La primavera è alle porte, le temperature cominciano a farsi sempre più gradevoli ed è il periodo in cui gli amanti della bicicletta si risvegliano da un forzoso letargo durato mesi. Il ciclismo è uno sport radicato, uno dei più antichi tra quelli moderni. Nel corso nei decenni, ha subito variazioni molto più profonde rispetto a tutti gli altri sport, al punto da essere stato completamente rivoluzionato, pur mantenendo intatti i percorsi, specialmente montani, diventati ormai mitici e la fatica come tratto distintivo della sua pratica. Il ciclismo ha vissuto un lungo periodo d’oro, nel quale era il primo o il secondo sport più seguito in Italia nei tre decenni che vanno dagli anni ’50 agli anni ’80. Imprese eroiche, al limite delle possibilità umane che, oggi, sembrano quasi irraggiungibili. Poi seguì il declino nell’affezione degli appassionati, dovuto in parte anche ai grandi scandali legati al doping. Il cambiamento della società, segnata dal passaggio ad una realtà sempre più veloce e frenetica, ha contribuito a farlo scendere nel gradimento generale, nonostante l’edonismo sensoriale che una pedalata può offrire a chiunque, sia ai più allenati, sia ai neofiti. Dopo il fondo toccato negli anni ’90, il ciclismo ha recuperato estimatori e oggi rappresenta una realtà più rosea, anche grazie alla sferzata tecnologica che ha investito il ciclismo su strada, portando ad un cambiamento negli stili di allenamento, con il passaggio da preparazioni atletiche empiriche, a veri e propri allenamenti scientifici, ma soprattutto con una differente concezione delle bici, impostate sempre più sulla velocità per assecondare le esigenze ‘pop’ del ciclismo-spettacolo voluto dal pubblico. Il risultato è stata l’introduzione di bici ultraleggere con telai aerodinamici, rigidi e cambiate rapide, il tutto con un’anima realmente corsaiola. Espressa aritmeticamente, la somma di queste due novità generazionali, unite alla crescente passione per uno stile di vita green, che spinge sempre più persone a “prendere in mano” una bici, porta a un rimescolamento delle carte, grazie al quale anche gli amatori possono garantirsi un’esperienza di alto livello, divertendosi in sella nelle giornate più miti. Non mancano però i contro: le famose barriere all’ingresso in questo sport sono fra le più rigide, anche se ancora non molto discusse. I prezzi per l’acquisto di un qualsiasi genere di bicicletta, a seconda delle esigenze sono salatissimi e si attestano sulle diverse migliaia di euro. Anche l’attrezzatura fondamentale per risultare più ‘cool’ nell’ ambiente ciclistico, come kit e divise con cromaticità all’ultimo grido, tocca cifre esorbitanti, anche se non strettamente necessaria. Al netto delle mode e della rivoluzione tecnologica, tuttavia, il ciclismo continua a mantenere saldi i fondamenti su cui è nato: gambe, testa, cuore. Sia che si corra il Giro d’Italia, sia che si faccia una passeggiata in bici lungo il mare o in mezzo alla campagna.
Tradizione e innovazione: il nuovo volto del ciclismo
