seconda e ultima parte
Diari Toscani incontra la pittrice Sandra Zeugna, nata a Trieste, vive a Monfalcone da quindici anni.
Ogni opera d’arte è un mondo intero, sta a chi lo osserva poterci entrare dentro, quindi mi chiedo, con quali occhi dovrei osservare i suoi dipinti per entrare in quel mondo?
Con i suoi, non con i miei, anche perché se dovessi risponderle in base al mio sentire e al mio vedere la influenzerei e invece, secondo me, ognuno di noi davanti a qualsiasi opera dovrebbe rimanere sgombero, pulito, senza nessuna nozione esterna per dare libertà alle proprie riflessioni, alle proprie emozioni, alla propria esperienza, alla propria intimità. Solo dopo, magari attraverso un confronto, potrebbe nascere un’occasione di scambio.
Nelle sue opere c’è un costante dialogo tra ombre, luce e colori, quasi fosse un fraseggio, arrivo a paragonarlo a un flusso sonoro, le cui note ammaliano. La pittura ha un effetto magico?
Certo, anche un semplicissimo segno con il carboncino, come quello che ho fatto proprio stamani, ha già un suo mondo, lo sento vicino, ha una sua vita, ha già un suo canto. Non so cosa accadrà da quel semplice segno, ma so che qualcosa accadrà.

A questo punto la domanda conseguente viene naturale: spiritualità e arte, c’è una connessione?
Certo che sì, diciamo che il termine “spiritualità” è un po’ abusato, però credo che ci sia un collegamento tra ogni nostra forma espressiva, qualsiasi essa sia. Ognuno di noi ne ha una.
Indubbiamente riuscire a fare arte è un dono, ma questo deve essere coltivato, lei ha qualche tecnica particolare per portare ossigeno alla sua vena artistica?
L’ossigenazione è importante per crescere, si deve ripulire la “roba” vecchia per immettere qualcosa di nuovo, questo non significa abbandonare il vecchio, ma trasformarlo continuamente con la perpetuità della nostra vita.
Herman Hesse nel suo “Narciso e Boccadoro” descrive lo stato d’animo di quest’ultimo mentre è intento a riflettere su alcune opere d’arte eccelse, ma inappaganti in quanto in esse manca l’essenziale: il mistero, concorda?
Sì, concordo, saremo sempre contornati dal mistero, sempre. Il mistero è l’incanto della vita, della natura stessa e ci accompagna costantemente. Ricercheremo sempre la perfezione, l’essenziale, di comprendere quello che non possiamo intendere esercitando su di noi un certo fascino.
Cos’è per Sandra Zeugna il mistero?
È la magia che ci fa restare stupefatti della vita, con lo stesso stupore dei bambini che spalancano gli occhi.

Essendo lei una pittrice, quando si trova davanti a dipinti fatti da altri artisti come li osserva?
Una parte di me osserva come è stato svolto il lavoro, se sono stati rispettati tutti i canoni pittorici: estetica, profondità, prospettiva. Quando mi trovo davanti a un lavoro che non funziona la sensazione è di disagio. Se invece mi trovo davanti a opere in cui tutto è in perfetto equilibrio, anche se pur lontane da me come forme espressive, non mi chiedo cosa l’artista volesse dire, ma osservo in silenzio, mi abbandono e lascio che tutto entri in me. Poi le informazioni arriveranno e saranno motivi di ricerca, di studio e di crescita.
C’è un clic che la porta davanti alla tela intonsa?
È un passaggio molto intimo. Torniamo a quanto le dicevo prima del segno fatto con il carboncino, io non so quando ci lavorerò, è uno spunto, poi magari tornerò davanti a quella tela fra un giorno, una settimana, un mese, chissà. Quel segno non è nulla di premeditato, è un gesto libero che poi troverà la sua strada per dare la possibilità a chi legge di poter comprendere.

Cos’è l’arte per Sandra Zeugna?
Per Sandra è un passaggio obbligatorio, non posso stare senza fare arte, anche se arte è una parolona. Disegnare e dipingere per me è una grande opportunità, è una grande fortuna che mi è stata concessa. È un mezzo che mi è funzionale per fare un lavoro continuo su di me. Metto a nudo tutto ciò che provo, e credo che l’arte sia questo: un bisogno che ognuno di noi ha di poter esprimere ciò che sente. L’arte è quell’informazione genuina che può arrivare al cuore e alle menti di tutti. Ogni forma di essa ha un messaggio profondo che necessita di essere comunicato, anche se poi non sempre viene compreso. L’arte è sempre stata una forma comunicativa molto forte, ha fatto rivoluzioni.
Progetti futuri?
Vengo a lavorare nel mio studio ogni giorno, disegno e dipingo. Sto tornando alla sperimentazione della grafica, ho fatto in passato anche incisioni su zinco. Insomma, la ricerca è continua. Ho alcune mostre in programma, anche qua, nella città che mi ospita da quindici anni.