La vita personale e politica dell’ultimo re di Roma è alquanto controversa, come forse è l’esistenza della città eterna. Lucio Tarquinio, del quale non conosciamo la data certa di nascita, ebbe i suoi natali a Roma. Era figlio di Lucio Tarquinio Prisco e fratello di Arunte Tarquinio. Sposò Tullia Maggiore, la figlia maggiore di Servio Tullio il sesto re di Roma. Successivamente sposò la sorella Tullia Minore, dalla quale ebbe tre figli Tito, Arrunte e Sesto. Poi le sorelle finirono e rimase fedele a Tullia Minore, conservando la bramosia di potere. Tito Livio narra che un giorno Tarquinio si presentò in Senato sedendosi al posto del suocero Servio Tullio, il quale si precipitò rivendicando il trono. Tra i due si accese una violenta discussione e Tarquinio spintonò Servio Tullio dalle scale. Il re si ferì non mortalmente, ma, a porre fine ai suoi giorni, fu sua figlia Tullia Minore che lo travolse con il cocchio. Ah che belle le famiglie di una volta! Tarquinio divenne il settimo re di Roma, correva l’anno 534 avanti Cristo. Fu da subito simpatico ai romani che gli attribuirono il soprannome di Superbo, quando negò la sepoltura di Servio Tullio. Dal momento che gli era stato dato lo pseudonimo di Superbo, Tarquinio non si smentì: assunse il potere senza che fosse approvato dal popolo e dal Senato romano. Tarquinio il Superbo divenne in breve un tiranno e spazzò via la democratica società romana. Tarquinio possedeva innegabili doti militari. Roma sotto il suo regno conquistò Suessa Pometia, Ardea, Ocricoli e Gabii. Sempre in quello stesso periodo iniziò la lotta tra Romani e Volsci. Gli oppositori di Tarquinio di solito facevano una brutta fine, come nel caso di Turdo Erdonio durante l’assemblea di Locus Ferentinium. Roma ebbe una grande espansione commerciale sotto Tarquinio Prisco: conquistò città strategiche come Signa e Circeii. Sotto il suo regno fu portata a termine la costruzione della Cloaca Massima, enorme rete fognaria che sfruttava l’ingegneria etrusca con i suoi archi a volta destinati a durare nel tempo. I resti di quell’opera sono ancora in piedi, al contrario di ponti moderni costruiti con i piedi. Fu costruito anche il Tempio di Giove Ottimo Massimo che si trovava dove oggi sorge il Campidoglio. Tarquinio il Superbo era in realtà un credulone che, forse, in tempi moderni, avrebbe acquistato i sali magici di Wanna Marchi. Durante il suo regno fu preoccupato dalla visione di un serpente che sbucava da una colonna di legno. Per tale motivo organizzò una spedizione a Delfi per consultare l’oracolo, chiedendo ai suoi figli di domandare chi avrebbe regnato su Roma dopo di lui. Della comitiva faceva parte anche il nipote di Tarquinio, Lucio Giunio Bruto che interpretò per il suo tornaconto ciò che disse l’oracolo: “Avrà in Roma il sommo imperio chi primo, o giovani, di voi bacerà la madre.” Ovviamente per madre si intendeva la terra madre e fu quello che fece Lucio Giunio Bruto appena sbarcato dalla nave che li riportava a Roma. Tarquinio il Superbo, oltre alle mire del nipote, dovette, in quel periodo, fronteggiare anche la guerra contro i Rutuli che erano asserragliati nella loro capitale Ardea. A complicare l’assedio avvenne la violenza compiuta da Sesto Tarquinio nei confronti di Lucrezia, moglie di Lucio Tarquinio Collatino. La donna si uccise e il conflitto si incendiò in maniera irreparabile. I Tarquini giurarono vendetta nei confronti della famiglia di Tarquinio il Superbo. Bruto, il simpatico nipote di Tarquinio arrivò a Roma e fomentò la folla nei confronti del Re. Bruto riuscì nell’intento e il popolo stanco dei soprusi, mise al bando Tarquinio il Superbo. Il sovrano si rifugiò a Cere, l’odierna Cerveteri. Non riuscì a sfuggire alle ire di Bruto, Sesto Tarquinio che fu ucciso nei pressi di Gabii. Lucio Giunio Bruto e Lucio Tarquinio Collatino furono eletti consoli dal prefetto della città di Roma. Tarquinio il Superbo non si diede per vinto e chiese aiuto agli etruschi di Tarquinia e Veio. Ci fu la battaglia della Selva Arsia che l’esercito romano, condotto da Lucio Giunio Bruto e Publio Valerio Publicola, vinse scacciando il vecchio Re. Tarquinio il Superbo tentò nuovamente di riprendere il potere alleandosi con Porsenna, il re di Clusium l’odierna Chiusi. Anche questa iniziativa non ebbe successo e Tarquinio si rifugiò a Tuscolo, città in cui fomentò le popolazioni latine contro Roma. Nel 496 avanti Cristo, come racconta Tito Livio, ci fu la battaglia del lago Regillo, alla quale partecipò lo stesso Tarquinio, spronando le truppe contro i romani. Tarquinio cadde da cavallo e forse comprese che il suo tempo era definitivamente terminato. Morì l’anno seguente a Cuma in Campania dove si era rifugiato in esilio con la sua famiglia. La sua morte fu accolta a Roma con estrema soddisfazione, come narra sempre Tito Livio: “Quell’anno è degno di nota per l’annunzio della morte di Tarquinio, avvenuta a Cuma, dove il re si era rifugiato presso il tiranno Aristodemo, dopo la sconfitta dei Latini. A quella notizia sia i patrizi che i plebei provarono grande gioia”. Lucio Tarquinio Prisco detto il Superbo è stato l’ultimo re di Roma, morto a un’età indefinita, rimane uno dei misteri che da sempre agitano la città eterna.
Tarquinio il Superbo: l’ultimo re di Roma
