ogni dato utile alla sua identificazione. Sbirciando nel giardino posteriore dell’edificio scolastico di Villafranca in Lunigiana, stupisce la presenza di un’enorme antenna parabolica, che leggenda vuole, sia stata trasportata legata al tettuccio della Panda del professore, fin dall’entroterra fiorentino. L’ultima intuizione realizzata dai ragazzi della scuola è quella della trasmissione in streaming della videoconferenza di presentazione del progetto radiosonde, attraverso la trasmissione via satellite, utilizzando, come già detto, un satellite di proprietà di un emiro del Qatar. Vari gruppi sparsi in tutta Italia si alterneranno in interventi in tempo reale, riguardo temi afferenti lo sviluppo di nuove tecnologie, l’uso dei radar militari e lo studio dell’atmosfera, passando attraverso una cabina di regia posta in un’aula al secondo piano.

È sicuramente un’esperienza che proietta i ragazzi lunigianesi nella dimensione dei progetti scuola lavoro, permettendo loro di sperimentare percorsi innovativi e futuristici, per trovare nuovi modi di fare ricerca in un ambiente scolastico che deve in tutti i modi scrollarsi di dosso i vecchi stereotipi sui metodi di insegnamento. Persone come il professor Gaffi e tutti i docenti che, come lui, hanno la forza e l’entusiasmo di realizzare progetti a volte definiti visionari, devono diventare l’ordinarietà tra le aule ed i corridoi scolastici, per insegnare ai ragazzi che ogni idea può essere realizzata, per quanto bizzarra posa essere considerata inizialmente. L’importante è crederci e lavorarci sopra affinché, citando un poeta minore moderno, quando a loro venga chiesto il futuro, loro possano rispondere “presente”.
