foto di Silvia Meacci
“Avrei dovuto spaccare quel telefono, buttarlo in un fiume, sperando che così sparisse anche lei”. Giulia, la giovane protagonista del libro, scopre uno scambio di messaggi sul cellulare del padre, mentre lui è in coma dopo un incidente. C’è una donna, S., da qualche parte, che lo cerca su Whatsapp e si sta preoccupando per lui. Giulia decide di risponderle, spacciandosi per il padre e appropriandosi così della sua vita, del suo segreto. Il nuovo romanzo di Francesca Tofanari, giornalista e scrittrice eclettica, “La stagione delle anime fragili” cattura i lettori e li pone allo specchio. C’è un continuo immedesimarsi. Chi non ha qualcosa da nascondere sul proprio telefono? Chi non ha pensato almeno una volta nella sua vita di sbarazzarsene nell’illusione di liberarsi da certi intrighi scomodi, dalle mezze verità, da un tormento, dalle proprie debolezze? E anche nell’assistere all’innocente trasgredire dei personaggi, chi legge si immedesima, soprattutto quando gli eventi fanno crollare le certezze. È allora che, osservando come cuore e mente a volte divergono verso mete opposte, si rende necessario il guardarsi dentro, scevri da convinzioni sociali e moralismi. L’amore raccontato da Francesca Tofanari è al tempo stesso realistico e fiabesco. La sua capacità evocativa è alta. È molto abile nel guidare il lettore nel vissuto quotidiano dei protagonisti, nella loro mente e nei loro desideri, non senza alimentare un alone romantico e magico. Tutto è filtrato da una scrittura garbata e fluida. Nel romanzo palpita il desiderio di restituire al lettore un’emozione, soprattutto perché è la scrittrice in primis a provarla e a dare voce ai suoi credo, forse a ricordi o alle esperienze personali. La narrazione è trapuntata da un costante conflitto tra razionalità e impulso. Ai racconti dei protagonisti si alternano sporadici interventi di un narratore esterno come se guardasse dall’alto e volesse suggerir loro, proporre. Li accompagna fino alla fine e poi tende a lasciarli al loro destino, che siano liberi agenti del loro vivere, senza l’ombra di alcun giudizio. Molto tenero e commovente è il finale di questo romanzo in cui l’amore e le debolezza umane sono i veri protagonisti.
